Rapporto di Giovanna Vitrano alla riunione dei marxisti-leninisti siciliani
Studiare e applicare la linea politica e organizzativa del PMLI per migliorare il lavoro di radicamento

Care compagne e cari compagni,
benvenuti alla riunione dei marxisti-leninisti siciliani. Ci si rivede ad appena 7 mesi dalla sessione regionale del 2 gennaio 2011 e ci apprestiamo a tenere una discussione critica e autocritica sul lavoro svolto in base alle decisioni prese in quella sede.
Anzitutto, esprimo la solidarietà militante del PMLI agli operai della Fincantieri di Palermo, che in questi giorni sono tornati a manifestare per le strade del capoluogo siciliano, e agli operai della Fiat di Termini Imerese. Come sapete gli operai di entrambe le aziende sono in lotta contro la chiusura dei loro stabilimenti.
Ringrazio il Segretario Generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, l'Ufficio politico e la Commissione per il lavoro di organizzazione del CC per l'attenzione con cui hanno seguito sia l'inaugurazione della Sede del Partito a Catania, sia la riunione regionale.
Infatti, l'inaugurazione della splendida e rossa Sede della Cellula "Stalin" della provincia di Catania è un evento e un esempio, come sottolineano i documenti e i Saluti delle Istanze centrali, ma anche di molte Istanze di varie parti d'Italia, di straordinario valore, un regalo per tutto il Partito.
L'inaugurazione sancisce l'e-norme balzo in avanti politico e organizzativo compiuto in questi mesi dalla Cellula "Stalin" della provincia di Catania, sotto la guida del compagno Sesto, ma è anche il punto di partenza per una nuova e più proficua fase del lavoro di radicamento del PMLI a Catania.
Molto si è discusso in questi ultimi anni tra la Responsabile regionale e i compagni locali sulla strategia di sviluppo nella provincia di Catania. Oggi abbiamo la dimostrazione che le decisioni condivise e messe a punto per la provincia di Catania a ridosso del 5° Congresso nazionale del Partito, erano corrette e vincenti. Quando nella provincia, dopo varie contraddizioni, alcune divenute antagonistiche, è emerso un vero quadro marxista-leninista, come è il compagno Sesto, con tutte le caratteristiche necessarie per dirigere i compagni locali e far superare alla Cellula la contraddizione tra linea e sua applicazione, la strategia ha potuto prendere il volo.
Molta strada abbiamo fatto e molta ne dobbiamo ancora fare, ma certamente oggi Catania è un modello per l'inizio del lavoro di radicamento in altre città dell'isola sulla base delle indicazioni formulate dal 5° Congresso nazionale del PMLI.
Grazie compagno Sesto, grazie compagne e compagni militanti e simpatizzanti della provincia di Catania.
Ringrazio, inoltre, tutti i compagni militanti e simpatizzanti siciliani, alcuni dei quali hanno fatto dei viaggi di ore da altre zone della Sicilia, per essere presenti qui oggi all'Inaugurazione e alla riunione regionale.
Porto i saluti a questa riunione di alcuni simpatizzanti e amici palermitani che avrebbero voluto essere presenti ma che per motivi professionali e familiari non hanno potuto.

Governo regionale
In quanto Responsabile regionale, prima di passare alla valutazione critica e autocritica del lavoro svolto dal Partito in Sicilia farò brevemente il punto sulla situazione attuale del governo regionale, guidato dall'imbroglione e falso meridionalista Raffaele Lombardo MPA.
Lombardo se ne deve andare a casa! Questa continua a essere la nostra parola d'ordine anche dopo che il Procuratore di Catania, Michelangelo Patané, lo ha praticamente scagionato dall'inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa, nonostante le intercettazioni confermino che il governatore ha avuto frequentazioni con boss della mafia catanese. Noi chiediamo un approfondimento dell'inchiesta, per accertare fino in fondo la verità sul piano penale.
