Un esemplare atto rivoluzionario di cinque compagni di Treia (Macerata)
"Usciamo dal PRC perché ha abbandonato la lotta di classe e il socialismo"
"Continueremo a trasmettere gli ideali del comunismo"

È un vero piacere per noi pubblicare la seguente lettera che abbiamo ricevuto per conoscenza da parte di cinque dirigenti del PRC che sono usciti giorni fa dal partito.
Tra i firmatari ci sono il Segretario del Circolo, Giampaolo Pierigè, e la Tesoriera Edelweiss Ascani, figlia del dirigente partigiano Sante Ascani.
Consideriamo questa loro decisione un esemplare atto rivoluzionario che incoraggia i sinceri fautori del socialismo ancora nel PRC a seguire il loro esempio.
Immaginiamo che non sia stato facile sul piano sentimentale e politico per i cinque compagni rompere col PRC al quale, sappiamo, hanno dato tutto se stessi e sul quale riponevano la massima fiducia. Ma una volta preso coscienza che Rifondazione non è più quella che essi pensavano, hanno rotto ogni indugio abbandonandola al suo inglorioso destino. In sostanza si sono comportanti come Lenin che ruppe con la seconda internazionale ormai in mano ai borghesi e ai socialdemocratici.
Il loro gesto che fa storia è ancora più importante in quanto essi hanno dichiarato: "continueremo a trasmettere gli ideali del comunismo".
Noi appoggiamo in maniera militante questo loro proposito rivoluzionario e auspichiamo che la loro strada si incontri con quella del PMLI per il bene delle masse di Treia, di Macerata e di tutta Italia e per il bene supremo del trionfo del socialismo in Italia.

 
All'attenzione di:
Segreteria Provinciale
Segreteria regionale
p. c. al Bolscevico

Oggetto: Uscita dal PRC

Noi, membri del direttivo del circolo PRC di Treia, vista l'ormai deriva a destra del gruppo dirigente nazionale, resa ancor più evidente dall'esperienza fallimentare nella partecipazione al governo di centro-sinistra, abbiamo deciso all'unanimità di lasciare il Partito della Rifondazione Comunista. Sono venuti a mancare nel tempo tutti gli ideali per cui questo partito era nato, a cominciare dalla lotta di classe, propria dei comunisti, tentando di convincerci che questa non è più una società divisa in classi (oltre 1.500 operai morti sul lavoro ogni anno) e che "un altro mondo possibile" è un capitalismo riformabile e non una società socialista. Usciamo sconfitti dal governo Prodi perché abbiamo deluso le aspettative della nostra gente che tanta speranza aveva riposto in noi e ci siamo lasciati fagocitare dai moderati diventando così la "stampella" di questo governo, votando persino il rifinanziamento alle guerre, noi che per lunghi mesi abbiamo tenuto appese alle nostre finestre le bandiere della pace! Già, ma allora eravamo all'opposizione. Sarebbe troppo lungo elencare tutti gli errori fatti in un governo che sapevamo non essere nostro e altrettanto lungo sarebbe parlare della mancanza di democrazia nel nostro partito che, dalla sua nascita, doveva essere una piramide rovesciata con la base al vertice e non il contrario come invece è avvenuto in questi anni. L'ultimo atto è stata la rimozione del nostro glorioso simbolo, la falce e martello, dalla scheda elettorale per cancellare definitivamente dalla Storia gli ideali del comunismo, dimostrando ancora di più di essere perfettamente omologati al pensiero unico anticomunista. Noi comunisti di Treia non ci stiamo, per questo non parteciperemo alla campagna elettorale, non daremo indicazioni di voto e non sosterremo alcuna lista. Continueremo però a trasmettere i nostri ideali comunisti che rendono gli uomini senz'altro migliori.

VIVA IL COMUNISMO!

Treia, lì 20 marzo 2008

Il Direttivo: Giampaolo Pierigè; Edelweiss Ascani; Antonio Palmucci; Mariano Capponi; Alberto Nardi
 
2 aprile 2008