Discorso introduttivo di Angelo Urgo alla commemorazione del 59° Anniversario della morte di Stalin organizzata dal Comitato lombardo del PMLI
Stalin, guida irrinunciabile nella lotta contro il governo monti, per abbattere il capitalismo e nella lotta per il socialismo

Ecco il testo integrale dell'interessante e forte discorso pronunciato dal compagno Angelo Urgo, Segretario del Comitato Lombardo del PMLI, a Milano il 3 marzo scorso per commemorare il 59° della scomparsa di Stalin. La cronaca dell'iniziativa è stata pubblicata su "Il Bolscevico" n. 10.

Compagne e compagni, amiche e amici,
in un momento in cui le grandi borghesie dell'alta finanza italiana e dell'Unione Europea stanno facendo pagare alla classe operaia e alle masse lavoratrici e popolari le conseguenze della crisi internazionale del capitalismo - da loro stesse provocata - tramite una micidiale macelleria sociale portata avanti, in continuità col precedente esecutivo del neoduce Berlusconi, dal governo dei banchieri, degli alti ufficiali, dei boiardi di Stato, dei baroni universitari, dei tecnocrati e delle personalità borghesi ammanigliate col Vaticano capeggiati dal "sobrio" affiliato alla Commissione Trilaterale ed al Gruppo Bilderberg Mario Monti, noi siamo qui, su invito del Comitato lombardo del PMLI, a rendere onore a un grande e imbattuto campione anticapitalista, Stalin, in occasione del 59° Anniversario della sua scomparsa.
Prendendo esempio dal suo coraggio e applicando i suoi insegnamenti, i marxisti-leninisti italiani faranno fino in fondo la loro parte nella lotta del popolo italiano per liberare l'Italia dal governo della grande finanza, della Ue e della macelleria sociale indicando come unica e concreta via d'uscita da questa sempre più critica situazione economica, sociale e politica, la via che porta alla conquista dell'Italia unita, rossa e socialista!
Noi appoggiamo fermamente e in maniera militante gli operai e i lavoratori che lottano, con encomiabile coraggio e spirito di iniziativa e sacrificio, in difesa del loro posto di lavoro come quelli della Siemens Nokia-Jabil di Cassina De' Pecchi o quelli dei treni notturni che presidiano la torre faro del binario 21 della Stazione Centrale di Milano, oppure che lottano contro la precarietà del lavoro come quelli dell'Esselunga di Pioltello o quelli del Comune di Milano che in buona parte sono stati "lasciati a casa" dalla giunta arancione del "vento che cambia" del neopodestà Pisapia che altro non sa fare che tagliare e stangare le masse per finanziare l'EXPO.
Inoltre, nell'augurare di cuore una pronta guarigione a Luca Abbà, esprimiamo solidarietà militante e antifascista al movimento NoTAV per i gravi e ripetuti atti repressivi che questo governo del regime neofascista attua contro chi si oppone ai diktat antipopolari di cementificazione speculativa del territorio agricolo, pastorizio e naturalistico, così come per Milano e dintorni sta succedendo sotto il segno di EXPO 2015.
In ogni modo noi siamo sempre innanzitutto con la classe operaia e quindi coi metalmeccanici che sciopereranno il 9 marzo, saremo con loro alla manifestazione a Roma anche noi marxisti-leninisti lombardi per gridare forte e chiaro: Monti vattene! FIOM in FIAT!

Stalin: esempio di dedizione alla causa del proletariato e della Rivoluzione
Il 5 marzo 1953 moriva a Mosca Josif Vissarionovič Stalin. Due giorni prima della scomparsa un comunicato ufficiale aveva informato l'URSS e il mondo sulle gravi condizioni di salute del Segretario generale del PCUS e Presidente del Consiglio dei ministri sovietico, colpito il 1° marzo da una apoplessia che non lasciava speranze. Per gli operai, i contadini colcosiani, le masse popolari dell'Unione sovietica quelli furono giorni di sentito e profondo dolore, così come lo furono per gli sfruttati e gli oppressi del mondo intero. Le manifestazioni di sincero cordoglio riunirono milioni di proletari nell'affetto e nella stima per Stalin. Per tre giorni una fila sterminata di sovietici si recò, incurante del freddo intenso dell'inverno russo, a rendere omaggio alla salma del grande dirigente e maestro del proletariato internazionale, esposta nella Sala delle colonne del Palazzo dei Sindacati. Questo ultimo e partecipato saluto fu l'espressione spontanea e sincera della fiducia e dell'autorevolezza di cui Stalin godeva. Sentimenti questi, che egli aveva saputo conquistarsi e infondere nel proletariato mondiale attraverso il corso di una vita interamente dedicata al suo popolo, alla costruzione e al consolidamento del socialismo in URSS, all'affermazione del marxismo-leninismo e del socialismo in tutto il mondo.