In ogni caso, non cambia la nostra valutazione politica degli avvenimenti. Rimane il fatto che Lombardo ha avuto frequentazioni con i boss mafiosi. Questo per noi è un fatto estremamente grave che concorre in maniera determinante a delineare la sostanza antipopolare e antimeridionale del suo governo. Del resto, la macelleria sociale generata dal governo Lombardo e di cui parlano persino le segreterie regionali di Cgil Cisl e Uil, si spiega con l'evidente scelta di difendere e consolidare le lobby affaristiche e mafiose dell'isola, dalla sanità alla formazione professionale, a scapito della qualità e quantità dei servizi forniti alle masse popolari. Ciò ha concorso in maniera decisiva a generare un vertiginoso aumento della povertà e dell'esclusione sociale. Secondo una recente indagine di Dempolis, quasi la metà della popolazione siciliana, negli ultimi tre anni, ha peggiorato le sue condizioni di vita, in termini economici. L'impoverimento generale ha toccato, perlopiù, la classi a reddito fisso, con un peggioramento sostanziale soprattutto per gli operai e i pensionati.
Da che parte sta questo Governo lo dimostra anche l'aumento del costo della spesa politica in consulenze e incarichi esterni agli "amici degli amici" e in apparati clientelari, il cui peso eccessivo contribuisce a determinare il tracollo economico della Sicilia. Il solo apparato parlamentare clientelare mafioso nella regione ha, infatti, un costo di diverse decine di milioni di euro ogni anno.
La presenza del PD in tale giunta non cambia la sostanza politica del governo, e, ancor peggio, serve a coprirla.
Di fronte ad una disoccupazione che ormai è alle stelle, secondo quanto riferito dall'Istat, oltre il 15% dei siciliani in età da lavoro è disoccupato, considerando solo gli iscritti alle agenzie per il lavoro. La disoccupazione reale, considerati anche coloro che hanno rinunciato a cercare un lavoro si aggira sul 30%. Dramma nel dramma è quello della disoccupazione giovanile che, in alcune province siciliane riguarda oltre il 50% della popolazione sotto i trent'anni, in linea con la denuncia dello Svimez pubblicata ieri su tutti i quotidiani nazionali: nel sud ben due giovani su tre non trovano lavoro.
Cosa ha fatto il governo Lombardo per risolvere il problema principale delle masse popolari siciliane che è quello del lavoro? Niente, con la Sicilia che ha la maglia nera della disoccupazione in continuo aumento, con una sempre maggiore diffusione del lavoro nero, supersfruttato e sottopagato, del precariato, dei licenziamenti, dell'emigrazione giovanile, in una congiuntura economica, sociale e politica come in Sicilia non si vedeva dall'immediato dopoguerra.
Non servono, dunque, a migliorare la condizione delle masse popolari le manovre dei politicanti borghesi regionali della destra e della "sinistra" borghesi, unicamente mirate a giochi di potere con i quali Lombardo si prepara a succedere a sé stesso in un Lombardo quinquies o con elezioni regionali anticipate.
Il nuovo governo potrebbe essere varato negli ultimi mesi dell'anno, si pensa ai primi di dicembre, quando scadranno molti dei contratti milionari dei direttori generali delle aziende regionali, oltre che di alcuni manager di società partecipate e ciò potrebbe dare il via un nuovo assalto e spartizione del bottino delle poltrone di potere in Sicilia.
Per quanto riguarda nuove elezioni il governatore avrebbe lasciato intendere di voler aspettare le elezioni politiche, e lasciare così la guida della Regione solo dopo essersi assicurato l'elezione al Senato con l'MPA e iniziare una nuova fase in più vasta scala della sua attività politica antimeridionale, della quale abbiamo già avuto vari assaggi. In verità Lombardo non è affatto un meridionalista, non fa gli interessi delle masse popolari del Sud. Il suo progetto politico a livello regionale s'inserisce a pieno titolo nel progetto politico capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista di Berlusconi che sta letteralmente massacrando il Sud su tutti i fronti, anche favorendo con i suoi provvedimenti che riguardano la struttura dello Stato e il federalismo l'ascesa di nuovi e più feroci apparati politico clientelari regionali, espressione diretta della parte più reazionaria della borghesia italiana.
