Unire i veri comunisti, emarginare i falsi comunisti
 

Da più parti si invoca l'unità dei comunisti in un solo Partito. Qualcuno si appella anche al PMLI. Ma ci sono dei veri comunisti al di fuori del PMLI? Certo che sì, ma lo sono solo soggettivamente in quanto sono assolutamente sprovvisti della cultura comunista, ossia marxista-leninista. Con loro è senz'altro possibile unirsi nello stesso Partito, che per noi è il PMLI. Non però con gli imbroglioni politici travestiti da comunisti, del tipo di Diliberto, Rizzo, Ferrero e simili. Anzi verso costoro occorre condurre una ferma battaglia di principio per smascherarli, emarginarli ed espellerli dai movimenti. È una necessità assoluta della lotta di classe e dell'unità dei veri comunisti.
Lenin, che si interessava personalmente della situazione italiana, ci ha dato la chiave per risolvere l'importante problema dell'unità dei veri comunisti. Parlando al 3° Congresso Internazionale comunista, nel giugno 1921, ha rilevato: "Abbiamo detto apertamente al proletariato italiano: 'Non unitevi con i riformisti, con Turati... La prima condizione del vero comunismo, è la rottura con l'opportunismo'". (Dal "Discorso sulla situazione italiana", 28 giugno 1921, Opere complete, Editori Riuniti, vol. 32, pagg. 438-440).
Come i lettori più informati sanno, questa tesi di Lenin alla fine prevalse e i riformisti italiani di allora furono emarginati. Ciò nonostante la classe dominante borghese riuscì lo stesso a impossessarsi della direzione del PCI con propri agenti travestiti da comunisti, i cui nomi principali erano Bordiga, Gramsci e Togliatti. Un'operazione che ha poi ripetuto con i partiti sedicenti comunisti fondati dopo l'autoscioglimento del PCI nel 1991.
Una esperienza storica che va capita e studiata a fondo da parte di chi oggi si ritiene comunista e combatte il riformismo. Ma ciò non è possibile se non si acquisisce - come sottolinea il documento dell'Ufficio politico del PMLI sul governo Letta-Berlusconi - la cul-
tura del proletariato e della rivoluzione sociale e politica, ossia il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, se non si capisce che bisogna dare battaglia al capitalismo e al suo governo, qualsiasi sia la sua etichetta, che dobbiamo lottare quotidianamente per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse, che dobbiamo preparare le condizioni soggettive per la vittoria della rivoluzione socialista e della conquista del potere politico da parte del proletariato.
Solo così è possibile impedire alla classe dominante borghese di promuovere nuovi partiti e federazioni sedicenti comunisti allo scopo di controllare i movimenti di massa e non farli uscire dai confini del capitalismo, della Costituzione e delle istituzioni borghesi.
Il PMLI è disponibilissimo, senza pregiudizi e preclusioni, a discutere di tutto ciò con tutti i sinceri comunisti e con tutte le ragazze e i ragazzi che lottano per il loro futuro.
Un mondo socialista ci attende, discutiamo, uniamoci e lottiamo per conquistarlo!

3 luglio 2013