La sua vita è stata un esempio concreto e incancellabile di dedizione alla causa della classe operaia e della Rivoluzione.
La caratteristica essenziale della vita di Stalin - come già quella di Lenin - fu l'essere tutt'uno, giorno per giorno, con l'interesse del popolo sfruttato e oppresso anteponendolo a quello personale, spesso sacrificando se stesso e i suoi affetti familiari più cari, vivendo in maniera semplice e lavorando con tenacia ed entusiasmo nella lotta delle masse per la liberazione dalla schiavitù capitalistica e per la vittoria del socialismo!
La vita di Stalin fu, insomma, la lotta di milioni e milioni di lavoratrici e lavoratori, di donne e uomini semplici che divenne coscienza sicura e profonda; coscienza che a sua volta interviene come fattore decisivo nella lotta, per orientarla e condurla, tappa dopo tappa, di vittoria in vittoria!
Tra gli operai della Transcaucasia Stalin si formò come dirigente rivoluzionario di massa. La Transcaucasia in quegli anni stava diventando una grande regione industriale: il capitalismo vi si sviluppava intensamente, si costituivano grandi "eserciti" proletari tra i quali Stalin lavorava per dare una coscienza marxista a nuclei operai di avanguardia e insieme per sospingere e guidare alla lotta le grandi masse operaie realizzando in concreto nella Transcaucasia (da Tiblisi a Batum fino al grande centro petrolifero di Baku), sull'esempio dell'Unione per l'emancipazione del lavoro di Lenin a Pietroburgo, il fondamentale principio marxista-leninista della fusione del socialismo scientifico col movimento operaio.
La lotta nella Transcaucasia era complicata dal fatto che la popolazione era composta dalle più diverse nazionalità: armeni, georgiani, azeri, russi, ecc. che la borghesia e il regime zarista aizzavano gli uni contro gli altri con ogni sorta di facili demagogie razziste e xenofobe basate su pretesti etnici e religiosi, un po' come oggi fa in Italia il regime neofascista tra italiani e immigrati e nomadi rom e sinti. È qui che si formò quell'antirazzismo rivoluzionario ed internazionalismo proletario che permisero a Stalin di affrontare in concreto la "Questione nazionale" sulla quale diede, da allora in poi, un contributo essenziale al marxismo-leninismo. Fu proprio nell'apprezzare questo suo fondamentale contributo che Lenin, in una lettera a Massimo Gorki del 1913, lo definì con devozione "un magnifico georgiano".
Minandolo nel fisico, ma non certo nei suoi propositi e nei suoi ideali, dure furono le sofferenze patite da Stalin nei periodi di prigionia in Siberia, lunghi furono i periodi di confino coatto prima di arrivare, dopo la rivoluzione democratico-borghese di febbraio, a Pietrogrado nel 1917 dove sostituì Lenin alla guida del Partito bolscevico - quando questi fu costretto ad un breve esilio in Finlandia - e dove diresse le operazioni concrete che portarono alla vittoria la grande Rivoluzione socialista e sovietica d'Ottobre!
Questa sua vita, questo esempio forte e luminoso che egli ha rappresentato, niente e nessuno potrà mai riuscire a scalfire. Stalin è stato senza alcun dubbio un grande marxista-leninista e un grande maestro del proletariato internazionale, un combattente proletario rivoluzionario che ha profuso tutte le sue intense energie e le sue capacità nella lotta per l'affermazione del socialismo e la sua concreta realizzazione.
