Il tribunale di Bari assolve Vendola
L'assoluzione non cancella il giudizio politico

Dal corrispondente della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Bari
Mercoledì 31 ottobre si è concluso il procedimento con rito abbreviato che vedeva Nichi Vendola accusato di abuso d'ufficio per aver interferito nella nomina del primario del reparto di chirurgia toracica dell'ospedale "S. Paolo" di Bari; coimputata anche Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl del capoluogo. Nichi Vendola veniva imputato di aver imposto la riapertura dei termini di un concorso per primario presumibilmente per favorire Paolo Sardelli.
La decisione del giudice per l'udienza preliminare Susanna De Felice, ribaltando la precedente richiesta della Procura di Bari che richiedeva una condanna per Vendola a un anno e otto mesi di reclusione, è stata molto veloce: il presidente della Regione è assolto perché il fatto non sussiste; entro 90 giorni si conosceranno le motivazioni della sentenza.
Unanime il coro di sostegno dell'intera "sinistra" borghese al momento dell'assoluzione: il sindaco-podestà di Bari Michele Emiliano (PD) si è detto "sollevato"; gli ha fatto eco il portavoce del Comitato pro-Bersani per le primarie che ha dichiarato "L'assoluzione di Vendola è una buona notizia per tutto il centro-sinistra".
Degno di nota il fatto che, alla vigilia della sentenza di mercoledì 31 ottobre, persino Roberto Formigoni abbia espresso la sua solidarietà a Nichi Vendola: ciò smaschera tutto il mondo della politica di regime, che si stringe attorno ai suoi portavoce e pupilli quando sono in pericolo o rischiano di crollare.
Ad ogni modo l'assoluzione di Vendola non muta il giudizio politico sul suo operato soprattutto nel settore della sanità: sebbene dal punto di vista giudiziario riesca per ora ad uscirne indenne, politicamente i danni provocati dal suo governo regionale al sistema sanitario pugliese pesano come macigni inamovibili.

7 novembre 2012