L'"Unità" insulta e calunnia il popolo siciliano

Il 16 maggio, dopo la sonora batosta elettorale del "centro-sinistra" in Sicilia sull'Unità sono comparsi due articoli, a firma di Enrico Fierro, che colpiscono, per la cercata operazione antisiciliana che contengono.
La domanda che sottintende Fierro nei suoi pezzi è: "perché il centro-sinistra" non ha vinto a Palermo?".
Nel primo articolo, con una operazione illegittima da un punto di vista dell'aderenza alla realtà, Fierro afferma che i motivi del fallimento della coalizione prodiana risiedono nella loro "incapacità di rappresentare i bisogni concreti delle fasce più deboli della realtà".
È vero che il "centro-sinistra" non sa interpretare le esigenze delle masse popolari. Ma questo corrisponde solo a una parte della verità e dà alla "sinistra" borghese la via di salvezza di una presunta "innocenza politica". La verità va detta tutta ed è che la "sinistra" borghese è stata duramente e giustamente punita nelle urne dagli elettori di sinistra palermitani per le sue pesanti responsabilità di governo.
Quello sul quale vogliamo dire qualcosa di più è il secondo articolo di Fierro, un'intervista ad Alajmo, scrittore e giornalista siciliano. Il messaggio che passa in questo pezzo è che i siciliani hanno un serio problema antropologico se non votano per il "centro-sinistra".
Infatti l'affermazione di Alajmo "i siciliani non credono alle idee. E quando si vota i cittadini veramente consapevoli sono una minima parte" è volutamente razzista e falsa allo stesso tempo. Qui è opportuno chiarire che il "non credere alle idee" coincide con il "non capire le idee", dal momento che poco dopo si afferma che i siciliani sono degli "inconsapevoli quando si vota".
La scelta di strumentalizzare il siciliano Alajmo mostra che il maggiore quotidiano della "sinistra" borghese italiana è cosciente del significato antipopolare delle affermazioni di cui sopra e non si espone in prima persona.
Fa rabbia vedere che il popolo siciliano che ha una generosa ed avanzata storia di lotta di classe, di aderenza alle idee progressiste debba essere offeso così dall'Unità.
La lotta politica procede per vittorie o sconfitte ed una sconfitta elettorale a noi non sembra un motivo valido, neanche da parte dei riformisti de l'Unità, per insultare e calunniare il popolo siciliano.
Pensiamo che la "sinistra" borghese abbia qualche motivo di rancore in più verso il popolo siciliano. Molto probabilmente non riesce a mandare giù il rospo di un tasso di astensionismo che ormai da anni oscilla in Sicilia tra il 30 ed il 40% dell'elettorato con punte anche del 50%.
La verità insopportabile per l'Unità è che l'astensionismo espresso regolarmente dai siciliani è uno zoccolo duro difficilmente riassorbibile dalle istituzioni borghesi e che anzi ha tutte le caratteristiche, considerato l'atteggiamento affamatore dei governi nazionali, regionali e locali verso il Mezzogiorno, di orientarsi verso una sempre maggiore coscienza antiborghese. Altro che presunta "inconsapevolezza" dei siciliani quando si vota.
Il processo di delegittimazione delle istituzioni borghesi già da tempo si è avviato e procede in avanti, anche se attraverso oscillazioni del tasso astensionista, che noi marxisti-leninisti studiamo scientificamente e accettiamo.
Tutti i mezzi sono buoni per la borghesia per estorcere il voto alle masse popolari e rallentare il processo di delegittimazione di cui sono oggetto le istituzioni borghesi. Da varie denunce provenienti dagli elettori stessi appare evidente che la destra palermitana in questa tornata è ricorsa pesantemente alla sua rete clientelare e al ricatto lavorativo nel tentativo di bloccare la scelta elettorale per l'astensione.
La "sinistra" borghese soffre molto sul piano elettorale degli elevati tassi di astensionismo. E' questo che la manda in bestia ed è questo che spinge un quotidiano come l'Unità a ricorrere a offensive e calunniose operazioni di basso profilo antisiciliano.
Per noi marxisti-leninisti tutto quello che si è mosso intorno alla tornata elettorale palermitana e siciliana sono ulteriore conferma della giustezza rivoluzionaria della nostra strategia elettorale e della necessità di continuare a combattere le illusioni elettorali e a sviluppare il lavoro di radicamento del PMLI.

23 maggio 2007