1° Maggio a Torino
100 mila in piazza. La piazza contesta a suon di fischi il guardiano della Camera
Nonostante le gravi intimidazioni squadristiche del "servizio d'ordine" della Cgil il PMLI tiene alte le insegne dei Maestri e del Partito in piazza San Carlo
Dal capo delegazione del PMLI alla manifestazione di Torino
Dopo 13 anni si è svolta a Torino, capitale dell'industria e centro operaio fondamentale, la manifestazione nazionale del 1° Maggio promossa da Cgil, Cisl e Uil. Vi hanno partecipato oltre 100 mila operai, lavoratori, precari, disoccupati, pensionati. Tantissimi i giovani che hanno animato il corteo lungo tre chilometri e aperto da un gruppo di bambini con lo striscione "Il futuro siamo noi".
Lungo il percorso forte è risuonato il grido: lavoro! Molti i cartelli contro le morti e gli infortuni sul lavoro, che era il tema principale della manifestazione. Diversi gli striscioni delle fabbriche in crisi e che minacciano licenziamenti. Folta e combattiva la presenza dei No-Tav. Tanti striscioni e cartelli tra cui quelli di Emergency che chiedevano la liberazione di Rahmatullah Hanefi.
Molti i vuoti in Piazza S. Carlo in cui hanno parlato nell'ordine, Angeletti, Bonanni e Epifani. Infatti, gran parte dei partecipanti al corteo, man mano che arrivavano in piazza se ne andavano. Segno evidente che non davano alcuna credibilità alle parole dei segretari nazionali della Cgil, Cisl e Uil.
Non è stata una piazza muta e plaudente, come avrebbero voluto gli organizzatori. Appena dal palco è stato presentato il guardiano della Camera, Fausto Bertinotti, sono partiti sonori fischi e parole di contestazione "Buffone, buffone" dal nutrito spezzone del movimento NoTav della Val di Susa, lo stesso trattamento per il neopodestà di Torino Sergio Chiamparino, subissato di fischi per tutta la durata del suo intervento coinvolgendo buona parte della piazza e mettendo in minoranza gli applausi. Come risposta alle proteste hanno fatto irruzione in piazza contingenti di polizia in tenuta antisommossa sbarrando lo spezzone NoTav per impedirgli di avanzare ulteriormente in prossimità del palco e nel chiaro intento di intimidire la contestazione. Un fatto gravissimo degno dell'imperante regime neofascista che gradualmente svela il suo vero volto.
Solenne e rispettato il minuto di silenzio per ricordare i caduti sul lavoro. Ma c'era rabbia perché i padroni e il governo non prendono provvedimenti seri e urgenti per porre fine all'ecatombe dei lavoratori. Proprio mentre si svolgevano i comizi altri lavoratori sono stati vittime di un incidente sul lavoro a Sorrento in cui, tra l'altro, hanno perso la vita due donne che passavano nel luogo dell'incidente.
La delegazione del PMLI composta da compagne e compagni militanti e simpatizzanti provenienti dal Piemonte e dalla Lombardia, e guidata dai compagni Gabriele Urban e Angelo Urgo, ha diffuso al concentramento in Piazza Vittorio e in Piazza San Carlo centinaia di copie del volantino riportante l'editoriale de Il Bolscevico n. 17 sul 1° Maggio.