I fatti della storia, l'azione degli uomini in essa, le forze e gli interessi che vi sono coinvolti, gli sviluppi e i nuovi scenari che essa propone vanno analizzati, capiti e giudicati in modo corretto per poter essere d'insegnamento e spingere verso un nuovo e superiore progresso. E il solo modo corretto di analisi è quello dialettico, l'unico che permette di non impantanarsi e cadere nell'astrazione, nell'apriorismo e nell'idealismo storico.
Per i marxisti-leninisti l'opera di Stalin è stata un'opera titanica che travalica i confini dell'Unione Sovietica, per espandersi in Europa e nel resto del mondo. Un'opera realizzata in prima persona dalla classe operaia assieme ai lavoratori agricoli e intellettuali e che ha permesso nel corso di numerose e diverse battaglie che a vincere fossero sempre il popolo, il socialismo e il progresso sociale, culturale e scientifico, e ad essere sconfitti fossero sempre la borghesia, l'imperialismo, l'oscurantismo, il razzismo ed il fascismo.

Il bilancio del pensiero e dell'opera di Stalin
Facendo un bilancio del pensiero e dell'opera di Stalin emergono, tra gli altri, dieci grandi e incancellabili suoi meriti storici. Eccoli in estrema sintesi.
1. È stato un rivoluzionario di professione inflessibile che ha agito nella Russia zarista per l'intera durata della rivoluzione russa senza lasciarsi piegare né dal carcere né dalla repressione né dalle deportazioni.
2. È stato il grande maestro del proletariato internazionale che ha ereditato, difeso e sviluppato il marxismo-leninismo arricchendolo in moltissimi campi dal punto di vista teorico e dell'esperienza storica. È è stato il primo a riconoscere il ruolo di Lenin e a riconoscere nel leninismo il marxismo dell'epoca dell'imperialismo e delle rivoluzioni proletarie.
3. È riuscito nell'impresa senza precedenti di edificare il primo Stato socialista al mondo pur in presenza di una situazione nazionale e internazionale difficilissima.
4. Ha diretto vittoriosamente l'Internazionale Comunista e la rivoluzione mondiale e ha dato vita al campo socialista.
5. È stato il condottiero del fronte unito internazionale che ha portato all'annientamento del mostro nazifascista durante la seconda guerra mondiale.
6. È stato il massimo dirigente organizzativo della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre.
7. Ha capeggiato vittoriosamente la lotta contro il revisionismo di destra e di "sinistra" nel Partito bolscevico e sulla scena internazionale.
8. Ha per primo risolto dal punto di vista dei principi la "Questione nazionale" nel socialismo, traducendola poi in modo conseguente nella vita dell'URSS.
9. Ha fondato il Partito bolscevico e le prime organizzazioni sindacali in Transcaucasia.
10. È stato, prima, il più stretto compagno d'armi di Lenin nella costruzione del Partito bolscevico e ne è stato, poi per un trentennio, il dirigente, il capo, il maestro.
Studiando la sua fondamentale opera "Principi del leninismo" troviamo il capitolo dedicato alla questione del Partito del proletariato in cui si legge: "Pensare che questi nuovi compiti possano essere risolti con le forze dei vecchi partiti socialdemocratici, educati nelle pacifiche condizioni del parlamentarismo, significa condannarsi irrimediabilmente alla disperazione, a una sconfitta sicura. Restare, quando si hanno tali compiti sulle spalle, sotto la direzione dei vecchi partiti, vuol dire ridursi a uno stato di disarmo completo. Non occorre dimostrare che il proletariato non poteva rassegnarsi a tale situazione.
Di qui la necessità di un nuovo partito, di un partito combattivo, di un partito rivoluzionario, abbastanza audace per condurre i proletari alla lotta per il potere, abbastanza ricco di esperienza per sapersi orientare nelle intricate condizioni di una situazione rivoluzionaria, e abbastanza agile per evitare ogni sorta di scogli subacquei sulla via che conduce alla mèta.
Senza un tale partito, non si può nemmeno pensare ad abbattere l'imperialismo, a conquistare la dittatura del proletariato"
(1).