Bisogna farla finita subito con questo governo, con il governo Lombardo e con questi giochi di potere borghese a danno delle masse in settori di vitale importanza, come la scuola, la sanità, i servizi, i trasporti. È chiaro, comunque, che il governo Lombardo tenterà di durare il più a lungo possibile e potrà essere mandato a casa solo grazie a un largo fronte unito che raccolga il massimo consenso tra le masse lavoratrici, operai in testa, pensionati, disoccupate, precari, studenti, i sindacati e i movimenti, le forze politiche, sociali, culturali, religiose antifasciste, antimafiose, democratiche e progressiste, indipendentemente dalle loro posizioni ideologiche e sociali, per una mobilitazione di massa popolare con l'obbiettivo di mandarlo a casa.
Come abbiamo detto, le nuove, feroci lobby politico-affaristiche borghesi che governano le regioni meridionali non sono solo frutto delle contraddizioni tra la borghesia locale, ma anche delle controriforme in tema di struttura dello Stato approvate dal governo Berlusconi, della deregulation in tema di diritti del lavoro, della privatizzazione, del taglio ai servizi essenziali, degli investimenti che hanno l'unico criterio di favorire le lobby mafiose, come dimostra l'approvazione di questi giorni del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, con un incremento del costo che è passato da 6,3 a 8,5 miliardi di fondi pubblici.
Nelle masse popolari siciliane cresce anche l'insofferenza verso il governo del neoduce Berlusconi. Oggi il terreno in Sicilia è estremamente fertile per propagandare la parola d'ordine "Ci vuole un nuovo 25 Aprile per liberarsi del Nuovo Mussolini". Noi dobbiamo anche porre molta attenzione alla necessità di demolire la falsa idea che si va diffondento, grazie alla propaganda di PD, MPA, SEL, che le giunte regionali, provinciali e comunali del Mezzogiorno siano portatrici di rivendicazioni e politiche meridionaliste opposte alle politiche antimeridionaliste del governo centrale. Va spiegato nei nostri interventi pubblici, dati alla mano, come i provvedimenti delle giunte comunali, provinciali, regionale siano, invece, politicamente coerenti con le scelte del governo nazionale. Questo è un lavoro ideologico necessario ad orientare correttamente la lotta di classe e il giusto risentimento delle masse popolari siciliane verso le istituzioni borghesi locali e centrali.

L'obbiettivo delle nostre riunioni: radicare il Partito
Come ricorderete, il Rapporto tenuto il 2 gennaio 2011 si intitolava "Radichiamoci nei nostri ambienti di lavoro, studio e vita" e la riunione aveva lo scopo di fare il punto della situazione del lavoro politico in Sicilia, allo scopo di rilanciarlo sulla base dei documenti approvati dal 5° Congresso nazionale del PMLI. È da quel Rapporto che ripartiremo oggi per fare il punto critico e autocritico, in base alle indicazioni stabilite.
L'obbiettivo principale di quella riunione era fornire una discussione sugli strumenti necessari al radicamento nei luoghi in cui viviamo concretamente. Alcuni compagni hanno messo in pratica le indicazioni e il piano che si erano prefissati, ottenendo ottimi risultati, altri le hanno messe in pratica solo in parte ottenendo qualche risultato.
