Gli Usa ripristinano le basi a Panama
Su concessione del governo del presidente Ricardo Martinelli
 
L'iniziativa dell'imperialismo americano per recuperare terreno in America Latina, lanciata da Bush, è proseguita dall'amministrazione di Obama che dopo aver firmato un accordo con il governo reazionario della Colombia per l'uso di sette basi aeree ha ottenuto dalle autorità panamensi l'autorizzazione a ridislocare le propri forze militari in quattro stazioni navali importanti per il controllo del Canale di Panama e dei Carabi.
Le notizie sulla concessione dell'utilizzo delle infrastrutture militari panamensi alle forze armate americane erano cominciate a circolare nel paese nello scorso settembre, dopo la visita a Panama della segretaria di Stato, Hillary Clinton. Il governo panamense aveva comunicato di aver stipulato con gli Usa solo un accordo di cooperazione bilaterale allo scopo di rafforzare la presenza delle forze panamensi nelle due basi navali di Bahía de Piña nella provincia del Darién al confine con la Colombia, e di Punta Coca nella parte sud-occidentale del paese.
Da una recente denuncia delle opposizioni panamensi risulta invece che le basi militari interessate al progetto sono quattro e il loro uso è stato concesso dal governo ai militari americani. Alle due basi precedenti si sono aggiunte quella nell'isola di Chapera, nell'arcipelago de Las Perlas e quella di Rambala, nella provincia di Bocas del Toro.
Con questo accordo le forze armate Usa tornano a presidiare Panama, a quasi 10 anni di distanza dalla chiusura delle basi precedenti, in base al trattato stipulato nel 1977 dagli allora presidenti Omar Torrijos e l'americano Jimmy Carter, l'intesa che restituiva a Panama il pieno controllo del Canale a partire dall'1 gennaio 2000 e che chiudeva tutte le basi straniere nel paese.
Già nel 2002 però un nuovo accordo tra i due paesi prevedeva che i porti e gli aeroporti panamensi potessero essere utilizzati dalle forze armate americane per esercitazioni militari o per trasferimenti provvisori di truppe e di armamenti.
Negli ultimi tre anni si è intensificata la presenza di navi americane nelle acque territoriali e nei porti panamensi. Panama è divenuta sede fissa delle operazioni della IV Flotta americana, riattivata da Bush per controllare il continente e mantenuta da Obama, e della missione navale sotto la responsabilità del Comando Sud delle forze armate Usa che è attiva nei Caraibi e che nella seconda metà dello scorso settembre ha organizzato una grande esercitazione aerea e navale, denominata Panamax 2009, cui hanno partecipato 4.500 militari, 30 navi e decine di cacciabombardieri di 20 paesi. Un'esercitazione, affermava una nota del comando americano, con la quale "sono state sperimentate tutta una serie di risposte alla richiesta di protezione e assicurazione della libertà di transito attraverso il Canale". Una "protezione", o meglio un controllo, sullo strategico corridoio del canale di Panama (che tra l'altro sarà ampliato con i lavori appena affidati a un consorzio europeo che vede capofila l'italiana Impregilo) che adesso l'imperialismo americano può esercitare direttamente dalle nuove basi di cui dispone nel paese.

18 novembre 2009