Stalin, il PMLI e la lotta per il socialismo
Ebbene un Partito di questo tipo in Italia esiste già, è il PMLI, venuto alla luce nel '77 dopo una gestazione durata dieci anni, un Partito che risponde appieno alle caratteristiche oggettive indicate da Stalin, ma non a quelle soggettive fintantoché gli elementi di avanguardia del proletariato italiano e presenti tra i rivoluzionari conseguenti e nei movimenti di massa politici, sindacali, sociali e culturali antigovernativi e anticapitalisti non ne faranno parte e non ci aiuteranno a renderlo grande, forte e radicato, ossia un Gigante Rosso!
Come il nostro Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, affermò in un discorso, tenuto a Napoli il 9 Aprile 1999, noi "abbiamo bisogno urgentemente di un numero molto più grande di militanti e ancor di più di simpatizzanti attivi che ci mettano in condizione di arrivare dappertutto, in ogni fabbrica, azienda, scuola, quartiere, città e regione, per rimuovere le acque stagnanti, risanare lo sconquasso ideologico e politico causato dai revisionisti di destra e di 'sinistra' nella coscienza delle masse, armare le masse, con particolare attenzione verso le ragazze e i ragazzi, del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e rilanciare la lotta di classe contro il capitalismo e per il socialismo. Facendo soprattutto comprendere che la madre di tutte le questioni è la conquista del potere politico da parte del proletariato"(2).
Oggi come ieri la lotta per il socialismo, per la sua affermazione e per la sua realizzazione non possono in alcun modo prescindere da Stalin, dalla sua vita e dalla sua opera rivoluzionaria marxista-leninista.
Il compagno Scuderi ci spiega chiaramente che "i meriti di Stalin sono incalcolabili, sia in riferimento alla Rivoluzione russa sia in riferimento alla rivoluzione mondiale. Finché è stato vivo Lenin gli ha fatto modestamente da spalla considerandosi un semplice suo allievo. Quando egli è morto ne ha ereditato il pensiero e l'opera in maniera attiva e militante, mettendoli a frutto, difendendoli e sviluppandoli sulla base delle nuove situazioni interne e internazionali.
Per quasi trenta anni, egli ha diretto con mano ferma e magistrale il Partito, l'URSS, il movimento comunista internazionale, il campo socialista e la rivoluzione mondiale. Nel contempo egli ha arricchito il tesoro comune del marxismo-leninismo in ciascuna delle sue tre parti costitutive, ossia il socialismo scientifico, la filosofia e l'economia politica. Un'opera gigantesca e immortale che continua ancora adesso a dare i suoi frutti, nonostante i rovesci storici e i grandi tradimenti dei revisionisti che sono avvenuti nel frattempo.
Il merito più grande è quello di aver salvato il Partito e lo Stato dagli assalti dei revisionisti di destra e di 'sinistra' (Bucharin, Trotzki, Kamenev, Zinoviev e altri) che, approfittando della morte di Lenin, volevano restaurare il capitalismo in URSS. Nella lotta contro questi agenti della borghesia egli ha regalato al movimento operaio internazionale degli insegnamenti fondamentali anzitutto sui piani ideologico e teorico per quanto concerne l'origine, la natura, gli scopi e la funzione del revisionismo di destra e di 'sinistra'. È proprio nel corso di questa lotta che Stalin ha sistematizzato e sviluppato il leninismo per quanto concerne il Partito, l'edificazione di un paese socialista, la questione nazionale, la strategia e la tattica della rivoluzione socialista, la lotta contro il revisionismo.
Il pensiero e l'opera di Stalin racchiudono quindi una esperienza essenziale della storia del movimento operaio internazionale, della lotta di classe, della lotta tra socialismo e capitalismo e tra marxismo-leninismo e revisionismo. Un'esperienza che non possiamo né ignorare, né sottovalutare, né tantomeno disperdere se non vogliamo cadere nel campo della borghesia e della controrivoluzione.
È come se Stalin corrispondesse a un dito di una mano, dove le altre quattro dita sono costituite da Marx, Engels, Lenin e Mao. Se ci privassimo di una qualsiasi di queste dita la mano perderebbe la sua completezza e l'interezza delle sue funzioni.