Prima di iniziare una discussione critica e autocritica su questi argomenti mi preme ringraziare tutti i compagni siciliani per la propaganda svolta sul fronte referendario. Tutte le Cellule e Organizzazioni, tranne Ribera, che non ha praticamente fatto nulla a quel che mi risulta, si sono impegnate. La punta più avanzata è stata Catania che ha lavorato sia nei comitati per la ripubblicizzazione, sia effettuando propaganda di Partito. Sia la Cellula "Stalin" della provincia di Catania sia la Cellula "Mao" di Troina hanno curato il lavoro giornalistico su questo fronte. La Cellula "Lunga Marcia" di Messina ci ha fatto mancare la ricaduta giornalistica del lavoro referendario che ha svolto ed è un vero peccato, perché, cari compagni messinesi, il lavoro giornalistico è un tassello essenziale del lavoro di radicamento.
Ringrazio a questo proposito il compagno simpatizzante Antonio, che nella provincia di Palermo ha svolto una diffusione del materiale referendario.
Ringrazio poi tutti i compagni militanti e simpatizzanti siciliani che il 1° Maggio a Marsala hanno dato prova della loro enorme generosità e attaccamento al Partito e sono stati giustamente ringraziati dai dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi per la vittoriosa missione compiuta, sotto la direzione del compagno Sesto Schembri, riuscendo ad arrivare fin sotto il palco con la gigantografia di Marx, ottenendo una grossa ricaduta televisiva.
Come ricorderete nel rapporto del 2 gennaio avevamo scelto, in base alle indicazioni del 5° Congresso nazionale, di concentrarci sul fronte operaio e sindacale e su quello studentesco, incrementando gli sforzi per raggiungere quanti più lavoratori e studenti possibili, sfruttando al meglio tutte le situazioni che si fossero realizzate e le iniziative specifiche del Partito.
Il nostro obbiettivo rimane ancora oggi quello di riuscire a diventare in ogni realtà locale il punto di riferimento degli operai più avanzati in lotta, conoscendo la situazione locale alla perfezione, conoscendo i problemi degli operai dell'industria, dei braccianti agricoli, degli operai edili, del nostro territorio. Se ricordate, come obbiettivo ci eravamo posti quello di iniziare a studiare la nostra realtà locale per riuscire a intervenire con cognizione di causa sulle vertenze che riguardano la classe operaia nei nostri territori, con comunicati stampa di appoggio delle lotte operaie che andavano portati ai diretti interessati, intervistandoli, chiedendo loro di intervenire su "Il Bolscevico". Avevamo stabilito di centrare i nostri articoli sul problema del lavoro, in primo luogo del lavoro operaio, in Sicilia, non solo dell'industria, ma anche dell'agricoltura e di porre particolare attenzione al tema del lavoro operaio giovanile, utilizzando i nostri giovani militanti e simpatizzanti su questo fronte.
Avevamo stabilito anche di valutare a livello di singola istanza la possibilità di indirizzare i nostri giovani militanti e simpatizzanti ad inserirsi nella mobilitazione studentesca in Sicilia, cogliendo al volo ogni occasione per entrare in contatto con gli studenti per portare la solidarietà del Partito.
Avevamo stabilito anche di sfruttare ogni manifestazione possibile per portare in piazza i simboli e la posizione del PMLI, diffondendo alle manifestazioni, davanti le fabbriche, alle assemblee, davanti le scuole i volantini del Partito.
