Cresce l'astensionismo in Toscana (+4,3%) e a Firenze (+4,4%)
L'elettorato di sinistra punisce sonoramente la Sinistra arcobaleno. In regione il PD avanza dell'1,1%, il PDL perde l'1,1 rispetto alle politiche

Dal nostro corrispondente della Toscana
In Toscana vince l'astensionismo nelle forme di diserzione, annullamento della scheda o lasciata in bianco. Esso è stato scelto da 551.577 elettori su un corpo elettorale di 2.923.433. L'astensionismo è il "partito" che ha guadagnato più di tutti rispetto al 2006, un bel +4,3%. Il capoluogo di provincia con più diserzione dalle urne è Lucca, seguito da Massa-Carrara e Livorno. Una crescita consistente dell'astensionismo è confermata anche in provincia di Firenze: ad Empoli, nel giro di poche consultazioni l'astensionismo è ormai scelto da un elettore su sei. Rispetto alle elezioni politiche del 2006 ha guadagnato il 3,1%. La stessa percentuale ottenuta a Fucecchio (il 18,1% rispetto al 15% del 2006) così da confermarlo al primo posto nel circondario Empolese-Valdelsa come comune astensionista. Nella Valdisieve è un dato da record: a Rufina, alla Camera, ha ottenuto un incremento del 7,2% rispetto al 2006, a Pontassieve, alla Camera il 3,8% in più. Nei comuni di Pontassieve, Rufina e Dicomano gli astensionisti sono circa 4.000.
Un risultato semi oscurato dai mass-media locali e dai politici di tutti gli schieramenti, in particolare della "sinistra" borghese, tutti concentrati a esaltare l'affermazione del PD in Toscana rispetto all'andamento nazionale.
Il PD canta vittoria e addirittura qualche quotidiano lo definisce "rullo compressore" rispetto a tutti gli altri ma guadagna appena l'1,1% sul corpo elettorale. Il PdL non avanza nella regione dalle tradizioni comuniste e perde l'1,1% rispetto alle scorse politiche.
L'astensionismo fa paura alla destra e alla "sinistra" del regime borghese e per frenarlo il governatore piddino Claudio Martini aveva registrato su You Tube due messaggi dove sosteneva che "ogni voto è utile" e bollava come "inutile il voto di astensione".

Il risultato astensionista a Firenze
A Firenze l'astensionismo conquista il 4,4% in più rispetto al 2006. Alla Camera è diminuito il corpo elettorale ma gli astenuti salgono da 39.876 unità a 51.585, toccando la ragguardevole quota del 18,1% sul totale aventi diritto. Quasi un elettore su quattro in una città da sempre all'avanguardia del partecipazionismo elettorale e in cui il controllo dei partiti nati dallo scioglimento del PCI revisionista continua ad essere capillare.
Il quartiere dove si registra la più alta astensione è quello del centro, il n. 1, dove evidentemente pesano molto più che altrove le scelte sbagliate del neopodestà Domenici e della sua giunta per esempio sui trasporti, la tramvia, le case, una politica che ha reso il centro storico fiorentino invivibile per gli abitanti e vetrina, cara, per gli stranieri.

