Incredibile capriola dell'aspirante leader della "sinistra" borghese
Vendola apre al fascista ripulito Fini
Afflitto da berlusconismo ha messo la sua effigie sulla tessera di SEL 2011

Un governo di "emergenza democratica", che vada da Sinistra ecologia e libertà fino a Futuro e libertà, "solo" per il tempo necessario a fare una nuova legge elettorale e quelle sul conflitto di interessi e sull'informazione, e a guidarlo dovrebbe essere Rosy Bindi: questa la "svolta" che il presidente di SEL e governatore della Puglia, Nichi Vendola ha annunciato nei giorni immediatamente successivi al congresso fondativo di FLI, dopo aver sempre negato una possibile alleanza con i fascisti ripuliti di Fini e aver presentato la sua candidatura di fatto alle future e ipotetiche primarie per decidere il candidato premier del "centro-sinistra".
La "svolta" annunciata da Vendola è stata spiegata in un'intervista a La Repubblica del 16 febbraio con la necessità e l'urgenza di mandare a casa Berlusconi: "Dobbiamo cacciare una classe dirigente di amici e sodali di dittatori, mafiosi, ruffiani, una corte dei miracoli segnata dall'antropologia dei lelemora e dei fabrizicorona. Dobbiamo congedarci da un'enclave di affaristi che ha calcato la scena pubblica confondendola con il Bagaglino", ha detto il leader trotzkista neoliberale col consueto linguaggio barocco che sottolinea più gli aspetti grotteschi superficiali del berlusconismo che la sostanza neofascista e mussoliniana del suo regime, la quale anzi non viene neanche nominata.
"Facciamo allora - ha aggiunto spiegando qual è la sua idea in proposito - una coalizione di emergenza democratica, reclutiamo le migliori competenze giuridiche e occupiamoci delle cose fondamentali: legge elettorale, una buona norma sul conflitto di interessi e sul sistema informativo. Poi, ognuno per la sua strada". E a guidare questo governo vedrebbe bene Rosy Bindi, "una donna che rappresenta la reazione a uno dei punti più dolenti del regresso culturale, ricopre un ruolo istituzionale-chiave come quello di vicepresidente della Camera, ha il profilo giusto per guidare una rapida transizione verso la normalità".
Apertura al fascista ripulito Fini e candidatura di un'ex democristiana a guidare la "grande coalizione" caldeggiata dal liberale Bersani: una doppia capriola rispetto al "cantiere dell'alternativa di sinistra" e a Vendola candidato premier del "centro-sinistra" che deve aver disorientato non poco la base di SEL e gli stessi seguaci del governatore della Puglia. E c'è chi intravede in questa proposta una tipica mossa bertinottiana, volta a rimettere in gioco SEL che rischia di essere emarginata ed esclusa dall'accesso al parlamento se la proposta di grande coalizione così come è stata avanzata ambiguamente dal PD venisse accettata da Casini e Fini, che certo porrebbero il veto sul partito di Vendola. L'apertura a Fini e la candidatura di una cattolica come la Bindi potrebbero essere lo spiraglio attraverso cui passare per entrare nella coalizione. E allo stesso tempo per scompaginare gli assetti interni del PD ingessati dall'asse Bersani-D'Alema.
Non a caso quest'ultimo ha ribattuto gelidamente così alla sua proposta: "Voglio ringraziare Nichi Vendola per aver indicato una persona di grande valore come Rosy Bindi. Naturalmente, visto che si parla di una grande coalizione, il candidato deve essere concordato e non imposto da nessuna parte". E sempre non a caso la proposta ha ricevuto invece il plauso di Prodi, alla cui corrente la Bindi appartiene. Mentre il sito di Repubblica.it ha aperto subito un sondaggio in cui la Bindi ha ricevuto il 77% dei gradimenti. Lo stesso Casini, pur confermando per ora la sua contrarietà alla grande coalizione, l'ha consigliata al PD come una possibile "candidata di grande prestigio".
Tutto ciò conferma la spregiudicatezza di principi del narcisista e presidenzialista Vendola, il quale non si fa scrupolo di giocare su più tavoli pur di restare sulla cresta dell'onda in attesa che giunga il momento favorevole per realizzare le sue malcelate ambizioni di leader della "sinistra" borghese. Intanto, a riprova del berlusconismo da cui è inguaribilmente afflitto, ha fatto mettere la sua effigie anche sulla tessera 2011 di SEL, dopo che il suo nome compariva già nel simbolo del partito, come ormai fanno di regola tutti i partiti del regime neofascista dopo Berlusconi.

23 febbraio 2011