A colpi di decreti legge della ministra Gelmini
Torna la scuola di Mussolini
Ripristinato l'esame a settembre. Torna l'"educazione civica". Sospensioni più lunghe. Alunni in divisa e bocciatura con 5 in condotta
Gelmini: "Trasformare scuole e università in fondazioni, cambiare il sistema di reclutamento, contratti differenziati" tagli indiscriminati sulle risorse e il personale
Ordine, legalità, repressione, meritocrazia e irregimentazione degli studenti; gerarchizzazione, contratti di lavoro differenziati e chiamata diretta per gli insegnati e personale Ata, tagli devastanti al personale e alle risorse, privatizzazione dell'istruzione pubblica e trasformazione degli istituti statali e delle Università in fondazioni private: sono i cardini su cui poggia la nera politica scolastica messa in campo dal neoduce Berlusconi e dal ministro dell'Istruzione Università e Ricerca Maria Stella Gelmini durante le ferie estive per dare il colpo di grazia definitivo alla scuola pubblica e procedere verso la completa instaurazione della scuola della terza repubblica capitalista, neofascista, federalista, classista, aziendalista, meritocratica e clericale di stampo mussoliniano.
Mentre al Senato veniva approvato il maxiemendamento alla manovra economica che contiene tagli alla scuola pubblica per quasi 8 miliardi di euro nei prossimi tre anni e una riduzione di personale di 129.500 unità, di cui 87.000 docenti e 42.500 Ata, il 1° agosto su proposta della Gelmini il Consiglio dei ministri ha varato un ddl "Disposizioni in materia di istruzione, università e ricerca" che, in nome del "rigore e della serietà" e della "lotta contro la violenza e il bullismo", mira a cancellare ogni residuo spazio democratico conquistato in anni di lotte dal Movimento studentesco e ripiomba la scuola ai tempi bui del ventennio mussoliniano. Non solo. L'imminente avvio del nuovo anno scolastico e l'incertezza sui tempi dell'iter parlamentare del ddl hanno indotto il ministro a chiedere, e ottenere, con un blitz nel Consiglio dei ministri del 28 agosto, la corsia preferenziale della decretazione d'urgenza per rendere subito operative, a partire dall'anno scolastico 2008/2009 appena iniziato, alcuni provvedimenti contenuti nel ddl inerenti il ritorno al maestro unico alle elementari; la classificazione numerica in tutte le materie; il "rafforzamento" dello studio dell' "Educazione civica"; la reintroduzione del voto in condotta in tutti gli istituti di primo e secondo grado e la riforma della "Carta dello studente" che prevede fra l'altro la sigla del "patto educativo di corresponsabilità" tra scuole e famiglie col chiaro obiettivo di tagliare le ali al Movimento studentesco e costituire un potente deterrente dissuasivo contro gli studenti più combattivi e avanzati che organizzano le occupazioni, le manifestazioni e le proteste studentesche.

Valutazione
Cancellata una delle conquiste del Movimento studentesco del '77, ossia la legge 517 del '77 che riformò il sistema di valutazione degli studenti e spazzò via le odiose classe differenziali, il voto di condotta nelle scuole medie e elementari e introdusse i giudizi analitici al posto dei voti.
Insieme al ripristino degli esami di riparazione a settembre, aboliti nel 1995, e già reintrodotti per decreto nella scorsa primavera; a partire dal prossimo anno scolastico in tutte le scuole di ogni ordine e grado sarà introdotta anche una nuova pagella con i voti espressi in decimi. Per il momento solo nelle elementari ci sarà un sistema misto: numeri più frasi argomentate per illustrare il rendimento dell'alunno.
"A partire dal 2008/2009 - spiega un comunicato diffuso da Palazzo Chigi - nella scuola primaria la valutazione delle singole materie e del comportamento degli studenti sarà espressa in decimi e illustrata con un giudizio analitico sul comportamento complessivo". Nella secondaria di primo grado (scuola medie), invece, ci sarà soltanto il voto, così come nelle superiori, dove non è mai stato abolito.

Condotta determinante per la bocciatura
Col pretesto di "fronteggiare la violenza e il bullismo nelle aule", torna, dopo 10 anni, il voto in condotta. Ci sarà "tolleranza zero" contro chi osa infrangere le regole. Con il 5 si verrà automaticamente bocciati indipendentemente dal profitto conseguito nelle varie materie. Inoltre il voto sul comportamento concorrerà a definire la media complessiva e perciò penderà come una spada di Damocle sulla testa degli studenti più combattivi e rivoluzionari.
Per isolare e punire in modo esemplare i "comportamenti scorretti" la Gelmini ha inoltre già messo in cantiere anche alcune modifiche allo Statuto degli studenti introdotto da Fioroni. Soprattutto per quanto riguarda le sanzioni - che saranno ulteriormente inasprite con periodi di sospensioni più lunghe - e che le scuole dovranno inserire nel regolamento di istituto già a partire dall'anno scolastico in corso. Non solo. Alle famiglie sarà imposta anche la sottoscrizione del cosiddetto "Patto educativo di corresponsabilità" con il quale, tra l'altro, alunni e genitori si impegnano a risarcire tutti gli eventuali danni provocati nel corso dell'anno all'istituzione e alle strutture scolastiche.
"Crediamo - ha falsamente commentato la Gelmini - che questa sia una risposta necessaria e molto urgente al moltiplicarsi degli episodi di bullismo che ogni giorno leggiamo sui giornali".
Il voto in condotta era stato progressivamente eliminato da due riforme. La prima, del '77, aveva annullato il giudizio sulla condotta alle elementari e alle medie lasciandolo solo alle superiori. Poi lo statuto dello studente, approvato nel '99 e entrato in vigore nel 2000, lo rese ininfluente ai fini della bocciatura anche alle superiori.

