Il governo ungherese vara una nuova Costituzione fascista
Introdotta la censura, nessuna libertà di stampa, processi contro gli oppositori e i partiti che si richiamano al socialismo

Lo Orszaghàz, il Parlamento ungherese, ha approvato l'11 marzo con 265 sì, 11 no e 33 astensioni la proposta di modifiche alla Costituzione volute dal governo del premier Viktor Orbàn e imposte dal suo partito di destra, la Fidesz, che ha una larga maggioranza in parlamento. La modifica di alcuni articoli rende la costituzione fascista varata nel 2011 ancora più fascista, un golpe bianco che avviene in uno dei 27 paesi dell'Unione europea, con deboli e insufficienti proteste degli organismi comunitari.
Fra i punti emendati dal parlamento vi è quello che limita i poteri della Corte costituzionale nell'esame solo da un punto di vista della forma e non dei contenuti dei cambiamenti della Costituzione. La Corte costituzionale in passato aveva respinto proprio alcune leggi liberticide quali quelle contro la libertà di culto e per l'introduzione del crimine di "senza dimora", assieme alla nuova legge elettorale con obbligo di pre-registrazione in apposite liste e a quella della riforma universitaria.
Le modifiche affermano che la libertà di espressione e di opinione potrà essere limitata se colpirà una non meglio definita "dignità della Nazione, dello Stato e della persona". Una formulazione ambigua per colpire le opposizioni in parlamento e in piazza.
Un'altra riguarda parti della riforma universitaria precedentemente bocciata che obbliga gli studenti una volta laureati a restare in Ungheria per un periodo almeno lungo come il corso di laurea e in alcuni casi fino a dieci anni, vietata la ricerca di lavoro all'estero, pena la restituzione dei soldi avuti in prestito per completare gli studi. Lo scorso dicembre migliaia di studenti avevano invaso le strade del centro di Budapest per protestare contro la riforma dell'università e i tagli all'istruzione del governo Orban, che aveva tra l'altro aumentato le tasse e inserito la possibilità di riceve un prestito dallo stato con la clausola di dover rimanere in Ungheria per i prossimi 10 anni dopo la fine degli studi. Una norma che adesso entra nella costituzione.
Come vi entra quella che vieta ai senzatetto di fermarsi e dormire in uno spazio pubblico. La dilagante povertà deve essere nascosta.
I dibattiti elettorali saranno vietati su radio e tv private, quelle poche ancora rimaste aperte dopo l'intervento del governo che ha tagliato frequenze e ridotto le entrate con la pubblicità. Le coppie non sposate, senza figli o omosessuali non potranno avere la definizione di famiglia e quindi non avranno gli stessi diritti e agevolazioni della famiglia eterosessuale ufficialmente sposata e con figli.
Ultima, ma non meno grave, la definizione del vecchio partito comunista (revisionista, ndr), oggi riconvertito in Partito socialista, come organizzazione criminale.
Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland, diffondevano un comunicato per affermare che le modifiche della legge fondamentale ungherese "sollevano preoccupazioni per quanto riguarda il principio del primato del Diritto, il Diritto dell'Unione europea e lo spirito dei suoi trattati, e le norme del Consiglio d'Europa". Le istituzioni europee avevano invitato il governo magiaro a sospendere le modifiche costituzionali per ridiscuterle assieme. Il partito Fidesz è membro del Partito popolare europeo, potevano almeno sbatterlo fuori, nemmeno questo. E Orban che aveva definito questa posizione una intromissione negli affari interni ungheresi e ha potuto tirare dritto nel golpe costituzionale, forte della maggioranza dei due terzi in parlamento.
Quella stessa maggioranza che lo aveva portato al governo nel 2010, col 53% dei voti validi e il premio di maggioranza del 15%, che consegnava al suo partito Fidesz i 2/3 dei seggi al parlamento. Orban ha nel tempo varato una nuova costituzione, entrata in vigore nel gennaio 2012, improntata al nazionalismo, reazionaria in tema di bioetica e famiglia, conforme al motto fascista "Dio, patria e famiglia". Che decretava la fine dell'indipendenza politica dal governo di alcune istituzioni quali la Corte Costituzionale e la Banca nazionale d'Ungheria, nel diritto borghese formalmente indipendenti dall'esecutivo. Preludio delle nuove modifiche costituzionali fasciste.

13 marzo 2013