Con un voto unitario tra "centro-destra" e "centro-sinistra"
Varato l'esercito professionale dell'imperialismo italiano
Abolita definitivamente la leva militare
Il progetto era stato avviato dai governi di "centro-sinistra". Il ministro della difesa: "Svolta epocale"
La politica neofascista, interventista e guerrafondaia del governo del neoduce Berlusconi mette a segno un altro colpo. Il 29 luglio scorso il parlamento nero, con l'ennesimo voto "bipartisan" della casa del fascio e dell'Ulivo, ha approvato il disegno di legge (ddl) che vara definitivamente l'esercito professionale dell'imperialismo italiano. Dal 1° gennaio 2005 infatti, dopo 143 anni il servizio militare di leva obbligatorio lascerà definitivamente il posto all'esercito formato esclusivamente da militari professionisti, a ferma volontaria. Il provvedimento è passato con i 433 voti favorevoli di Polo, DS, Margherita e SDI. Ha votato contro il PRC mentre i Verdi si sono astenuti.
La maggioranza del neoduce Berlusconi riesce così a portare a compimento con due anni di anticipo il progetto di professionalizzazione delle Forze armate che già era stato avviato dai governi di "centro-sinistra" (ma che ricordiamo era contenuto anche nello "Schema R" di Gelli) e che prevedeva la fine della leva nel 2007. L'ultima chiamata alle armi riguarderà dunque solo i giovani nati entro il 1985, e non impegnati negli studi, che dovranno partire entro la fine dell'anno. Poi, dal 1° gennaio 2005 si passerà definitivamente all'arruolamento di tipo volontario con un periodo di ferma di uno o quattro anni (volontari in ferma prefissata, vfp). Mentre chi deciderà di intraprendere la carriera militare senza limiti di tempo entrerà nei vsp, volontari in servizio permanente.
Ma la casa del fascio è riuscita a farsi avallare dal "centro-sinistra" altre importanti novità, come l'introduzione dell'obbligo di prestare un anno di ferma come soldato professionale per tutti coloro che vogliono entrare nella Polizia e nei Carabinieri ma anche per chi vuole entrare nella Finanza, nei Corpi forestali e nei Vigili del fuoco. Una misura questa che non solo mira a incentivare gli arruolamenti con la prospettiva di un futuro lavoro dopo la ferma, ma va nella direzione di una completa militarizzazione, di tutte le forze dell'ordine, ma anche di quei corpi che si occupano della difesa del territorio e della protezione civile. Inizialmente la Camera aveva ridotto al 50% il numero dei posti riservato ai soldati volontari, spiegando la scelta con motivi di costituzionalità nei confronti di quanti scelgono il servizio civile. Il Senato ha invece riportato la quota al 100% e la Camera ha poi approvato. Sono previste infine facilitazioni per tutti i volontari che parteciperanno ai concorsi statali. Peraltro è stato approvato un emendamento razzista imposto dalla Lega che riserva particolari incentivi economici ai giovani "padani" che scelgono di arruolarsi negli alpini: costoro percepiranno un assegno extra di 50 euro oltre la normale retribuzione, prevista in 850 euro al mese che diventano 980 dopo il primo trimestre.
Ovviamente soddisfatto il ministro della Difesa Antonio Martino, che ha fortemente sponsorizzato questa legge e che ha definito il ddl numero 4233-B una "rivoluzione epocale": a suo dire il "paese deve poter disporre di uno strumento militare capace di corrispondere efficacemente alle nuove esigenze della sicurezza nazionale". In particolare ha sottolineato il ruolo che avrà il nuovo esercito professionale sullo scacchiere imperialista nel "garantire una presenza professionale qualificata in grado di inserirsi negli schieramenti alleati nel contesto delle sempre più numerose missioni di pace (sic!) della comunità internazionale". Particolarmente vomitevole, ma eloquente, la sviolinata che Martino e altri esponenti del Polo hanno rivolto all'Ulivo per aver "mostrato coscienza, entusiasmo e voglia di trovare le migliori soluzioni durante tutto l'iter del provvedimento" (Luigi Ramponi di AN). Complimenti che non hanno imbarazzato i DS, in quali per bocca di Marco Minniti hanno orgogliosamente rivendicato il merito dei governi di "centro-sinistra" di aver iniziato il percorso di questa controriforma.
La cancellazione della leva obbligatoria, che pur con tutte le sue storture e anacronismi offriva maggiori garanzie democratiche nelle Forze armate, e la sua sostituzione con un corpo di mercenari professionisti della guerra, ben stipendiati e addestrati per missioni imperialiste fuori dal territorio nazionale segna il definitivo affossamento del modello di esercito pensato come strumento della difesa nazionale così come era stato disegnato dai costituenti, e il passaggio a un esercito armato e addestrato per soddisfare gli appetiti neocolonalisti ed egemonici dell'imperialismo italiano, sia nell'ambito della Ue e della Nato, sia in proprio in base agli specifici interessi nazionali.
1° settembre 2004