Una norma mirata a conservare doppi compensi e rimborsi
I "tecnici" del governo Monti si assicurano il doppio stipendio
Alla faccia del conflitto d'interesse

Al contrario di come si presenta, cioè un governo nominalmente tecnico lontano dalla politica, il governo Monti si sostanzia al contrario in un gruppo di politicanti borghesi fin troppo intrallazzati con le logiche della peggior politica borghese: lo dimostra il fatto che il testo originario del Decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011 contenente "disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici" è stato integrato poi dalla Commissione della Camera con norme di chiaro favore proprio nei confronti di molti dei membri dell'attuale governo.
La Camera ha aggiunto al testo del Decreto Legge un art. 23 ter che al comma 1 si preoccupa di ridurre la spesa pubblica disponendo che chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche retribuzioni o stipendi non possa superare, anche cumulandoli "il trattamento economico del primo presidente della Corte di cassazione. Ai fini dell'applicazione della disciplina di cui al presente comma devono essere computate in modo cumulativo le somme comunque erogate all'interessato a carico del medesimo o di più organismi, anche nel caso di pluralità di incarichi conferiti da uno stesso organismo nel corso dell'anno". Così recita testualmente la norma introdotta dalla Camera, e sembrerebbe essere in linea con quanto si vada nel segno di "equità" ed al fine di tenere sotto controllo rigoroso i "conti pubblici", per usare le stesse espressioni utilizzate dal governo Monti nell'intitolazione del Decreto legge menzionato.
Anche il comma 2 è in effetti sulla stessa linea di rigore, disponendo che "il personale di cui al comma 1 che è chiamato, conservando il trattamento economico riconosciuto dall'amministrazione di appartenenza, all'esercizio di funzioni direttive, dirigenziali o equiparate, anche in posizione di fuori ruolo o di aspettativa, presso Ministeri o enti pubblici nazionali, comprese le autorità amministrative indipendenti, non può ricevere, a titolo di retribuzione o di indennità per l'incarico ricoperto, o anche soltanto per il rimborso delle spese, più del 25 per cento dell'ammontare complessivo del trattamento economico percepito". Peccato però che successivamente, e precisamente al comma 3 dello stesso art. 23 ter, si smaschera la natura truffaldina del governo Monti che - ben lungi dall'essere una squadra di tecnici disinteressati - rivela bene quali intrallazzi ci siano tra i ministri in carica ed i parlamentari che di fatto esentano proprio molti degli attuali "tecnici" dalle norme generali: infatti il suddetto comma 3 dispone che con decreto governativo "possono essere previste deroghe motivate per le posizioni apicali delle rispettive amministrazioni". In posizione apicale si trovano certamente Antonio Catricalà, magistrato e membro del governo, Corrado Clini, dirigente ministeriale e ora a capo del dicastero dell'Ambiente, Filippo Patroni Griffi, anche lui magistrato fuori ruolo nonché ministro, quindi Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro, e ora viceministro. E la norma può tranquillamente essere estesa ai sottosegretari e ai tanti tecnici pubblici che ricevono incarichi negli uffici di diretta collaborazione dei ministeri, o cariche in enti pubblici diversi da quello di provenienza.
E dopo il danno arriva anche la beffa, quantomeno per i lavoratori e i pensionati, in quanto subito dopo il comma 3 dell'art. 23 ter che sancisce di fatto la piena possibilità di perpetuare i privilegi per gli alti burocrati arriva l'art. 24 intitolato "disposizioni in materia di trattamenti pensionistici" che inaugura il capo IV del Decreto legge n. 201 dedicato alle riduzioni di spesa, e soprattutto della spesa pensionistica le cui norme succhiano letteralmente il sangue dei lavoratori e dei pensionati, come il PMLI ha ripetutamente denunciato. Insomma, quello stesso governo di tecnocrati borghesi che alle masse richiede sacrifici cerca di salvaguardare, tramite gli emendamenti regalati dalla Camera, i propri interessi economici!

4 gennaio 2012