La proposta della Commissione europea si basa su un vecchio documento di Monti
L'Ue vuole cancellare il diritto di sciopero
L'imperialismo europeo vuol rendere "compatibile" le proteste dei lavoratori con le regole del mercato unico
L'europarlamento non può modificare il testo

Lo scorso 21 marzo la Commissione europea ha varato un documento che sotto il titolo pomposo di "Consigli di regolamentazione dell'esercizio del diritto di promuovere azioni collettive nel contesto della libertà d'impresa e della garanzia dei servizi", punta a cancellare il diritto di sciopero. Sulla base della considerazione che i diritti dei lavoratori vanno "armonizzati" con quelli economici. Il che vuol dire subordinati.
Il documento portato al parlamento europeo sarà discusso nelle commissioni competenti che però non potranno modificare il testo, potranno solo proporre alcune modifiche che saranno valutate dalla Commissione. Nei fatti la discussione all'europarlamento si concluderà con un voto si o no.
Il testo è basato sul documento chiesto dal presidente della Commissione Ue Manuel Barroso all'allora libero docente Mario Monti e consegnato nel maggio 2010, tanto che nelle comunicazioni ufficiali si chiama anche proposta di regolamento Monti II. Lontano dall'essere ancora chiamato da "tecnico" a guidare il governo italiano aveva già imparato a dichiarare una cosa e a fare l'opposto. Il suo rapporto, affermava Monti nel presentarlo a Barroso, aveva l'obiettivo di "rispondere alla preoccupazione dei sindacati secondo la quale l'esercizio delle libertà economiche riduce la tutela del diritto di sciopero". E infatti i sindacati erano giustamente preoccupati perché la sua proposta non riduce ma cancella il diritto di sciopero.
Nell'art. 2 della proposta si legge che "non esiste primazia" tra libertà economiche e diritti sindacali, per dire che sono diritti paritetici. Nel capitolo seguente si affermava che i diritti sindacali "possono essere conciliati con le esigenze relative ai diritti e alle libertà economiche sanciti nel Trattato", ovvero subordinati come nel caso di una sentenza della Corte di Giustizia europea che aveva dichiarato illegittimo uno sciopero attuato per imporre ad un'impresa di servizi straniera il rispetto del contratto collettivo vigente nel paese ospitante. La Corte aveva sentenziato che lo sciopero costituiva un ostacolo al funzionamento del mercato interno, al pari degli atti regolativi adottati dagli Stati. Nell'elaborazione della proposta Monti II la Commissione ha tolto questo secondo capitolo ma il senso dell'art 2 è rimasto lo stesso: si afferma la parità e si sancisce la supremazia della libertà d'impresa.
La stessa filosofia che permea la controriforma del "mercato del lavoro" del primo ministro Monti e del suo ministro Fornero che stanno imponendo in Italia.
Secondo l'ufficio giuridico della Cgil il testo portato al parlamento europeo "non pone alcun argine al processo di erosione del diritto di sciopero potenzialmente innescato dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia in materia di libertà economiche fondamentali". Sempre di "erosione" del diritto di sciopero parla l'europarlamentare del Pd Sergio Cofferati che comunque sostiene che se il testo non avrà modifiche sostanziali dovrà essere respinto.
Il provvedimento antisciopero deve essere cancellato, perché i diritti dei lavoratori, compreso quello di sciopero non può essere limitato né tantomeno cancellato dall'imperialismo europeo che vorrebbe rendere "compatibili" le proteste dei lavoratori con le regole del mercato unico.

4 aprile 2012