In 80mila provenienti da tutta Italia, dall'Europa e dagli usa sfilano a Vicenza nonostante il black-out stampa, il boicottaggio di trenitalia, la criminalizzazione della manifestazione, la neve e il gelo
Un solo grido: No Dal Molin
Tanti movimenti pacifisti e ambientalisti tra cui No Tav, No Mose, No F35, No inceneritori, No Vat. Molti cattolici guidati da Don Gallo. Presenti anche evangelici metodisti e gli scout.Fischi e parole d'ordine contro il governo, Napolitano e i "partiti amici"
Ruolo attivo e coinvolgente della delegazione nazionale del PMLI diretta da Branzanti
Dal nostro inviato speciale
Dopo la storica manifestazione del 17 febbraio scorso, dopo le mobilitazioni, i blocchi, le assemblee, il Presidio Permanente e i Comitati No Dal Molin hanno nuovamente chiamato a raccolta gli oppositori al raddoppio della base militare americana, e la risposta è stata ancora una volta molto forte.
Nonostante il vergognoso boicottaggio organizzativo di Trenitalia (ci risiamo!) e delle forze appartenenti alla Sinistra arcobaleno, in 80.000 si sono riversati nelle vie di Vicenza con un un'unica e chiara parola d'ordine: "No Dal Molin". Non hanno funzionato nemmeno il silenzio dei media nazionali sull'evento e la consueta campagna criminalizzatrice della manifestazione portata avanti dai giornali locali, tutti in mano agli industriali e servi degli interessi imperialisti su Vicenza.
L'afflusso al concentramento risulta lento, si potrebbe pensare che la manifestazione non vada così bene, poi i partecipanti cominciano a ingrossare il corteo, si spiegano al vento le tantissime bandiere e gli striscioni No Dal Molin, e poi quelle dei No F35, No Mose, No Tav, No Vat, e dei tantissimi comitati locali, provenienti dal Nord, dal Centro e dal Sud e che si battono contro gli inceneritori e la devastazione ambientale, tutti uniti dalla difesa dei territori dal famelico capitalismo che inghiotte qualsiasi cosa per tramutarlo in profitto. Larga la presenza dei cattolici, guidati da don Andrea Gallo. Ci sono gli scout e gli evangelici metodisti. Ci sono delegazioni di manifestanti da diversi Paesi europei e anche dagli Stati Uniti.
Il corteo attraversa tutta la città percorrendo oltre 7 chilometri, partendo e tornando dal piazzale della Stazione centrale, resistendo a gelo e neve. Si possono udire continuamente cori e canzoni di lotta, anche se vogliamo ancora una volta sottolineare l'inopportunità della presenza nei cortei dei camion e furgoni che sparano a tutto volume musica che non ha niente a vedere con la lotta e che anzi depotenzia la carica dei manifestanti.
Tra i più bersagliati dai fischi e dagli slogan, oltre a Prodi e al sindaco Hüllweck (al quale la portavoce del Presidio Permanente, Cinzia Bottene, ha rimandato l'invettiva di "imbecillità" rivolta a chi non accetta il diktat sulla costruzione del nuovo complesso militare), il capo dello Stato Giorgio Napolitano che nel suo recente viaggio negli Usa per incontrare il capo boia imperialista Bush ha ribadito che la base al Dal Molin si farà, in barba all'opposizione dei vicentini, degli antimperialisti e dei pacifisti. L'hanno definito "la first lady" dell'Hitler della Casa Bianca.
Forti le critiche al governo in carica e anche a quei "partiti amici" della "sinistra radicale" (da pochi giorni arcobalenizzata) che chiacchierano a vuoto e non mantengono alcun impegno, nemmeno la battaglia per imporre la moratoria ai lavori sull'area Dal Molin. Toccati altri temi d'attualità: "Decreti razzisti sulle espulsioni, Prodi è peggio di Berlusconi". Si sono sentite "Bella ciao" e "Bandiera Rossa".
I vicentini sono tantissimi, come mai, e anche dalle finestre delle abitazioni esprimono solidarietà ai manifestanti. C'è tanta popolazione di Quinto Vicentino, orgogliosa di aver spinto il proprio Consiglio comunale a rifiutare il megaprogetto per la costruzione di un villaggio americano collegato al Dal Molin.
Non è mancata la forte e determinata presenza del PMLI che in questi mesi ha appoggiato senza riserve e convintamente la lotta No Dal Molin, anche dando ampio spazio su Il Bolscevico alle notizie che ci invia direttamente il combattivo Presidio Permamente.
La delegazione del Partito, diretta dal compagno Denis Branzanti, era composta da militanti e simpatizzanti provenienti dal Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia; in particolare citiamo i compagni di Lecce che si sono sobbarcati un lunghissimo viaggio e un simpatizzante romagnolo che non è voluto mancare nonostante le non buone condizioni di salute.
Nello spezzone del PMLI sventolavano le bandiere dei Maestri e del Partito e svettavano i cartelli riportanti le parole d'ordine: "No Dal Molin. Via le basi Usa e Nato dall'Italia. Via l'Italia dalla Nato. Via l'Italia dall'Afghanistan e dal Libano. Via il governo Prodi amico degli imperialisti Usa". Continuo è stato il lancio di slogan contro la base Usa, contro il governo Prodi e contro le missioni imperialiste all'estero nonché il grido "Italia unita, rossa e socialista". Cantata "Bella ciao".
Ancora una volta i marxisti-leninisti si sono mossi come pesci nell'acqua e, nonostante la presenza di gruppi sedicenti comunisti, la delegazione del PMLI non ha avuto problema ad inserirsi in un corteo aperto e "accogliente" e a cambiare posizione allorquando se ne è presentata la necessità.
Indipendentemente dalla loro collocazione nel corteo i marxisti-leninisti hanno coinvolto a più riprese altri manifestanti nel lancio delle parole d'ordine come altre volte hanno rilanciato quelle provenienti da altri settori, ad esempio dal Comitato contro l'inceneritore di Taranto. La delegazione è stata ampiamente fotografata e ripresa dalle telecamere. Sono state vendute alcune decine di copie de Il Bolscevico.
Segno evidente, e non nuovo, che le masse sono attratte dalla determinazione, unità, compattezza e combattività del PMLI e dalla chiarezza delle sue parole d'ordine, tutte caratteristiche in grado di far ribaltare, col tempo, i rapporti di forza oggi a noi sfavorevoli.
I nostri compagni in piazza a Vicenza sono stati seguiti costantemente dalla Commissione centrale di organizzazione del Partito e dal Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, che ha chiamato prima della partenza del corteo per augurare buona manifestazione a tutte le compagne e i compagni della delegazione.
Tramite una lettera della Commissione di organizzazione del CC del PMLI i dirigenti nazionali del Partito con alla testa il compagno Scuderi hanno espresso ringraziamenti e riconoscenza per il lavoro svolto dai membri della delegazione del Partito e affermato tra l'altro: "prendiamo esempio dal vostro comportamento marxista-leninista tra le masse per non staccarsi mai da esse e servirle con tutto il cuore".

19 dicembre 2007