Tracollo della Sinistra arcobaleno
La vera emorragia di voti in Toscana e a Firenze, riguarda la Sinistra arcobaleno che tracolla perdendo sia a livello regionale che nel capoluogo il 7,8% dei suoi consensi rispetto rispetto al 2006.
L'elettorato di sinistra toscano e fiorentino che tanto si era speso nelle battaglie contro il governo Berlusconi (2001-2006), nei Social forum, contro le missioni di guerra, le privatizzazioni, gli inceneritori, le "grandi opere", il rigassificatore, la mancanza di case, il precariato, le "morti bianche", il posto di lavoro, ecc., ha voluto punire con un atto cosciente e consapevole quei partiti che all'interno delle istituzioni borghesi avrebbero dovuto fare gli interessi reali e urgenti delle masse, mentre nella pratica hanno coperto e condiviso appieno la politica nazionale, regionale e locale del "centro-sinistra", limitandosi come Rifondazione a ricoprire il ruolo di "cane da guardia".
Ma niente "mea culpa" da parte dei dirigenti regionali e fiorentini della Sinistra arcobaleno (SA), si limitano a piagnucolare per questa "disfatta politica" attribuendola alla volontà del PD di correre da solo a queste elezioni.
Eppure, la perdita dei voti della Sinistra arcobaleno non può certo essere attribuita solo al PD, in quanto da solo non recupera affato i consensi mancanti alla SA. Qualche elettore sensibile alla "sirena" del pericolo Berlusconi ha preferito sostenere Veltroni piuttosto che la SA, qualche altro voto al Senato è certo andato al partito di Di Pietro che presentava l'ex "ultrasinistro" Francesco "Pancho" Pardi, leader dei girotondini, e infine ai trotzkisti del PCL di Ferrando e di Sinistra critica. Ma una grossa parte, la maggiore dell'emorragia a sinistra, si ritrova nella crescita dell'astensionismo che è stato scelto da tante e tanti che non hanno ceduto al ricatto del pericolo Berlusconi ed erano delusi dall'esperienza del governo Prodi, ma anche dalla politica del governatore Martini.
Come ha sottolineato la compagna Claudia Del Decennale nel dibattito elettorale del PMLI del 5 aprile scorso a Firenze, "avere fiducia in Veltroni vuol dire condividere ciò che giornalmente propongono e realizzano il governatore Martini e il neopodestà Domenici". Ebbene, la risposta del proletariato e delle masse popolari toscane è stata un forte astensionismo.
Non è servito l'accorato appello dalle pagine del quotidiano trotzkista il manifesto, da parte di esponenti fiorentini di Rifondazione, di SD e di certi movimenti, per sostenere la Sinistra arcobaleno definita "soggetto che punta ancora sulla partecipazione attiva e su progetti di trasformazione dell'esistente", con tanto di sponsorizzazione della candidata Mercedes Frias che ha fatto suo cavallo di battaglia la "democrazia di tipo liberale", una politica collaborativa con le istituzioni borghesi che non mette in discussione il capitalismo.
La consigliera regionale di Rifondazione Monica Sgherri attribuisce la perdita dei voti al fatto che "non è stata compresa nei suoi valori e ideali", mentre la realtà appare l'esatto contrario e porta anche in Toscana una profonda scollatura dell'elettorato di sinistra operaio, giovanile e delle periferie urbane dall'imbelle, opportunista e filocapitalista Sinistra arcobaleno.
Vedremo gli sviluppi, anche se il governatore Martini e il neopodestà Domenici hanno voluto sottolineare che le loro rispettive amministrazioni andranno avanti e anzi hanno rimarcato i loro diktat su privatizzazioni, "grandi opere", inceneritori e rigassificatore. Il PRC e il PdCI sconfitti elettoralmente anche a livello locale sebbene cerchino di riorganizzarsi per fare nascere nuove trappole politiche come la costituzione del "nuovo partito comunista" o dare forza in forme diverse alla Sinistra arcobaleno, come proclamato dall'"Associazione per la sinistra unita e plurale di Firenze" di Ginsborg, in sostanza, per bocca dei suoi dirigenti ha già detto che non vuole stare fuori dalla stanza dei bottoni almeno a livello locale.

Il lavoro politico dei marxisti-leninisti toscani
Il nostro lavoro dovrà incentrarsi nella battaglia contro i governi regionale e locali e contro il governo Berlusconi e la terza repubblica ma anche nello smascherare i volponi revisionisti e trotzkisti e le nuove trappole che si preannunciano, vedi il primo raduno nazionale degli "sconfitti" della SA che si è tenuto proprio a Firenze sabato 19 aprile.
Occorre lavorare tenendo presente il dato importante della crescita dell'astensionismo e della nuova fase del rapporto del PMLI con i fautori del socialismo che si è aperta, facendo capire a chi viene in contatto con noi che occorre, ora più mai, legarsi al PMLI nella lotta da portare avanti con forza e fiducia per l'Italia unita, rossa e socialista.

23 aprile 2008