Nel seguito talk-show serale condotto da Francesco De Luca sul tema del 25 Aprile
A "TelePavia" Urgo attualizza l'antifascismo contro l'odierno regime neofascista
I rappresentanti del PMLI e del PRC spiazzano i fascisti de La Destra di Storace

Dal nostro corrispondente della Lombardia
Martedì 24 aprile, dalle 20,30 alle 21,30 presso gli studi di "TelePavia" che si trovano a Vigevano, è andata in onda la diretta della puntata settimanale di approfondimento "Tutto il mondo è pavese" dal titolo "Perché il 25 Aprile è una festa che divide?". In studio il conduttore della trasmissione Francesco De Luca ha invitato a confrontarsi sul fronte antifascista Angelo Urgo, Segretario del Comitato lombardo del PMLI, e Michele Barosselli, segretario della sezione di Voghera (Pavia) del PRC, mentre sul fronte fascista due esponenti de La Destra di Storace: Massimo Granata, assessore alla cultura del Comune di Lomello (Pavia), e Luca Battista, già ras provinciale dello squadrismo forzanovista del pavese e poi segretario provinciale della Fiamma Tricolore, condannato nel 2007 a 6 mesi di reclusione dal Tribunale di Pavia per l'aggressione squadristica perpetrata nel 2004 a 2 rappresentanti del movimento studentesco universitario pavese aderenti all'UDU.
Dopo aver mandato in onda due servizi in cui si vedevano le forti contestazioni della piazza all'indirizzo di vari gerarchi del regime neofascista come Formigoni, Podestà e Letizia Moratti durante le passate celebrazioni del 25 Aprile a Milano, e un altro dove si vedono i raduni fascisti in onore al duce a Predappio e Giulino di Mezz'egra, De Luca ha perciò chiesto agli ospiti in studio come mai il 25 Aprile è una festa che divide?
I fascisti storaciani hanno quindi risposto con le loro consuete farneticazioni sul "mito della Resistenza inventato dai rossi per alimentare odio tra gli italiani" per poi esaltare i "militi della repubblica sociale che scelsero di lottare per un nobile ideale".
Urgo ha innanzitutto sottolineato che la cosiddetta RSI fu lo strumento attraverso cui gli aguzzini nazi-fascisti tentarono di soffocare nel sangue la gloriosa Resistenza partigiana mettendo a ferro e fuoco tutta l'Italia centrosettentrionale e schiacciando sotto il tallone di ferro le masse lavoratrici e popolari, affermando che i repubblichini non avevano nulla di nobile né nei loro ideali né nelle loro azioni trattandosi di un'accozzaglia di spioni, sicari, torturatori, collaborazionisti, delinquenti e banditi della peggior specie che saccheggiano e bruciano interi paesi, che fecero da delatori consegnando agli hitleriani i partigiani e gli antifascisti, seviziando, torturando, arrestando e uccidondo familiari e parenti, donne, vecchi e bambini e chiunque sia sospettato di collaborare con la lotta di Liberazione.
Premesso questo Urgo ha affermato che il motivo per cui il 25 Aprile ancora divide lo si capisce dalle contestazioni popolari ai rappresentanti delle istituzioni borghesi come viste nel primo servizio introduttivo della trasmissione. Questi fatti dimostrano che il popolo antifascista riconosce, taccia e caccia già spontaneamente i fautori delle attuali istituzioni coll'epiteto di "fascisti". In effetti quello che da vent'anni a questa parte sta succedendo in Italia è un graduale processo di completamento del regime neofascista secondo i prestabiliti piani della loggia massonica P2 di Gelli e di Berlusconi ai quali si sono omologati strategicamente tutti i partiti parlamentari borghesi.
Urgo ha specificato che l'essenza politico-istituzionale del fascismo, a prescindere dalle forme e dai vessilli con cui si riveste, si basa sulla dittatura della borghesia senza alcun compromesso democratico-borghese (diritti politici, sociali, sindacali) con la classe operaia e le masse lavoratrici e popolari, in cui il potere esecutivo (governo) esercita appieno il suo arbitrio su quello legislativo (parlamento) e giudiziario (magistratura). In Italia assistiamo ad un completamento di un nuovo fascismo nel quale i diritti di chi è già sfruttato ed oppresso vengono uno dietro l'altro vanificati e cancellati e nel cui assetto istituzionale manca solo il tassello del definitivo assoggettamento della magistratura (che permetterà così un più libero arbitrio dell'apparato repressivo poliziesco) e il coronamento definitivo del regime con una nuova Costituzione neofascista, federalista ed interventista.
Alle sintetiche, incisive ed inequivocabili affermazioni di Urgo i fascisti storaciani non hanno avuto alcun argomento da controbattere dato che evidentemente non erano preparati ad affrontare argomenti di così scottante attualità.
De Luca ha quindi mandato in onda un altro servizio sulla manifestazione antifascista di protesta svoltasi a Voghera per la rimozione della targa, imposta dall'amministrazione comunale, che commemora i repubblichini fucilati dai partigiani nel 1945.
Barosselli ha fatto chiarezza sul fatto che non si trattò di un "fratricidio tra italiani" come affermato nel testo della targa ma della giusta esecuzioni di criminali di guerra fascisti del secondo battaglione Italiano della Sicherheits Abteilung nazista (detta "Sicherai") che guidato dal colonnello Felice Fiorentini che esordì il 10 luglio 1944 con una rappresaglia che fece fucilare quattro giovani del paese. Sotto il comando di Fiorentini il reparto commise azioni atroci e sanguinarie, macchiandosi di numerose violenze, come l'eccidio di Biagasco, in cui furono uccisi sei partigiani il 31 gennaio 1945.
La "Sicherai" si dissolve in seguito all'insurrezione partigiana che porta alla cattura di Fiorentini il 28 aprile 1945 e alla sua fucilazione, da parte di un plotone partigiano della Brigata "Capettini", il 3 maggio a Piane di Pietragavina, dove, nel luglio 1944 aveva a sua volta fatto fucilare tre partigiani. Gli altri criminali della "Sicherai" furono fucilati contro il muro del cimitero di Voghera dopo un regolare processo pubblico.
I fascisti storaciani hanno "protestato" sul fatto che si vogliono fare "dei morti di serie A e di serie B". Il compagno Urgo ha quindi chiosato che in effetti non tutte le morti sono uguali: chi morì da sconfitto perché servì da vigliacco e opportunista i voleri del padrone nazifascista merita imperituro disonore e disprezzo; chi morì per liberare l'Italia dalla barbarie nazifascista scegliendo la difficile vita di stenti e sacrifici della lotta partigiana merita onore e gloria!
La trasmissione si è avviata alla conclusione e Urgo ha colto l'occasione per esporre Il Bolscevico con l'editoriale sul 25 Aprile e poi un apposito cartello dov'è propagandato in grossi caratteri l'indirizzo del Sito internet del Partito: www.pmli.it.

3 maggio 2012