Il governatore della Puglia spinge per il "partito della sinistra senza aggettivi"
Vendola: "non si può rifare il '900 La sinistra deve rinnovarsi"


In un'intervista pubblicata da "Liberazione" alla vigilia dell'assemblea costitutiva di Sinistra democratica, anche il governatore della Puglia Vendola è sceso in campo per favorire il progetto di una "sinistra senza aggettivi". Ovvero quel partito che dovrebbe raggruppare tutti gli spezzoni della "sinistra radicale", più il nuovo movimento nato dagli orfani della Quercia guidati da Mussi, Salvi e Angius, e aperto verso i socialisti dello SDI e i Verdi.
Un minestrone trotzkista, neorevisionista, riformista e socialdemocratico che Vendola giudica utile per rispondere - dice lui - alla "crisi della sinistra". Forse per rilanciare la lotta di classe e l'ideale del socialismo? Neanche per sogno. Si tratta semplicemente - spiega - di un "progetto politico per evitare di cadere nel localismo o peggio nell'estremismo vertenzialista".
Quello che auspica Vendola, in altre parole, è uno strumento per cercare di prevenire o almeno tenere sotto controllo e mantenere nei confini della legalità borghese e dell'intangibilità del sistema capitalistico le lotte delle masse che scoppiano spontaneamente e sempre più frequentemente su tutta una serie di temi e di rivendicazioni: che siano per impedire la costruzione di inceneritori e discariche inquinanti, contro l'ampliamento di basi militari, contro la folle, antieconomica e devastante Tav, contro il precariato dilagante e selvaggio, in difesa della scuola pubblica, contro la chiusura di ospedali e così via. La degenerazione della "sinistra" di regime, resa ancora più evidente dall'autoscioglimento dei rinnegati DS nel PD di stampo liberale e democristiano, crea un vuoto a sinistra che rischia di moltiplicare e intensificare questi movimenti eversivi e destabilizzanti per il sistema. Ecco allora che i trotzkisti e imbroglioni come Vendola si preoccupano di coprire questo vuoto con un nuovo inganno, un simulacro di "partito della sinistra", peraltro alleato del Partito democratico e con il quale intendono continuare a governare insieme.
Ed ecco perché questo nuovo inganno deve essere "senza aggettivi" o, come dice Vendola non deve avere "barriere identitarie, barriere che si oppongono alla comprensione della realtà". Perché in una indeterminatezza e ambiguità ideologica e politica è più facile far passare qualsiasi compromesso e svendita ai danni delle masse in lotta: "Per chi è 'a sinistra' - teorizza infatti - l'identificarsi con soggetti sociali. Ansie e fobie identitarie sono la nicchia protettiva di una sinistra ridotta a nomenclatura e a ceto politico. Oggi bisogna avere il coraggio di ricostruire. Di ripartire dal 'che fare?'. È necessaria la convivenza di una grande sinistra plurale e il settarismo ideologico può essere una ipoteca mortale per questo progetto".
Per farla corta, il ragionamento cervellotico di Vendola mira semplicemente a fare fuoco di sbarramento contro l'idea di un partito che si richiami al proletariato, alla lotta di classe e al socialismo, e a far sì che il "nuovo soggetto" rimanga comunque sul terreno del capitalismo e dell'ideologia borghese, sia pure alla sua ala sinistra: "La centralità del mondo del lavoro - sentenzia infatti il governatore della Puglia - è stato lo sfondo di tutte le grandi tradizioni rivoluzionarie. Ma non si può rifare il '900. Dobbiamo creare qualcosa di nuovo e di grande come seppero fare le leghe, i sindacati, i partiti. Siamo in un altro millennio, su un altro pianeta. La sinistra deve rinnovarsi".
Va bene un "nuovo soggetto" a sinistra del PD, dice in sostanza Vendola, ma per carità: che non abbia nulla a che vedere con la tradizione e la storia del movimento operaio, che è ormai morta e sepolta con il '900. Siamo su un "altro pianeta", il pianeta vincente del capitalismo, e bisogna adeguarsi. Specie, aggiungiamo noi, se si tratta di conservare la pagnotta e di rimanere ben incollati alla comoda poltrona che il regime neofascista elargisce ai suoi paggi fedeli.

19 settembre 2007