A Roma capo del governo sionista e imperialista
Intesa perfetta tra i boia fascisti Sharon e Berlusconi
Manifestanti protestano contro la visita del premier israeliano e contro il muro dell'apartheid e l'occupazione dei territori
L'Italia è diventata "il più grande amico che Israele abbia in Europa, da quando Berlusconi è al governo le nostre relazioni sono migliorate, l'Italia come presidente di turno Ue si sta adoperando per Israele nei fori internazionali e ha aiutato il miglioramento delle relazioni Israele-Unione europea. Mai abbiamo avuto nella presidenza di turno un paese così amico". Così il capo del governo sionista e imperialista Sharon si esprimeva non appena arrivato il 17 novembre all'aeroporto di Ciampino per la visita di tre giorni a Roma. Un elogio sperticato in particolare alle iniziative del presidente del consiglio italiano a sottolineare l'intesa perfetta tra i boia fascisti Sharon e Berlusconi.
In piazza SS. Apostoli lo attendeva invece un sit in di protesta contro il muro dell'apartheid e l'occupazione dei territori; i manifestanti portavano bandiere palestinesi e un fantoccio di cartapesta che lo raffigurava come un macellaio con il cartello "responsabile del massacro di Sabra e Chatila (il campo profughi palestinese in Libano, ndr). Persona non gradita". I manifestanti denunciavano che "le autorità italiane ricevono un personaggio responsabile di efferati crimini contro l'umanità. Andrebbe invece assicurato alla giustizia internazionale".
Il tema centrale della visita del premier israeliano a Roma è stato quello della lotta al terrorismo che per Sharon è anzitutto la repressione della resistenza palestinese all'occupazione della Cisgiordania e Gaza. Sharon registra che sulla Palestina l'Italia "ha una posizione molto simile alla nostra (..), per prima ha compreso il danno fatto da Arafat al processo di pace (quando Berlusconi si rifiutò di incontrarlo nella visita in Israele, ndr) e ha inserito Hamas nella lista dei terroristi".
A Sharon bruciano il sondaggio commissionato dalla Ue che ha bollato la politica di Israele come il principale "pericolo per la pace" e la condanna della Ue contro la costruzione del muro in Cisgiordania. Per prima cosa quindi elogia il comportamento del governo italiano amico. Infatti trova piena comprensione a Roma, dal primo incontro con Pera e Casini a quello del 18 con Berlusconi e Fini e il 19 al Quirinale da Ciampi, quando difende la costruzione dei 150 chilometri di muro che non sarebbe "una frontiera ma una barriera difensiva" e quando detta di nuovo le sue condizioni per far avanzare il "processo di pace" in Palestina. Che sono: "la prima fase dovrebbe essere la completa cessazione del terrorismo. Quindi Israele riconoscerà lo Stato palestinese ma senza fissare confini definitivi. Se poi la faccenda si svilupperà, la terza fase dovrebbe essere quella in cui si decideranno i confini definitivi"; ovvero prima cessi la resistenza all'occupazione poi si vedrà.
Nel comunicato diffuso dopo l'incontro tra Berlusconi e Sharon si afferma tra l'altro che "Israele ha il pieno diritto di difendere i suoi cittadini dal terrorismo in tutti i modi necessari", quindi con la costruzione del muro, con gli assassini "mirati" di dirigenti e militanti della resistenza palestinese, con gli attacchi in Libano e Siria, e via elencando.
Il legame tra Israele e Italia viene sigillato dal ministro degli Esteri Franco Frattini che a nome della Ue ha garantito che "l'Europa è accanto a Israele nella lotta contro i terroristi, senza condizioni". Via libera al viaggio di Fini in Israele.