Per ogni Cellula ci eravamo dati questi obbiettivi strategici generali, pur considerando che in alcune realtà le priorità in questi ultimi mesi sono state altre, considerate come eccezioni che confermano la regola di concentrarsi sul fronte operaio e studentesco. Nella provincia di Catania, ad esempio, siamo stati impegnati in un lavoro che ci ha preso ogni energia nel comitato catanese per la ripubblicizzazione dell'acqua e nelle lotte antirazziste. I compagni catanesi, tuttavia, non hanno perso nessuna occasione per essere presenti in piazza a portare la posizione del PMLI ogni qual volta venivano indette manifestazioni. I compagni hanno anche diffuso nelle zone industriali e davanti le scuole. Ultimamente finalmente è apparso su "Il Bolscevico" un primo articolo della Cellula su un tema specifico riguardante una vertenza operaia della provincia di Catania. È un enorme passo in avanti. La Cellula deve continuare su questa strada, concentrandosi sempre più sui fronti operaio e studentesco, una volta concluso il lavoro sul fronte referendario. Perché, vedete cari compagni, Catania è una città molto viva dal punto di vista dei centri culturali e dei dibattiti, conferenze ecc..sui temi della storia del movimento operaio. Facciamo benissimo ad intervenire in questi dibattiti, dal momento che siamo invitati, per dire la nostra, chiarire da un punto di vista marxista-leninista i vari temi, ma non dimentichiamoci che la nostra ragione di esistere è quella di occupare uno spazio sempre maggiore nelle lotte delle masse lavoratrici, classe operaia in testa, delle masse studentesche, delle masse femminili. È quello è il nostro terreno naturale è lì che dobbiamo costruire il nostro edificio, è soltanto lì che potremo lì raccogliere il consenso delle masse e da lì che dovremo muoverci quando andremo sempre più spesso invitati nei dibattiti culturali a portare la nostra posizione. Se così non è rischiamo di costruire sulla sabbia e fare lavoro inutile.
Sono certa che sotto la guida del bravo compagno Sesto, i marxisti-leninisti della provincia di Catania riusciranno ad incrementare dalla prossima stagione politica il lavoro iniziato sui temi specifici del territorio, con volantini, comunicati stampa, diffusioni. Non dimentichiamoci che la Cellula deve anche iniziare il lavoro di denuncia della giunta comunale e provinciale di Catania, mettendo in campo tutte le forze di cui dispone.
Saluto la recente disponibilità di un giornalista democratico catanese ad occuparsi delle denunce della giunta catanese di "centro-destra". Un evento politico-organizzativo che gioverà alla Cellula "Stalin" e a tutto il Partito, che va coltivato e che prova la giustezza della politica delle alleanze e del fronte unito del PMLI.
A Troina siamo intervenuti con alcuni volantini sui temi del lavoro che mettevano sotto tiro la giunta guidata dal fascista Costantino. Dobbiamo continuare, tentando di coinvolgere in un largo fronte unito sui temi del lavoro tutte le organizzazioni disponibili a lavorare col PMLI. L'impegno politico a Troina non è ancora sufficiente va intensificato con diffusioni e comunicati stampa regolari. La Cellula, deve impegnarsi in maniera approfondita sullo studio del territorio e soprattutto dei problemi relativi alle masse lavoratrici.
A Palermo abbiamo svolto un ottimo lavoro per propagandare la nostra linea tra gli studenti, grazie a un nostro simpatizzante che non è qui presente per impegni professionali. Al compagno Salvatore vanno i ringraziamenti del Partito. Di recente, grazie alla presenza di un compagno che ha la doppia militanza a Palermo e in un'altra Organizzazione di Partito all'estero ed attualmente è tornato per le ferie siamo stati presenti alla manifestazione di commemorazione di Borsellino e abbiamo portato la nostra solidarietà agli operai Fincantieri in lotta. Ringrazio molto il compagno Gianni per questo suo impegno.
La Cellula "Lunga Marcia" di Messina, ha affisso i manifesti per la propaganda referendaria.
In merito all'Organizzazione di Ribera rilevo che non ha praticamente fatto nulla in questi mesi e l'attività politica deve ancora partire.

Studio e conoscenza della realtà locale
Il corrispondente della Cellula "Stalin" della provincia di Catania, ha concluso un recente articolo con l'esortazione "bisogna studiare"! Ringrazio questo compagno perché ci ha dato lo spunto per trattare questo argomento in maniera concreta.
"Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare"! È la nostra parola d'ordine sul fronte dello studio e del lavoro politico. Lo studio non deve essere mai astratto e inconcludente, ma deve tener conto delle priorità che abbiamo e dell'obbiettivo del radicamento. Questa parola d'ordine fu rilanciata dal nostro Segretario generale, il compagno Giovanni Scuderi, in occasione della 6ª Riunione plenaria del 4° Ufficio politico del PMLI, il 15 settembre 2002, nel Rapporto dal titolo "Intensifichiamo gli sforzi per costruire un grande, forte e radicato PMLI" e da lui spiegata mettendo in relazione lo studio e il radicamento: "Anche là dove il radicamento - afferma il compagno Scuderi - è in atto occorre migliorarlo, approfondirlo, sistematizzarlo ed estenderlo. Dobbiamo quindi insistere nel chiarirci le idee sul radicamento ragionando un po' attorno alla parola d'ordine 'Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulla priorità, studiarÈ, che è la chiave della costruzione e dello sviluppo del Partito. Chi l'ha utilizzata interamente ha ottenuto degli ottimi successi, chi l'ha utilizzata parzialmente ha ottenuto qualche successo, chi non l'ha utilizzata affatto non ha ottenuto alcun successo.
È quindi comprovato dalla pratica che senza lo studio si naviga a vista; senza concentrarsi sulle priorità non si sa dove andare e si gira a vuoto; senza radicarsi è come se fossimo degli apolidi, delle persone estranee al proprio ambiente.
Ma cosa significa in concreto le tre parti che compongono la suddetta parola d'ordine?
Studiare significa conoscere e applicare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del PMLI in riferimento alle questioni concrete politiche, sindacali, sociali, studentesche, culturali che dobbiamo risolvere e che riguardano il luogo dove siamo presenti. Significa conoscere e applicare i metodi di analisi dei Maestri nell'esaminare e risolvere i problemi. Significa conoscere a fondo la propria città e ambiente di lavoro o di studio con le loro caratteristiche, problemi e contraddizioni. Significa conoscere la composizione, il programma, i bilanci, i piani urbanistici, le delibere, ecc. dell'amministrazione della propria città e le relative posizioni dei vari partiti, nonché le condizioni di vita e i problemi e le rivendicazioni delle masse. Significa conoscere la realtà sindacale del proprio luogo di lavoro e i problemi della propria scuola o università.
Concentrarsi sulle priorità significa stabilire i temi principali su cui centrare e sviluppare il lavoro politico, rivendicativo, di massa, organizzativo, propagandistico e giornalistico, in base alle necessità e ai bisogni più urgenti delle masse della propria città. Significa bombardare senza soluzione di continuità le proprie giunte comunale, provinciale e regionale.
Radicarsi significa applicare con forza il Programma d'azione in riferimento alle priorità prescelte. Significa intervenire con volantini, manifesti, documenti, comunicati stampa, conferenze stampa, dibattiti, in base alle possibilità concrete che abbiamo, sulle questioni che fanno parte delle priorità e che scoppiano improvvisamente".
Dunque, il nostro studio deve essere legato all'azione e al combattimento, a risolvere le questioni politiche, organizzative, tattiche, strategiche per il successo dell'azione e del combattimento.
In sostanza, si tratta di mettere in pratica le indicazioni del 5° Congresso, forgiando l'anello mancante, radicandosi profondamente nella propria realtà economica, sociale e politica per esprimerne i problemi e i bisogni.
In particolare bisogna tenere costantemente sotto tiro le giunte locali, bombardandole con denunce precise, circostanziate e ben motivate e proponendo le nostre rivendicazioni concrete.
Ogni Cellula trovi la strada migliore per fare la sua ricerca sul territorio sui temi del lavoro e la persegua. Individuiamo dei compagni che per ogni Organizzazione possono fare questo lavoro e diamogli questo incarico come prioritario.

Applicazione della linea politica e organizzativa del Partito
Vorrei mettere l'accento in questa sede sull'acquisizione della corretta concezione del Partito e sulla conoscenza della linea generale e della linea di massa del Partito, soprattutto in relazione alla critica e all'autocritica, che è un tema prioritario per la Sicilia.
