Relazione di Urgo alla riunione di studio dei marxisti-leninisti lombardi sul discorso di Scuderi
"Senza un grande, forte e radicato PMLI non ci sarà una nuova Italia"

Pubblichiamo la relazione introduttiva del compagno Angelo Urgo, Segretario del Comitato lombardo del PMLI, alla riunione di studio dei marxisti-leninisti lombardi aperta ai simpatizzanti e amici del Partito, sul discorso del Segretario generale del PMLI, Giovanni Scuderi per il 35° anniversario della scomparsa di Mao. La cronaca della riunione, tenuta il 1° Ottobre nella sede milanese del PMLI, è apparsa sul n. 36 de "Il Bolscevico".

 Compagne e compagni!
Il Comitato lombardo del Partito marxista-leninista italiano dà il benvenuto a tutti i militanti, simpatizzanti e amici giunti da varie località della Lombardia per l'odierna riunione di studio.
Oggi è il 1° Ottobre, data storica del nostro Calendario Rosso. 62 anni fa in piazza Tien An Men a Pechino si tenne la cerimonia per la fondazione della Repubblica popolare cinese. "Il popolo cinese si è alzato in piedi... nessuno ci insulterà più" affermava Mao che alla direzione del Partito comunista cinese aveva guidato il popolo cinese a liberarsi dalle catene del feudalesimo e del capitalismo burocratico venduto all'imperialismo straniero, compiendo la rivoluzione armata più lunga e complessa della storia. Ma lo stesso Mao pochi mesi prima aveva chiarito che la vittoria in tutto il paese era solo il primo passo di una lunga marcia, il breve prologo di una lunga opera. La fondazione della Repubblica popolare cinese fu un avvenimento straordinario per il popolo cinese e per tutto il mondo che resterà incancellabile nella storia, segnava la vittoria della rivoluzione di nuova democrazia e nello stesso tempo l'inizio della lotta ancora più complessa e ardua per l'edificazione del socialismo in Cina.

Il capolavoro di Mao
La rivoluzione cinese e l'edificazione del socialismo in Cina rappresentano per i marxisti-leninisti il grande capolavoro di Mao che resterà in eterno a ispirare la lotta del proletariato per la conquista del potere politico e per la costruzione della società socialista. Quantunque dopo la sua morte i rinnegati revisionisti e imbroglioni Deng e successori abbiano distrutto il socialismo e restaurato il capitalismo in Cina instaurandovi un regime fascista e imperialista.
Quello compiuto dalle masse lavoratrici, popolari e rivoluzionarie cinesi, sotto la guida di Mao, fu un capolavoro scaturito dall'esperienza e dall'elaborazione teorica e politica dei 28 anni della rivoluzione di nuova democrazia (1921-1949) e dei successivi 27 anni di rivoluzione socialista e di edificazione del socialismo, di cui gli ultimi dieci marcati dalla Grande rivoluzione culturale proletaria.
Così come allora in Cina gli ex sfruttati e oppressi che si erano liberati dalle catene cantavano con orgoglio "Senza il Partito Comunista non ci sarebbe la Nuova Cina", così noi oggi dobbiamo essere coscienti che senza un grande, forte e radicato PMLI non ci sarà una Nuova Italia.
"Se si vuol fare la rivoluzione, ci deve essere un Partito rivoluzionario. Senza un Partito rivoluzionario, senza un Partito che si basi sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile rivoluzionario marxista-leninista, è impossibile guidare la classe operaia e le larghe masse popolari a sconfiggere l'imperialismo e i suoi lacchè", questo affermava Mao l'anno prima della vittoria. Quattro mesi prima del rosso 1° Ottobre, facendo il bilancio dell'epopea rivoluzionaria cinese, Mao indicava nel Partito lo strumento principale per organizzare e dirigere la rivoluzione. Ecco le sue precise parole: "Un Partito disciplinato, armato della teoria marxista-leninista, che pratica l'autocritica ed è legato alle masse popolari; un esercito sotto la direzione di tale Partito; un fronte unito di tutte le classi rivoluzionarie e di tutti i gruppi rivoluzionari sotto la direzione di tale Partito; ecco le tre armi principali con le quali abbiamo sconfitto il nemico".
"Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul Partito del proletariato", questo il titolo dello splendido, lungimirante e memorabile discorso pronunciato l'11 settembre 2011 dal compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, in occasione del 35° Anniversario della scomparsa di Mao. Una brillante sintesi del carattere, dell'ideologia, del modo di vita e di operare e della strategia del Partito rivoluzionario del proletariato in Italia. Chiunque abbia a cuore la causa del socialismo deve confrontarsi con esso, appoggiarlo, studiarlo e applicarlo nella propria realtà. In primo luogo i militanti e i simpatizzanti del PMLI.

