"Uniti a sinistra" (Biografia di Folena, l'uomo delle giravolte politiche)
Un altro gruppo riformista e anticomunista
Tra i promotori Folena, Martone, Occhetto, Rinaldini
A neanche sei mesi dal lancio di "Verso sinistra", l'assemblea-calderone dei trotzkisti, falsi comunisti, socialdemocratici e riformisti di sinistra, promossa dal manifesto e da Alberto Asor Rosa, ecco spuntare "Uniti a sinistra", un altro gruppo che ha l'ambizione di riunire tutta la "sinistra" che non si sente rappresentata in tutto o in parte dai partiti dell'Unione di Prodi.
Avevamo già detto che "Verso sinistra", con la sua "Camera di consultazione permanente", era un progetto già fallito in partenza, un "contenitore" destinato a rimanere vuoto e a servire solo da stampella elettorale al "centro-sinistra", e puntualmente la nascita di un altro gruppo del tutto simile, quanto a composizione, premesse ideologiche e obiettivi politici, lo conferma in pieno. Le sole differenze sono che avendo la creatura di Asor Rosa fallito proprio sulla questione del "contenitore" per tutta la "sinistra radicale", e per essersi appiattito unicamente sulle scadenze elettorali (le "primarie" nel "centro-sinistra" e le politiche del 2006), il nuovo soggetto politico proclama esplicitamente di non voler essere o anche soltanto assomigliare a una organizzazione partitica, bensì una "rete di singoli e di associazioni per riformare la politica, per una sinistra partecipativa e democratica"; e di non volersi impegnare elettoralmente, ma di prepararsi semmai per il "dopo" elezioni, quando il futuro e auspicato governo di "centro-sinistra" porrà il problema dei rapporti col mondo del lavoro, i movimenti, gli elettori di sinistra, ecc.
Questo almeno è quanto è stato ribadito in vario modo all'assemblea di presentazione di "Uniti a sinistra", che si è tenuta a Roma il 9 luglio scorso, dagli stessi promotori del gruppo: che sono l'ex deputato DS Pietro Folena, recentemente passato al PRC come "indipendente" dopo aver sperimentato nel partito dei rinnegati del comunismo tutte le varianti del revisionismo e del riformismo, dal PCI di Berlinguer al Correntone DS; l'ex senatore dei Verdi Francesco Martone, anche lui ora nel PRC come "indipendente"; Antonello Falomi, un altro ex diessino ora nel "Cantiere" insieme ad Achille Occhetto e Giulietto Chiesa; e inoltre Anna Pizzo, Mario Agostinelli e le associazioni Sinistra Romana e Punto Rosso.

