Al vertice dei Non Allineati a Teheran
Khamenei: "armi nucleari per nessuno. Il consiglio di sicurezza è una dittatura"
Il presidente egiziano Morsi si schiera col popolo siriano e attacca Assad

Il 30 e 31 agosto si è tenuta a Teheran l'assise plenaria dei capi di Stato e di governo nell'ambito del 16esimo vertice dei paesi Non Allineati che era iniziato il 26 agosto, l'assise internazionale che riunisce 120 paesi. Sono stati tra gli altri importanti i discorsi tenuti dalla guida suprema iraniana, l'ayatollah Seyyed Alì Khamenei, che ha annunciato l'impegno della Repubblica islamica dell'Iran a rilanciare l'iniziativa del movimento nei prossimi tre anni in cui terrà la presidenza di turno, e del nuovo presidente egiziano Mohammed Morsi.
Sia Morsi che il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, erano stati ripetutamente invitati a non partecipare al vertice da parte dell'americano Barack Obama e del sionista Benjamin Netanyahu che avrebbero così voluto accreditare lo sperato isolamento del governo iraniano; tentativo fallito.
Nell'intervento di apertura dei lavori, il 30 agosto, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad denunciava tra l'altro che nel mondo "ci sono guerre e omicidi, tutto giustificato dal Consiglio di Sicurezza Onu. (...) I governanti del mondo oggi sono i negrieri di ieri e avviano guerre, umiliano e indeboliscono le nazioni e uccidono persone innocenti, dovremmo quindi lottare per un nuovo ordine mondiale".
Tema ripreso dall'ayatollah Khamenei che ha iniziato il suo saluto ricordando che: "noi siamo qui riuniti per proseguire (...) il cammino che sei decenni fa venne iniziato con diligenza e coraggio da alcuni dei leader politici responsabili che avevano realmente a cuore le sorti del mondo; non solo proseguire il loro cammino considerando le necessità e le condizioni del mondo di oggi, ma ridare vita ed impeto alla loro idea. (...) Noi nel passato vicino abbiamo assistito alla sconfitta delle politiche dell'era della Guerra Fredda ed abbiamo assistito pure alla sconfitta dell'unilateralismo che seguì a quel periodo. Il mondo, prendendo spunto da questa esperienza storica, è in via di transizione verso un nuovo sistema internazionale ed il movimento dei Non Allineati può e deve svolgere un ruolo innovativo. Questo sistema deve basarsi sulla cooperazione comune e l'uguaglianza tra i diritti dei popoli; e l'unità tra noi paesi membri di questo movimento, è una priorità del nostro tempo per la formazione di questo nuovo ordine".
"Il nostro pensiero è semplice: noi diciamo che la camera di controllo del mondo non deve essere affidata, con dittatura, ad alcune nazioni occidentali", ha proseguito Khamenei denunciando che "il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha una struttura ed una maniera di agire irragionevole, ingiusta e completamente non democratica; questa è una dittatura palese ed una condizione antiquata e superata. Approfittando di questo sistema errato, l'America e i suoi complici sono riusciti ad imporre le loro prepotenze al mondo dando a queste prepotenze l'apparenza di concetti dignitosi. Loro dicono 'diritti umani' ed intendono 'interessi dell'Occidente'; dicono 'democrazia' ma intendono aggressioni militari ad altri paesi; dicono 'lotta al terrorismo', ma bombardano la gente di città e villaggi con le loro bombe e le loro armi. (...) Queste condizioni imperfette e dannose, non possono rimanere invariate. Tutti sono stanchi di questa geometria internazionale errata. Il movimento del 99% del popolo americano ribellatosi ai nuclei di potere e di ricchezza e le manifestazioni diffuse nei paesi europei contro le politiche economiche dei governi dimostrano che una goccia ha fatto ormai traboccare il vaso della parsimonia e della pazienza delle nazioni".
"La pace e la sicurezza internazionali sono questioni importantissime e il disarmo e la distruzione delle armi di distruzione di massa è una necessità immediata e richiesta da tutti", ha sostenuto ribadendo che "la Repubblica Islamica dell'Iran reputa l'uso di armi nucleari, chimiche e simili un peccato grande ed imperdonabile. Noi sosteniamo lo slogan 'Medioriente senza armi nucleari' e lo rispettiamo. Ciò non significa ignorare il diritto che abbiamo per l'uso pacifico della tecnologia nucleare e la produzione di combustibile nucleare". Ha quindi precisato: "ribadisco che la Repubblica Islamica non avrà mai armi nucleari e che non rinuncerà mai allo stesso modo al diritto del suo popolo di usufruire della tecnologia nucleare. Il nostro motto è 'Energia nucleare per tutti, armi nucleari per nessuno'. Noi insisteremo su questo concetto e sappiamo che rompere il monopolio della produzione dell'energia nucleare creato da alcuni paesi occidentali sarà nell'interesse di tutti i paesi indipendenti ed anche quelli Non Allineati".
Ha ribadito la denuncia "del regime occupatore dei sionisti" in Palestina e ripetuto che "noi diciamo che la Palestina appartiene a tutti i palestinesi ed il prolungamento dell'occupazione di questa terra è una ingiustizia grande, insopportabile e pericolosa per la pace e la sicurezza mondiale. Tutte le soluzioni che gli occidentali hanno proposte per 'risolvere la questione palestinese' sono risultate errate e inutili e lo saranno pure in futuro. Noi abbiamo proposto una soluzione giusta e completamente democratica per questo problema. Tutti i palestinesi, sia quelli presenti che quelli migranti, musulmani, cristiani o ebrei partecipino ad un referendum e scelgano la struttura del loro paese".
Ha concluso ricordando l'importanza tra l'altro "delle manifestazioni di protesta nelle piazze dei paesi occidentali e il crollo dei dittatori dipendenti dagli Usa e dal Regime Sionista nel Nord Africa".
Ai successi delle rivolte della primavera araba si è riferito anche il presidente egiziano Morsi, a quelle rivoluzioni che hanno rovesciato i vecchi regimi in Tunisia e in Egitto e che continuano con quella in Siria dove "c'è una rivoluzione contro l'oppressivo regime che la governa ed è un dovere morale sostenere la popolazione siriana contro il regime ingiusto (di Bashar Assad, ndr) che ha perso legittimità". "Dobbiamo dichiarare la nostra piena solidarietà con la lotta di coloro che cercano libertà e giustizia in Siria e tradurre questa simpatia in una chiara visione politica a sostegno di una transizione pacifica a un sistema democratico che rifletta la richiesta di libertà del popolo siriano", ha sostenuto Morsi. Una transizione pacifica guidata da quattro paesi della regione (Egitto, Iran, Arabia saudita e Turchia) attraverso una conferenza di pace per la Siria che porti anzitutto a una tregua di tre mesi. Una proposta che certo mette in gioco l'Egitto con un ruolo da protagonista nella scena mediorientale e nel contempo frena le fregole interventiste dei paesi imperialisti e dei sionisti in Siria. La visita di Morsi a Teheran ha tra l'altro consentito la ripresa dei rapporti diplomatici tra i due paesi che l'Egitto aveva rotto nel 1979 all'avvento della Repubblica islamica dell'Iran.
Anche Morsi ha chiesto una zona denuclearizzata in Medio oriente e ha sostenuto che il Consiglio di sicurezza dell'Onu deve essere riformato, che occorre mettere fine al sistema per cui cinque potenze hanno diritto di veto e sostituirlo con un sistema "più rappresentativo del 21esimo secolo".

19 settembre 2012