Il vertice di Lisbona firma il trattato dell'Ue imperialista
I popoli europei tagliati completamente fuori

Con una pomposa cerimonia ufficiale che si è svolta nel chiostro del Monasterio dos Geronimos a Lisbona il 13 dicembre, i 27 capi di Stato e di governo e i ministri degli Esteri della Ue hanno firmato il testo della nuova costituzione eropea, o meglio il "Trattato riformatore" che modifica l'assetto istituzionale dell'Unione europea. Il documento era stato varato nel summit del 18 ottobre scorso (vedi Il Bolscevico 39/07), tenuto sempre nella capitale portoghese.
Il corposo documento che dovrà essere ratificato dai singoli parlamenti nazionali nel corso del 2008 per entrare in vigore nel 2009, in coincidenza con le elezioni del Parlamento europeo e la nomina del nuovo esecutivo comunitario, permetterà "un vero progresso della politica europea ed una politica forte in un prossimo futuro", ossia un progresso nella politica imperialista della superpotenza europea, ha esclamato il presidente del consiglio italiano Romano Prodi. Che ha ricordato come "due anni fa l'Europa viveva una tragedia completa. Si è ricostruito adagio adagio un momento di unità e adesso si può ripartire", riferendosi alla bocciatura del testo della nuova Costituzione europea nei referendum in Francia e Olanda nel 2005.
Questa volta i 27 hanno preso tutte le precauzioni e una volta definito e firmato il testo nelle riunioni al chiuso delle loro stanze, per evitare sorprese hanno demandato la ratifica ai parlamenti nazionali. Salvo l'Irlanda che deve passare al vaglio di un referendum popolare perché glielo impone la Costituzione. I popoli europei sono stati tagliati completamente fuori.
Il documento di Lisbona porta verso la chiusura del percorso di riforma degli assetti istituzionali dell'Unione europea avviati nel 2000 dagli allora 15 paesi membri in vista del successivo allargamento della Ue; sono già entrati 10 paesi nel 2004, 2 nel 2007 e altri sono in lista di attesa. Le prime modifiche sono quelle del trattato di Nizza, firmato ufficialmente il 26 febbraio 2001, e entrato in vigore l'1 febbraio 2003. Il Consiglio europeo di Laeken, presso Bruxelles, del 15 dicembre 2001 decideva di convocare una Convenzione europea incaricata di scrivere la nuova Costituzione dell'Ue e che svolgerà i suoi lavori tra il 28 febbraio2002 e il 18 luglio 2003. Al Consiglio europeo di Bruxelles del 16 e 17 giugno 2004 i 25 Stati membri dell'Ue ratificavano la bozza della Costituzione che sarà firmata ufficialmente a Roma il successivo 29 ottobre. Il percorso subiva un arresto con la bocciatura della costituzione nel referendum in Francia il 29 maggio 2005 e si bloccava definitivamente con la successiva bocciatura in Olanda l'1 giugno. Il Consiglio europeo del giugno 2005 decideva una "pausa di riflessione".
Il 25 marzo 2007 in occasione del cinquantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma i leader dei Ventisette si impegnavano nella dichiarazione di Berlino ad approvare un nuovo Trattato entro il 2009 e acceleravano i tempi. Il mandato di elaborare il nuovo Trattato veniva affidato dal consiglio europeo di Bruxelles dello scorso 22 giugno a una Conferenza intergovernativa che produrrà il testo definitivo approvato a Lisbona il 19 ottobre scorso.
Fra le modifiche più significative il nuovo testo prevede che la presidenza dell'Unione europea non sia più a rotazione semestrale ma affidata a un presidente del Consiglio scelto tra i 27 capi di Stato o di Governo con un mandato di due anni e mezzo. Il sistema a rotazione sarà mantenuto per i consigli dei ministri. La politica estera resta prerogativa dei Governi nazionali ma sarà comunque nominato un "alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza", un ministro degli Esteri che assumerà i ruoli che oggi sono coperti dall'alto rappresentante per la politica comune estera e di sicurezza, Javier Solana, e dal responsabile delle relazioni esterne della Commissione europea, Benita Ferrero-Waldner. Sarà anche vicepresidente della Commissione Ue.
La prossima Commissione che sarà in carica dal 2009 al 2014 sarà ancora composta da un commissario per ciascuno stato membro ma a partire dal 2014 il numero dei commissari corrisponderà a due terzi degli Stati membri, 18 se i membri saranno ancora 27, con un sistema a rotazione.
Cambieranno anche le regole di voto in sede di Consiglio europeo dove la maggior parte delle decisioni, finora prese all'unanimità, saranno a maggioranza. L'unanimità rimane per poche materie, fra le quali le questioni fiscali e quelle di politica estera. Viene introdotto inoltre il meccanismo di voto a doppia maggioranza: a partire dal 2014 si avrà la maggioranza su un provvedimento se a suo favore votano almeno il 55% degli Stati in rappresentanza di almeno il 65% della popolazione totale dell'Ue.

19 dicembre 2007