Educazione civica
Sarà introdotta in tutte le scuole, ivi comprese quelle dell'infanzia e del primo ciclo e si chiamerà "Educazione alla costituzione e alla cittadinanza". La nuova disciplina già da quest'anno sarà inclusa nel monte-ore di storia e geografia e probabilmente avrà anche una sua specifica valutazione. L'apprendimento riguarderà anche educazione ambientale, alla salute e insegnamento dell'educazione stradale.
"La scuola - ha detto il ministro - deve rimettere al centro la persona e preparare i ragazzi ad essere cittadini consapevoli dei diritti e dei doveri e conoscitori dei principi costituzionali".
Insomma una sorta di riedizione del "decalogo del buon Balilla" a cui si aggiunge non a caso anche il ritorno al grembiule e del maestro unico per i "figli della lupa" alle elementari.
Maestro unico
"Il Consiglio dei Ministri ha espresso parere favorevole in merito al ritorno al maestro unico per la scuola primaria - ha detto il ministro - ma il provvedimento sarà contenuto nel piano programmatico per la scuola contenuto nella Finanziaria e su cui stiamo lavorando con il ministro Tremonti".
Il cosiddetto "Piano di razionalizzazione per la scuola" che la Gelmini sta mettendo a punto avrà un impatto devastante per la scuola pubblica. Esso contiene tagli per circa 8 milioni di euro nei prossimi tre anni. Nello stesso periodo il personale subirà una riduzione di oltre 129.500 unità di cui 87.000 docenti e 42.500 Ata. Con l'introduzione del maestro unico si calcola che nel prossimo triennio circa 2 mila scuole, perlopiù dislocate nei piccoli comuni di montagna potrebbero sparire o essere accorpate. I tagli delle cattedre in questo caso potrebbero oscillare secondo le stime del Cesp (Centro studi per la scuola pubblica) dagli 80 alle 110 mila unità e ciò provocherebbe di fatto l'affossamento definitivo del tempo pieno o nelle elementari. Un'ipotesi quasi scontata da momento che tutto ciò sarà accompagnato dal blocco totale del turn over, delle assunzioni per i precari e dei bandi per le scuole di specializzazione Ssis.

Reclutamento insegnanti e contratti differenziati
La Gelmini ha ribadito che "Valuteremo anche l'operato dei docenti, perché l'intenzione è quella di premiare il merito e l'impegno all'interno dello stipendio". Sul legame tra retribuzione e merito, ha sottolineato che "il 30% dei risparmi derivanti da razionalizzazioni della rete scolastica e taglio di alcuni posti sarà investito per premiare il merito e l'impegno degli insegnanti" attraverso una progressiva differenziazione degli stipendi e la gerarchizzazione del corpo docente. Non solo. La Gelmini ha annunciato anche che nell'immediato futuro sarà cambiato anche il sistema di reclutamento dei docenti e che, al posto del concorso pubblico, come prevede l'articolo 97 della Costituizione, si potrà accedere all'insegnamento scolastico anche tramite l'assunzione a "chiamata diretta" con nomina biennale da parte del preside manager.
Di qui la volontà, più volte annunciata dalla Gelmini, di trasformare le scuole e le Università pubbliche in Fondazioni di natura privatistica che provocherà una grave frammentazione del sistema scolastico nazionale con Istituti e Atenei di serie "A" per i figli della borghesia che se li potranno permettere; e scuole e facoltà di serie "B" in cui saranno confinati i figli del proletariato che non hanno i mezzi economici per pagare le salatissime rette di iscrizione.
Non a caso al recente meeting di Rimini la ministra tutta tronfia di sé ha affermato: "Quando tutte le scuole potranno costituirsi in Fondazioni sarà un bel giorno!".

Studenti e insegnanti annunciano battaglia
"Ci vediamo in piazza". L'Unione degli Studenti ribadisce così la propria contrarietà alla controriforma Gelmini e in particolare all'introduzione del voto in condotta che "ribalta uno dei principi fondamentali dello Statuto degli studenti e delle studentesse, cancellando in un solo colpo i risultati di decenni di lotte per il primato del profitto e della qualità dell'insegnamento".
In un comunicato sottolineano fra l'altro che: "Ci opponiamo al decreto legge sul voto di condotta in quanto crediamo in una scuola che si basi sulla partecipazione degli studenti e sull'inclusione costruttiva delle marginalità non in una scuola che, con un'impressionante balzo indietro ai 'decreti regi', sa rispondere alla violenza ed al bullismo solo con la repressione".
Al loro fianco anche il Forum degli insegnanti che ha lanciato un "Appello alla mobilitazione contro la privatizzazione della scuola pubblica, in difesa della libertà d'insegnamento e dei diritti dei lavoratori" chiedendo fra l'altro l'immediata abrogazione della controriforma Moratti e di "tutte quelle norme, presenti in leggi e decreti vari, che si sono susseguiti negli ultimi tre lustri e che rappresentano il grimaldello per scardinare in via definitiva ciò che resta della scuola pubblica".
Il PMLI chiama studenti, insegnanti e personale scolastico alla mobilitazione e alla lotta e li invita perché al più presto si arrivi a uno sciopero generale contro il ritorno della scuola di Mussolini.
Il PMLI e i suoi militanti si battono, come si legge nel manifesto che pubblichiamo in pagina 16: "Contro la scuola e l'università del neoduce Berlusconi e della terza repubblica. Contro la trasformazione della scuola e dell'università in Fondazioni. Per la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti".

10 settembre 2008