Per la tessera del 2009
L'organizzazione giovanile del Prc adotta un simbolo anticomunista
Sansonetti e Gagliardi d'accordo. Gran parte dei giovani comunisti si oppone
Il PMLI resta fedele alla lotta per il socialismo
In dicembre ha generato grande scalpore all'interno del PRC e della sua organizzazione giovanile la proposta della tessera dei Giovani Comunisti (GC) del 2009: essa presenta, da una parte, l'immagine di un'assemblea di una scuola occupata e, dall'altra, quella del crollo del muro di Berlino (di cui ricorre quest'anno il 20° anniversario), con la frase "L'Onda non conosce argini". Con questa tessera, la dirigenza di Rifondazione trotzkista ha smascherato per l'ennesima volta il suo anticomunismo viscerale.
Il significato dell'immagine è chiaro: il socialismo ha fallito, il suo abbattimento porta la libertà, è inimmaginabile un futuro socialista, e guardacaso, questo messaggio arriva proprio insieme al peggioramento della crisi economica, in un momento in cui il socialismo torna sempre più ad affascinare, in special modo, le nuove generazioni; ecco quindi il PRC, tagliato fuori dal parlamento dalle scorse elezioni, correre a fare la propria parte per puntellare il regime neofascista, magari nella speranza di ottenere qualche "aiutino" per le prossime elezioni europee e amministrative.
A dire che Rifondazione e la dirigenza dei GC vogliono tagliare i ponti col socialismo non siamo noi, ma la stessa Elisabetta Piccolotti (portavoce nazionale dei GC), la quale, rispondendo indignata su Liberazione il 19 dicembre alle tante proteste contro la nuova tessera, ha affermato che il muro è "il simbolo del fallimento di un'impresa e di una speranza nostra, di quella parte dell'umanità che aveva cercato di costruire un mondo più giusto". Le parole di Piccolotti sono chiare: il socialismo si è dimostrato sbagliato, ha portato negazione della libertà, è stato sconfitto dal capitalismo, che invece è garanzia di libertà; perciò riafferma che il socialismo è stato la "negazione" "della liberazione e dell'uguaglianza". Infatti tutto il "cambiamento" sociale che Rifondazione propone alle masse è un "socialismo" di tipo spagnolo o venezuelano, se non addirittura il modello Obama, comunque assolutamente non sono messi in discussione il dominio politico ed economico della borghesia. Continua Piccolotti: "Abbiamo scelto, tanto tempo fa, di mettere la parola rifondazione accanto alla parola comunista. Rifondare diceva della necessità di un lavoro più lungo e più profondo dell'aggiornamento, del maquillage". Maquillage, sì, ma verso il revisionismo, il riformismo e il capitalismo.
Contro questa decisione è scoppiata la rivolta di gran parte dei giovani comunisti, i quali giustamente non comprendono come un simbolo del "fallimento del socialismo" possa essere messo su una tessera di un'organizzazione che si dichiara comunista. E infatti c'è chi scrive che la restaurazione del capitalismo "non ha affatto dato avvio a una nuova fase di progresso e di libertà (come ribadisce a ogni piè sospinto l'ideologia dominante), ha bensì determinato un pesante regresso nella lotta per il riscatto e la liberazione del lavoro sfruttato e delle masse subalterne". Altri scrivono indignati: "La crisi è quella del sistema capitalista e, ad oggi, l'unica alternativa a questo sistema si chiama comunismo". In molti hanno proposto di inserire le immagini delle rivolte studentesche e operaie del '69 al posto di quelle della caduta del muro.
Contro chi ha osato criticare questa scelta, si è mobilitata la destra vendoliana del PRC. A cominciare da Piero Sansonetti, direttore di Liberazione, il quale è intervenuto il 14 dicembre. Vantando con orgoglio di non considerarsi comunista, ha criticato chi si era opposto alla scelta del muro dicendo: "Le dittature ci fanno ribrezzo. Tutte". Mentre la dittatura della borghesia non sembra fargli poi tanto ribrezzo, in quanto "dimentica" di dire che il ritorno del libero mercato nell'Europa orientale ha portato tanta oppressione delle masse e miseria, se la prende unicamente con la cosiddetta "dittatura stalinista", che "aveva provocato danni e lutti atroci in molti paesi europei, aveva annientato la libertà, ucciso milioni di persone, aveva soffocato ribellioni e rivolte e grandi movimenti". Evidentemente, a fargli ribrezzo è solo il socialismo.
Anche la trotzkista luxemburghiana Rina Gagliardi non ha perso l'occasione per attaccare il socialismo e tessere le lodi del capitalismo. E arriva a farlo nel modo più squallido che si potrebbe immaginare: comparando "il profluvio di negozi, di luci sfavillanti, di suoni ininterrotti" di Berlino ovest alla "distesa di grigio della Stalinallee, di larghezza disumana e di impressionante silenzio" di Berlino est. "Per noi - continua -, per i comunisti del XXI secolo, quel 9 novembre 1989 resta il simbolo della libertà che avevamo finalmente conquistato: quando parlavamo della grande possibile 'meta finale' della nostra lotta, non intendevamo fare, rifare, la DDR, o l'URSS, o la Bulgaria". Insomma: guai ad aspirare nuovamente al socialismo, non bisogna muoversi di un passo dal capitalismo.
Eh no, "cara" Gagliardi: i comunisti del XXI secolo, cioè i marxisti-leninisti, lottano per l'abbattimento del capitalismo, che nella crisi attuale dimostra tutta la sua precarietà e la sua macchina d'oppressione, lottano per un mondo nuovo libero dallo sfruttamento. Questo mondo è il socialismo.
L'attacco che i vendoliani neoliberali muovono al socialismo ricorre alle stesse argomentazioni dei fascisti, degli anticomunisti storici e di Berlusconi. Quando nel 1956 Krusciov attuò il colpo di Stato revisionista al XX Congresso del PCUS, avviò la restaurazione del capitalismo e così l'Urss, i paesi est-europei finirono per diventare dei regimi revisionisti. Il crollo del muro di Berlino significò quindi il fallimento del revisionismo non del socialismo.
Noi marxisti-leninisti, che restiamo fedeli alla lotta per il socialismo, invitiamo tutti i giovani autenticamente comunisti a prendere coscienza del tradimento della dirigenza di destra e di "sinistra" del PRC e degli altri partiti falsi comunisti e a unirsi al PMLI, come militanti o simpatizzanti, per lottare insieme a noi per l'abbattimento del governo del neoduce Berlusconi, della terza repubblica, del capitalismo, per l'Italia unita, rossa e socialista.

Il Responsabile per il lavoro giovanile del CC del PMLI
Federico Picerni


14 gennaio 2009