Legislazione fascista
In Ungheria diventa un crimine essere poveri

Il parlamento di Budapest ha approvato a fine settembre una legge che vieta ai senzatetto di costruirsi giacigli o baracche pena l'arresto e il carcere e stabilisce la sanzione di una multa per chi verrà sorpreso a dormire per strada. Il presidente Orban, il suo governo e il suo partito, Fidesz che ha la maggioranza superiore ai due terzi del parlamento, portano a casa un altro punto della loro modifica fascista della legislazione nazionale.

La notizia del varo della legge ha suscitato le immediate proteste di alcune centinaia di senzatetto che hanno manifestato di fronte al palazzo del parlamento con cartelli con su scritto "siamo poveri, non criminali!".

Il governo reazionario di Orban ha risposto alle denunce delle opposizioni e a un flebile e complice vagito delle istituzioni europee affermando che la legge si propone di aiutare le persone prive di fissa dimora assicurando loro la disponibilità di posti in spazi pubblici.

I senzatetto in Ungheria, secondo recenti stime, sarebbero circa 100 mila dei quali un numero che potrebbe arrivare fino a 50 mila nella capitale Budapest. Dove i posti letto disponibili nei centri di accoglienza arrivano al massimo a 6 mila, del tutto insufficienti a rispondere all'esigenza di offrire un tetto ai poveri che la richiedono. Un numero considerevole di poveri è stato generato dai licenziamenti di massa in seguito alla chiusura di fabbriche considerate non più adeguate ai dogmi del mercato. E il numero è cresciuto ancora con la crisi economica.

La legge era già stata varata nel 2012 ma era stata bocciata dalla corte costituzionale. Nel marzo scorso il parlamento aveva riscritto il provvedimento mantenendo nella sostanza la parte dell'inasprimento delle misure contro il vagabondaggio. Un fenomeno trattato non dal punto di vista sociale ma criminalizzato e affrontato come un crimine. Essere poveri in Ungheria è diventato un crimine.

Secondo il presidente della Commissione europea, José Barroso, e il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thornbjorn Jagland, la decisione del parlamento di Budapest desta "preoccupazione per il rispetto dello stato di diritto, delle leggi dell'Ue e degli standard del Consiglio d'Europa". Al massimo l'Unione europea si "preoccupa", una posizione ridicola e complice. Eppure nel mese di aprile, con la legge in discussione in parlamento, anche un gruppo di esperti di diritti umani dell'Onu aveva condannato l'Ungheria per l'emendamento riguardante i senzatetto denunciando che "grazie a questo emendamento il parlamento ungherese istituzionalizza la criminalizzazione del vagabondaggio e iscrive nella Costituzione la discriminazione e stigmatizzazione dei senzatetto". Una denuncia che non ha avuto eco né a Budapest né tanto meno a Bruxelles.

20 novembre 2013