Il manifesto ad hoc del Partito, affisso su due cartelli, veniva portato fin da subito sotto il palco, assieme ad una selva di bandiere dei Maestri e del PMLI. Ma il servizio d'ordine (Sdo) della Cgil ha iniziato le sue provocazioni per impedirci di esporre le nostre insegne, prima ancora che queste fossero montate. "I partiti politici devono stare dietro, qui davanti possono stare solo le bandiere e i cartelli sindacali" veniva detto con arroganza ai nostri compagni ai quali veniva intimato "o ve ne andate con le buone o chiamiamo la polizia". Ma i marxisti-leninisti non hanno ceduto di un passo sfidando a chiamarla pure la polizia. Poi le insinuazioni: "gli oggetti contundenti metallici non sono consentiti sotto il palco per motivi di sicurezza", blatera uno del servizio d'ordine, indicando l'asta in alluminio della bandiera di un nostro compagno, mentre un altro passa dritto alle minacce: "li tirino pure su i loro cartelli che poi ci penseremo noi a spaccarglieli". Allora i nostri compagni hanno subito denunciato alle masse questi provocatori come "democratici a parole e squadristi nei fatti". A questo punto sono insorti in difesa dei nostri compagni sia la base dei pensionati dello Spi-Cgil sia quella dei lavoratori del commercio della Uiltucs-Uil difendendo il diritto di tutti a manifestare e alcuni condividendo il contenuto del nostro cartello. I provocatori dello Sdo Cgil se la sono svignata con la coda tra le gambe mentre un pensionato gli gridava dietro con amara ironia "Non la volete più la falce e martello? Vi dà fastidio?".
Ci riproveranno più tardi a cercare di mettere in disparte il PMLI, perché i cartelli e le bandiere (guarda "caso" solo i nostri) "ostruiscono il cono ottico delle telecamere di Sky che riprendono il palco". Ma i marxisti-leninisti, irremovibili: "Non è la piazza che deve adattarsi ai mass-media ma i mass-media alla piazza", non accettando più nessuna discussione ormai forti dell'appoggio assoluto delle masse circostanti. Ormai preda dell'isteria, elementi dello Sdo Cgil hanno strillato alla loro claque demotivata sulle transenne di alzare le bandiere al massimo per coprire le insegne del PMLI, ma ad eseguire l'ordine sono stati pochi e per un tempo limitato mentre tra i manifestanti c'è chi faceva desistere qualche zelante gridandogli "non ci siete solo voi!".
Mentre i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil si sciacquavano la bocca circa la "lotta per la sicurezza sul lavoro e contro la precarietà" i marxisti-leninisti hanno animato la protesta al grido di "Sciopero, sciopero...". Mentre gli oratori parlavano di sicurezza sul lavoro, a raffica veniva lanciato lo slogan "Abrogare la legge 30". E ancora "Diciamo basta al precariato, tutti a tempo indeterminato"; "lavoro stabile, salario pieno...", "No allo scippo del Tfr", coinvolgendo una sempre più cospicua parte della piazza ormai incurante e insofferente nell'ascoltare gli oratori dal palco mentre c'è chi grida "basta chiacchere!", "bugiardi, sono aumentate le trattenute in busta paga!", "mangiapane a tradimento!", "governo Prodi amico solo della Confindustria!".
Sono state diffuse copie de Il Bolscevico nn. 16 e 17 fra i manifestanti NoTav - ai quali è stata espressa sul posto la solidarietà miliante del PMLI molti ci hanno ringraziato ricordandosi del nostro appoggio sin dall'inizio della loro lotta - e fra i manifestanti trattenutisi in piazza dopo la fine dei comizi.
Alla delegazione del PMLI sono giunti i ringraziamenti della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del Partito nei quali si legge tra l'altro: "Siete stati bravissimi, coraggiosi e diligenti realizzando in pieno la missione che vi era stata affidata, quella di portare sotto il palco le insegne del Partito fin dall'inizio della diretta televisiva.
Nonostante le gravi intimidazioni squadristiche del 'servizio d'ordine' della Cgil che voleva impedirvi di mostrare le insegne di Partito... Siamo pienamente orgogliosi di voi, e dei compagni simpatizzanti che erano con voi ai quali vi invitiamo a porgere i nostri più vivi e riconoscenti ringraziamenti. Dal vostro spirito di sacrificio proletario rivoluzionario e marxista-leninista, dal vostro attaccamento al PMLI e alla causa del proletariato e del socialismo, i dirigenti nazionali del Partito con alla testa il compagno Giovanni Scuderi prendono ispirazione, forza ed esempio per servire con tutto il cuore il Partito, il proletariato, il popolo e la causa".

3 maggio 2007