L'ex deputato PdCI Tranfaglia corre per l'IdV alle europee

Nicola Tranfaglia, storico, professore emerito dell'Università di Torino, ex deputato del PdCI nella scorsa legislatura, si è candidato nella lista dell'Italia dei valori di Di Pietro per la circoscrizione dell'Italia centrale.
Nato a Napoli nel 1938 si è laureato in giurisprudenza nel 1961 all'Università Federico II. Di formazione liberal-socialista (si rifà al pensiero di Carlo Rosselli ed è stato assistente del costituzionalista Alessandro Galante Garrone), dal 1967 al 2007 è stato professore ordinario di storia contemporanea all'Università di Torino, nonché preside della facoltà di Lettere e filosofia di quell'ateneo. È editorialista del quotidiano La Repubblica e collaboratore del settimanale L'Espresso.
Nel 2004 abbandona i Democratici di sinistra, per i quali è stato capogruppo al Comune di Torino, con una lettera polemica inviata al segretario Fassino e quello stesso anno si iscrive al PdCI candidandosi alle europee, ma senza essere eletto. Viene eletto invece alle politiche del 2006 alla Camera, partecipando ai lavori delle commissioni Cultura e Vigilanza Rai. Nel 2008 è candidato per la Sinistra arcobaleno come capolista nella circoscrizione Veneto, ma la coalizione trotzkista non supera la soglia di sbarramento ed è esclusa dal parlamento. Due mesi dopo il professore annuncia su L'Unità di lasciare anche il PdCI, restando senza una collocazione politica precisa fino all'accettazione della candidatura nelle liste dell'IdV alle prossime europee. Una scelta motivata a suo dire dal fatto che "tra i partiti dell'opposizione di centro-sinistra l'Italia dei Valori è quello che ha condotto l'opposizione più netta e decisa alla maggioranza populista che ci governa", per la sua "difesa della Costituzione repubblicana" e per "l'apertura assai chiara che l'Italia dei valori ha fatto alla lotta della Cgil per una politica economica che abbia al centro le esigenze e gli interessi della masse lavoratrici". Salvo però storcere il naso all'obiezione che anche questo è un partito populista e personale rispondendo che "nemmeno io sono sempre entusiasta di Di Pietro".
Recentemente ha dato alle stampe un altro dei suoi tanti libri sulla storia dell'Italia moderna col titolo "Vent'anni con Berlusconi (1993-2013) - L'estinzione della sinistra", in cui sostiene che "un modello come quello introdotto da Berlusconi in Italia non ha conquistato soltanto chi si colloca a destra, ma anche una parte rilevante del ceto politico e dirigente che pur si dichiara di sinistra". Aggiungendo nelle conclusioni che perciò questo modello rischia di continuare anche dopo la fine dell'attuale legislatura nel 2013. Ciononostante il professore, interrogato in proposito da Il Giornale della famiglia Berlusconi, nega che siamo di fronte "a una riedizione del fascismo", ma piuttosto "di fronte a un modo di governare che si rifà al populismo autoritario". E aggiunge come "soluzione" che "bisogna modificare il sistema delle comunicazioni per tornare a una democrazia liberale".

3 giugno 2009