Per avere una corretta concezione della questione femminile
Studiare l'opera di Engels "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato'' e il relativo documento del PMLI
Ho ripreso in mano "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato''. Devo dire che a questo testo, e nell'edizione del Partito, sono molto legata. Infatti è stata la prima opera del maestro Engels che ho studiato assieme all'introduzione dell'Ufficio politico, il documento dal quale ho cominciato a conoscere le posizioni politiche del Partito. Questo qualche anno fa, quando ancora non ero né militante né simpatizzante del PMLI. è stato a partire dall'opera di Engels, nell'edizione del Partito, che ho cominciato ad acquisire gli strumenti ideologici per una corretta impostazione della "questione femminile''. Fino ad allora avevo frequentato dei seminari di studio delle femministe legate a Rifondazione ed altre che militavano nei centri sociali. Tutte sostenevano una presunta differenza nella struttura del pensiero tra donne e uomini, dalla quale discenderebbero un diverso modo di comprendere la realtà, un diverso modo di agire e diverse attitudini tra i due sessi. Benché certe differenze tra i sessi esistano a me pareva poco scientifico farle discendere da "facoltà dello spirito'' maschile o femminile. Infatti, qualsiasi esempio di differenza "spirituale'' o attitudinale tra donne e uomini può essere immediatamente spiegato ricorrendo alla realtà concreta. Non capivo perché si ostinassero a ribaltare i termini della questione.
Questo strano prodotto teorico della differenza "spirituale'' tra donne e uomini veniva inteso, da queste signore, come uno strumento ideologico per riconquistare la libertà e l'identità femminile a lungo negata dagli uomini nel corso della storia. Io invece, in base alla mia esperienza personale e familiare, intuivo che piuttosto si trattava di uno strumento ideologico per perpetuare la discriminazione femminile, attraverso una riedizione della reazionaria posizione cattolica sulle particolari attitudini femminili, ecc. Certo non potevo arrivare lontano nella critica. Ero confusa dal fatto che queste tesi venissero sostenute da militanti di partiti di "sinistra'' e dei centri sociali, mi mancava la guida ideologica di un partito autenticamente rivoluzionario e dunque marxista-leninista per riuscire a impostare correttamente la questione. Le intenzioni e le intuizioni possono essere corrette ma se poi non ci si avvicina alla linea rivoluzionaria si rimane privi degli strumenti utili per comprendere e modificare la realtà. Solo leggendo Engels, tra l'altro disprezzatissimo e odiato da quasi tutte le femministe che ho conosciuto, e poi, a distanza di alcuni anni, l'analisi della compagna Martenghi, contenuta nel documento del Comitato centrale del marzo 1987 ho iniziato a capire. Per così dire il cerchio si è chiuso, ho chiaro che queste teorie sulla "differenza sessuale'' sono state formulate da partiti falsamente comunisti e in realtà revisionisti per allontanare le masse femminili dalla concezione marxista-leninista della "questione femminile'' ed impedire loro l'emancipazione.
Il documento scritto nell'87 dalla compagna Martenghi è un punto di riferimento importante per me, che riprendo sempre quando ho qualche dubbio e di recente mi è servito anche nell'esame che ho sostenuto.
(Da un rapporto mensile della compagna Giovanna Vitrano)

19 giugno 2002