Il governatore della Puglia lancia la campagna elettorale della Sinistra arcobaleno a Bologna
Vendola: non ho nostalgia della falce e martello. Ora siamo liberi


Cogliendo l'occasione di un invito a parlare della costruzione del "nuovo soggetto unitario della sinistra", Nichi Vendola ha aperto il 16 febbraio scorso a Bologna la campagna elettorale della Sinistra arcobaleno. Una scelta non casuale, per Bertinotti, quella di affidare al governatore della Puglia il lancio della campagna elettorale nella città roccaforte del PD di Veltroni: il suo pupillo e leader in pectore della "Cosa rossa" (già declassata dai media a rosso-verde col patto di sopravvivenza elettorale a quattro) è l'uomo giusto per impersonare quel confronto "non da fratelli coltelli" che ha garantito al leader del PD. Un confronto cioè senza "contrapposizioni ideologiche", per non precludersi futuri accordi post-elettorali e non pregiudicare le alleanze per le amministrative e nelle giunte locali.
Non per nulla il governatore della Puglia ha messo subito le mani avanti premettendo alla platea che il suo ruolo di "leader di una coalizione di 12 partiti in Puglia lo obbliga ad usare un certo linguaggio" nei confronti del PD. Del suo leader e del suo programma elettorale liberista e centrista si è infatti limitato a dire che propone solo dei "cerotti", e che non bisogna rispondergli "sventolando le bandiere", ma sfidarlo sul suo stesso terreno. Come? "Facciamo così, in partenza diamogli ragione. Diciamo: sì Walter. Poi però facciamogli le domande", dall'ambiente, alle fonti di energia, al concetto di modernità, perché "entrare nel merito è più divertente!", è stata la spiazzante (e molto veltroniana) proposta di Vendola. Che senza lasciare spazio alle perplessità del pubblico ha subito aggiunto a mo' di esempi: "Che vuol dire modernità? Mi piacerebbe discuterne con lui: io sono comunista, ma mi piace New York, Andy Warhol, Woody Allen. Sono moderno o no?". E anche sui rigassificatori e gli inceneritori Vendola vorrebbe "discuterne con Walter", affinché i primi non vengano realizzati senza "la valutazione di impatto ambientale e democratico", e i secondi servano "solo a bruciare cdr, non la qualunque".
In altre parole quel che Vendola propone alla Sinistra arcobaleno è di continuare a fare la ruota di scorta e la copertura a sinistra del borghese, liberale, neonazionalista, presidenzialista e anticomunista Veltroni, provando anche a scimmiottarne il linguaggio e gli atteggiamenti "modernisti" e mediatici e senza paura di "confrontarsi" sui temi liberisti, presidenzialisti, clericali, patriottardi e interventisti a lui cari. Anche perché se per Veltroni, come ha recentemente dichiarato, il PD non è "un partito di sinistra", pure la "sinistra radicale" ha fatto un deciso passo per tallonarlo da presso, buttando per sempre alle ortiche la falce e martello.
La qual cosa, per la "libertà offerta dal nuovo simbolo unitario", ha letteralmente entusiasmato il nostro aspirante leader della Sinistra arcobaleno, e che al contrario del suo padrino Bertinotti, costretto ancora a coprirsi in qualche modo dicendo che quel simbolo lo conserva "nel cuore", può proclamare urbi et orbi: "Non ho nostalgie. Non siamo un museo delle cere, ma un soggetto politico che si pone il problema di come cambiare l'Italia: l'identità a volte è la bandiera dei pavidi. L'identità invece è: con chi cammini, chi sei, è vita".
E allora tanti saluti e buon viaggio, Vendola. In compagnia dei borghesi, liberali, anticomunisti e clericali ai quali stai tanto fervidamente reggendo il sacco.

26 marzo 2008