Il potente discorso di Scuderi
Esso costituisce uno degli strumenti più potenti a nostra disposizione, insieme alla linea politica del 5° Congresso nazionale, per raggiungere il nostro principale obbiettivo politico-organizzativo: quello di dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso!
Infatti l'analisi del Segretario generale, riprende in maniera scientifica, fedele senza essere dogmatica ma viva e concreta, la lezione di Mao sul Partito per calarla nell'attuale stadio di sviluppo del Partito del proletariato in Italia.
Fornisce a tutti noi indicazioni concrete per accompagnare l'odierna fase di crescita e il processo di radicamento in ogni realtà in cui siamo presenti.
"Gli insegnamenti di Mao sul Partito del proletariato, il Partito marxista-leninista, - così afferma il compagno Scuderi a conclusione del capitolo 'Gli insegnamenti di Mao sul Partito' - sono già largamente praticati a tutti i livelli del PMLI, d'ora in poi dobbiamo applicarli con maggior decisione, precisione e consapevolezza, con una coscienza ideologica, politica e organizzativa più alta e più matura".
Un'indicazione che va raccolta con la massima sollecitudine, considerando che il PMLI cresce velocemente e nuovi militanti, spesso giovani o giovanissimi, non ancora conoscono adeguatamente i principi teorici e organizzativi di un Partito autenticamente comunista come il nostro, alzano per la prima volta le insegne del PMLI in nuove città trovandosi alle prese con la sfida di edificare una struttura autenticamente bolscevica. Considerando anche i passi in avanti organizzativi laddove eravamo già presenti, tra cui la nascita di nuove istanze di base, l'apertura delle splendide e rosse sedi di Catania e di Fucecchio, il crescente numero di simpatizzanti attivi.
Grazie allo studio di questo importante documento un numero sempre più grande di elementi avanzati, combattivi e coscienti, specialmente le operaie e gli operai, le studentesse e gli studenti, le intellettuali e gli intellettuali, capiranno l'importanza e la necessità storica della militanza marxista-leninista e perciò auspichiamo che si uniscano a noi senza più indugio sotto le rosse bandiere dei Maestri, del socialismo e del PMLI. 
Il discorso di Scuderi, d'altro canto, guarda con un occhio attento al crescente interesse verso il Partito da parte di coloro, soprattutto giovani e giovanissimi, che, sempre più coscienti del fallimento teorico e politico dei partiti neorevisionisti e trotzkisti nati dallo scioglimento del PCI revisionista, sono alla ricerca dell'autentico Partito comunista in Italia, ma rischiano di rimanere intrappolati nelle maglie di organizzazioni sedicenti comuniste che nulla hanno a che vedere con la concezione e la struttura organizzativa del Partito del proletariato, e con la sua tattica e strategia rivoluzionarie. 
Una trappola del genere potrebbe concretizzarsi entro l'anno, all'ombra della parola d'ordine "Ricostruire il partito comunista" lanciata dal PdCI e dall'area dell'"Ernesto". Ma già dall'appello che si richiama alla "strategia democratica e progressiva volta al socialismo" di gramsciama memoria, alla "difesa e rilancio integrale della Costituzione" borghese come base del programma politico, si evince che il futuro soggetto politico rimarrà sul piano organizzativo e politico entro gli asfittici confini di un partito riformista borghese e del capitalismo. 