Una "rete" per ingabbiare gli anticapitalisti
Al nuovo soggetto hanno aderito, secondo quanto riferito dai promotori stessi, circa 600 tra dirigenti e quadri sindacali, rappresentanti di associazioni e movimenti, dirigenti di partito, oltre che centinaia di iscritti ed elettori della "sinistra radicale". Tra i movimenti figurano Uds e Udu. Tra i dirigenti sindacali spiccano Gianni Rinaldini (segretario generale della Fiom), Paolo Nerozzi (segretario confederale), Enrico Panini (segretario generale della Flc) e Carlo Podda (funzione pubblica).
Nell'assemblea romana la nascita di "Uniti a sinistra" in alternativa al fallimento della "Camera di consultazione" è stata proclamata esplicitamente: quest'ultima "si è presentata come il tutto", ha detto Folena nella sua relazione. "Noi, senza operazioni dall'alto, vogliamo creare una rete nella quale ognuno metta in discussione la propria identità". Evidentemente Folena e gli altri promotori si rendono conto che alla sinistra dell'Unione c'è un vuoto di rappresentanza che l'operazione manifesto-Asor Rosa non è riuscita a coprire. E neanche Bertinotti può farlo: "non c'è dubbio che il PRC abbia aperto qualcosa di nuovo, ma questo non basta", ha osservato infatti Folena che quel vuoto aspira appunto a riempire con l'operazione di cui si è fatto promotore.
E per essere credibile deve evitare l'errore dell'iniziativa di Asor Rosa, "precipitata - dice Folena - su come presentarsi alle prossime elezioni". Per questo, affermano in un loro documento i quattro dirigenti sindacali, quasi in polemica con chi come Occhetto propone esplicitamente di costruire un nuovo partito, Uniti a sinistra "non dovrà essere un nuovo partito, né un cartello elettorale: non dovrà essere l'aggregazione di ciò che già esiste né la semplice sommatoria di sigle o individui intorno a partiti già esistenti, ma deve avere un'altra e più grande ambizione, sganciata da scadenze elettorali e da competizioni tra ceti e gruppi dirigenti". "Il nostro è un processo nuovo che non guarda alla scadenza elettorale del 2006 ma va oltre", ha aggiunto Martone in risposta alle sollecitazioni di Marco Rizzo (PdCI) e del verde Paolo Cento per l'adesione di "Uniti a sinistra" ad una "lista arcobaleno" di tutte le "sinistre alternative" nella quota proporzionale.
Ma se non è zuppa è pan bagnato. Nonostante tutti questi tentativi di distinguersi dalla fallimentare iniziativa di chi li ha preceduti, i promotori di "Uniti a sinistra" sono fatti della loro stessa pasta e mirano allo stesso obiettivo: fingere di andare a sinistra per riacciuffare i militanti di base e gli elettori delusi e disgustati dalla politica del "centro-sinistra", nonché i movimenti di lotta sindacali, pacifisti, ambientalisti, no global, disobbedienti, girotondini, ecc. e riportarli all'ovile: cioè a destra, dentro il recinto ben delimitato della "sinistra" borghese riformista.
"L'alternativa vincente può essere l'Unione", dice infatti il documento di fondazione dei promotori, avvertendo però che a causa delle sue ambiguità e debolezze su "nodi giganteschi" (come guerra e pace, politiche del lavoro, ambiente e sviluppo, migranti, ecc.), "alla prova del Governo dell'Unione rischia di precipitare, provocando un vero e proprio corto-circuito generale. Guardiamo quindi con favore ad ogni iniezione di democrazia e di partecipazione, come quelle che nelle ultime settimane ha prospettato la coalizione". "Uniti a sinistra" si propone quindi come lo strumento attraverso cui gli elettori di sinistra e i movimenti possano esercitare un illusorio potere "partecipativo e democratico" per influenzare e determinare la politica dell'Unione di Prodi, sia in questa fase, ma soprattutto se e quando sarà al governo.

"Uniti a sinistra" per restare a destra
Ma l'obiettivo reale è sempre quello di tenere queste forze ingabbiate nella palude del riformismo e impedire che sviluppino una coscienza rivoluzionaria. Infatti la sinistra che essi vogliono - lo dicono esplicitamente nel documento fondativo - è "una nuova sinistra europea socialista, pacifista, antiliberista, ambientalista e dei beni comuni, democratica e non violenta".
In questo quadro, come l'imbroglione trotzkista Bertinotti, invece dell'internazionalismo proletario e la lotta senza quartiere alla Ue imperialista, predicano una sua impossibile riforma di sinistra, quella che chiamano "un'altra Europa", con una "Costituzione europea radicalmente democratica, fondata sul lavoro e sulla pace". Invece della lotta di classe predicano il "pensiero della differenza" e il femminismo, "che hanno posto in termini nuovi il tema dell'individuo e della sua liberazione". Invece della lotta all'imperialismo e del sostegno ai popoli oppressi, il pacifismo. Alla classe operaia come motore di ogni cambiamento rivoluzionario sostituiscono i movimenti di matrice piccolo-borghese ambientalisti e "altermondialisti", che si fondano sulle "critiche al modello industrialista e consumista, della vecchia idea di crescita, che hanno investito non solo il capitalismo ma anche i suoi tradizionali oppositori" (la classe operaia).
E infine, invece della dittatura del proletariato e del socialismo, "Uniti a sinistra" propone "un progetto di società che si fonda sugli ideali di libertà e autodeterminazione delle donne e degli uomini, di uguaglianza e giustizia sociale, di solidarietà e di mutualismo che sono il sale della sinistra". Un progetto che può essere sposato tranquillamente anche dalla destra liberale e cattolica, fino ai riformisti socialdemocratici, ma che non scalfisce minimamente le basi del sistema di sfruttamento capitalistico e non ha niente a che vedere con il socialismo, ma tutt'al più può alimentare l'illusione che sia possibile un "addolcimento" degli aspetti più brutali e disumani del capitalismo e dell'imperialismo.
Per tutto questo non si può che definire "Uniti a sinistra" un nuovo inganno contro i sinceri anticapitalisti e fautori del socialismo. Un nuovo gruppo riformista e anticomunista che potrà rallentare solo per qualche tempo, finché non farà anch'esso la fine di altre operazioni simili precedenti, il crescente distacco dei settori più coscienti e combattivi della classe operaia e delle masse popolari dalla "sinistra" borghese sempre più asservita al sistema capitalista e imperialista.

20 luglio 2005