Naturalmente il pensiero di Stalin, come del resto quello degli altri quattro Maestri, non va interpretato letteralmente, perché il marxismo-leninismo-pensiero di Mao non è un dogma ma una guida per l'azione, va applicato correttamente nelle nostre condizioni specifiche e concrete, tenendo presenti gli sviluppi che a questo pensiero ha apportato Mao. In particolare per quanto concerne l'edificazione del Partito e dello Stato socialista, la lotta contro il revisionismo per evitare la restaurazione capitalista, e la strategia e la tattica della rivoluzione nei paesi coloniali e semicoloniali del Terzo mondo...
Non c'è dubbio - prosegue Scuderi - che Stalin abbia commesso degli errori. Alcuni dei quali da egli stesso denunciati successivamente, sulla base dell'esperienza e di una analisi marxista-leninista più attenta, accurata e dialettica. Vedi, per esempio, le autocritiche che egli fa nella prefazione al primo volume delle sue opere complete scritte nel gennaio 1946 per quanto riguarda la questione agraria e la vittoria della rivoluzione socialista, e nell'opera 'Problemi economici del socialismo nell'URSS' scritta nel settembre '52 per quanto concerne l'esistenza delle classi e della lotta di classe nel socialismo. Altri suoi errori sono stati rilevati da Mao e da noi marxisti-leninisti italiani condivisi.
C'è perciò una differenza profonda tra gli errori di Stalin che rileviamo noi marxisti-leninisti e gli errori presunti denunciati dai nemici di classe e dai loro lacchè. Noi li rileviamo per salvaguardare la purezza della linea marxista-leninista, essi lo fanno per attaccare, stravolgere e abbattere tale linea e per far deviare il proletariato dalla via maestra dell'Ottobre.
Il problema vero allora non è tanto di sapere se Stalin abbia o no commesso degli errori, quanto di sapere individuare gli errori veri da quelli presunti, quanto di saper ricercare le cause degli errori per imparare la lezione e per evitare di ricommetterli, quanto di sapere se sono stati commessi in buona fede o con l'intenzione malevola di nuocere alla causa del proletariato e del socialismo.
Per noi è fuor di dubbio che gli errori commessi da Stalin sono unicamente da addebitarsi essenzialmente alla mancanza di esperienza. Ricordiamoci che nessuno prima di lui, tranne Lenin ma per nemmeno sette anni, aveva guidato l'edificazione di uno Stato socialista in una situazione di completo accerchiamento imperialista e avendo sulle spalle le responsabilità e i problemi della direzione del movimento comunista internazionale...
In ogni caso gli errori commessi da Stalin non sminuiscono la sua figura, il suo pensiero e la sua opera. Rimane pur sempre un gigante del pensiero e dell'azione rivoluzionari, un grande maestro dei marxisti-leninisti e del proletariato internazionale.
I fatti in URSS, in Italia e nel mondo hanno ampiamente dimostrato che seguendo Stalin si avanza speditamente e con sicurezza sulla via dell'Ottobre, del socialismo e dell'emancipazione dell'umanità. Mentre seguendo Bucharin, Trotzki, Krusciov, Breznev, Gorbaciov ed Eltsin, e quindi Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer, Natta, Occhetto, D'Alema, Cossutta e Bertinotti - e oggi Ferrero, Ferrando, Diliberto, Rizzo - il capitalismo, l'imperialismo e il fascismo hanno completo campo libero e il proletariato rimane subalterno alla borghesia e non riesce a conquistare il potere politico"(3).
Rendiamo quindi onore a Stalin, la cui opera immortale è una guida irrinunciabile nella lotta per liberarci dal governo della grande finanza, della Ue e della macelleria sociale, per abbattere il regime neofascista, per sbarazzarci del capitalismo e per far sorgere in Italia il rosso sol dell'avvenire: il socialismo!
Con Stalin per sempre!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Al servizio del Partito!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

Note:
(1) Stalin, Principi del leninismo, Piccola biblioteca marxista-leninista n. 3, p. 80.
(2) Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, discorso tenuto a Napoli il 9 Aprile 1999 al dibattito referendario organizzato dalla Cellula "Vesuvio Rosso" di Napoli del PMLI, pubblicato su "Il Bolscevico" n. 16 del 1999.
(3) Giovanni Scuderi, Teniamo alta la grande bandiera rossa di Stalin, Editoriale in occasione del 115° Anniversario della nascita di Stalin, "Il Bolscevico" n. 47/1994.

21 marzo 2012