I comunisti autentici devono aprirsi al PMLI
Il nostro auspicio è che coloro che si professano comunisti e vogliono il socialismo e evitare di ripetere gli errori del passato, hanno il dovere di confrontarsi con la linea politica e organizzativa del PMLI, e, dunque, il dovere di studiare il discorso di Scuderi.
A loro chiediamo di aprire un dialogo con il Partito, di esprimere pubblicamente su "Il Bolscevico" qual è il loro giudizio sul discorso "Applichiamo gli insegnamenti di Mao sul Partito del proletariato", che è sul sito del PMLI.
A loro chiediamo di venire nelle nostre sedi o di incontrare i militanti del Partito per avviare un dialogo diretto con il PMLI. Se sono d'accordo con l'analisi e le proposte contenute nel discorso di Scuderi, non dovrebbero indugiare a schierarsi col PMLI, come militanti o simpatizzanti attivi, per concorrere alla costruzione del Gigante Rosso e alla conquista dell'Italia unita, rossa e socialista.
Alle rivoluzionarie e ai rivoluzionari che, in buona fede, pensano che il proletariato italiano non abbia ancora un autentico Partito comunista, chiediamo di studiare con attenzione il capitolo "Sulla storia del Partito del proletariato in Italia" e di riflettere su di esso, considerando il passaggio in cui si afferma chiaramente che "ormai il proletariato italiano ha il suo Partito, il PMLI, e quindi i sinceri fautori del socialismo e chiunque voglia veramente cambiare questa società borghese hanno tutte le possibilità per capire da che parte stare e cosa fare, una volta che vengono a conoscenza del Partito". 
O col socialismo o col capitalismo: non esiste una "terza via". Se si vuole semplicemente moderare e addolcire il capitalismo, va bene un qualsiasi partito democratico borghese riformista. Se si vuol fare la rivoluzione, se ci si vuol liberare dal capitalismo non c'è altra via che militare nel PMLI o sostenerlo in qualsiasi modo anche da simpatizzante o amico.
Il compagno Scuderi ci sprona a seguire l'esempio e gli insegnamenti di Mao e respingere con decisione tutte le tendenze errate: "l'individualismo, il liberalismo, il soggettivismo, il settarismo, il dogmatismo, il revisionismo di destra e di 'sinistra', l'empirismo, lo schematismo, lo stile stereotipato nei discorsi, nei volantini e negli articoli, l'intellettualismo, l'astrattismo e il metodo libresco"; tendenze che esistono in noi come inevitabili residui della nostra formazione precedente e come riflesso della lotta di classe. Per liberarcene ed essere dei marxisti-leninisti completi e coerenti, noi dobbiamo trasformare la nostra concezione del mondo in senso proletario, rispettare scrupolosamente il centralismo democratico e fare un sano uso della critica e dell'autocritica.
Indicazioni rosse fondamentali, tanto più per la fase di sviluppo che il Partito sta attraversando ora, e che coronano quanto il Segretario generale affermò al 5° Congresso nazionale e ribadì alla 3ª Sessione plenaria del 5° CC tenutasi il 3 aprile scorso, quando esortò a "difendere con i denti la linea politica e organizzativa" del PMLI e disse che "Unità-lotta-unità è il principio che deve guidarci nella risoluzione delle contraddizioni in seno al popolo".
Il compagno Scuderi ci insegna, dandocene un esempio tangibile, come restare irriducibilmente fedeli al marxismo-leninismo-pensiero di Mao senza però cadere nel dogmatismo, mantenendone intatti tutta la vitalità e tutto il carattere scientifico che gli appartengono.
Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è una guida per l'azione e pertanto va impiegato per analizzare e trasformare la realtà; solo così e solo venendo afferrato dalle masse proletarie, popolari, giovanili e femminili, può sprigionare quell'"enorme forza materiale" di cui è capace. Proprio per trasmettere questa scienza rivoluzionaria alle masse e per dare pieno sfogo alla sua forza materiale, noi dobbiamo conoscere a fondo la realtà nella quale operiamo. Del resto lo stesso Mao dice che "occorre partire dalla realtà effettiva che esiste oggettivamente e dedurre da essa le leggi a cui poi ispirarsi nel corso della propria azione". Dopodiché dobbiamo calarvi la linea marxista-leninista e proletaria rivoluzionaria del Partito per poter risolvere i problemi che ci troviamo davanti, e "per fare questo, ci dobbiamo fondare non sulla nostra immaginazione soggettiva, non sull'euforia del momento, non sulla lettera morta di un libro, ma sui fatti oggettivamente esistenti, dobbiamo prendere conoscenza con cura del materiale e, ispirandosi ai principi generali del marxismo-leninismo, trarre le conclusioni giuste" (Mao). "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare" è la parola d'ordine che guida il nostro lavoro su queste basi, per esser pronti!
Appoggiamo, studiamo e applichiamo il discorso di Scuderi sugli insegnamenti di Mao sul Partito!
Con Mao per sempre!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

12 ottobre 2011