Il Partito è la cosa più preziosa che abbiamo nella lotta di classe, esso scaturisce dall'esperienza concreta di lotta dei marxisti-leninisti di tutto il mondo di ormai 163 anni, da quando Marx ed Engels pubblicarono il "Manifesto del Partito comunista" e la sua struttura si è sviluppata nel fuoco della lotta di classe e delle rivoluzioni vittoriose in Unione sovietica e nella Cina di Mao. In un autentico Partito bolscevico non esiste la libertà di fare la propria esperienza senza tener conto dell'esperienza del Partito e tanto meno esiste la libertà di fare la propria esperienza sul fronte organizzativo, senza tenere conto dello Statuto del Partito. Mettere in discussione le forme organizzative del Partito, sia che ne siamo coscienti, sia che no, significa dare un duro colpo al Partito del proletariato e fare indietreggiare l'obbiettivo della conquista dell'Italia unita, rossa e socialista.
L'attuale linea politica e organizzativa del Partito è il nostro bene più grande che dobbiamo difendere con i denti. Mai a nessuno dobbiamo consentire nemmeno di scalfirla. Qualunque compagno sbagli su questo fronte in particolare va criticato immediatamente e con dialettica per fargli comprendere l'errore e consentirgli di riallinearsi al Partito.
Bisogna usare intelligentemente la critica, considerando che a volte i compagni che sbagliano non si rendono conto dei propri errori nei confronti del centralismo democratico, perché non sono abituati al lavoro collettivo dentro la propria istanza, non sono abituati a valutare in modo critico e autocritico il proprio impegno politico. Ma fatta salva la buona fede dei compagni le Istanze devono andare fino in fondo nella critica e pretendere un'autocritica vera e non solo formale che abbia ripercussioni concrete nel modo di porsi rispetto ai propri errori.
Va considerato il fatto che la struttura bolscevica delle Istanze di base non esiste di per sé quando viene fondata un'Organizzazione locale, ma essa va costruita mattone su mattone, con perseveranza e senza scoraggiarsi, tenendo ben ferma la linea organizzativa del Partito, il rispetto del centralismo democratico, l'uso della critica e dell'autocritica. Inevitabilmente, questo lavoro procede per prove ed errori, ma pur sempre non esiste la libertà di fare di testa propria, ma bisogna tenere conto della ricca esperienza accumulata dal Partito su questo fronte, sintetizzata nella linea organizzativa del Partito espressa nello Statuto che costituisce la bussola per orientarci nella costruzione di Cellule autenticamente marxiste-leniniste. Gli errori li commettiamo tutti, non devono essere drammatizzati e non devono scoraggiarci, ma nei nostri errori non dobbiamo perseverare o intestardirci quando ci vengono criticati.
Avere una corretta concezione del Partito significa non avere una visione idealistica del Partito, dei suoi dirigenti, militanti e istanze. Nessuno è perfetto e diventare militante marxista-leninista significa iniziare un percorso di formazione pratica e teorica per nulla semplice. Le contraddizioni di classe e i conflitti di classe inevitabilmente si riflettono all'interno del Partito, e ciò genera la lotta tra le due linee, quella proletaria rivoluzionaria e quella borghese riformista e controrivoluzionaria. Questa lotta, in genere, è latente, a volte si manifesta su singoli aspetti e tattiche, come contraddizioni in seno al popolo, alle volte esplode su questioni generali e strategiche, come contraddizioni antagonistiche. Anche in Sicilia abbiamo avuto contraddizioni e abbiamo contraddizioni. Abbiamo messo in atto tutte gli accorgimenti per superare tali contraddizioni, ma alcune di esse, sulla linea elettorale e su quella sindacale e di massa del Partito, accompagnate dalla malafede dal commettere tali errori ha trascinato le contraddizioni sul piano dell'antagonismo. Abbiamo fatto tanta esperienza su questo fronte, i compagni siciliani hanno imparato nel concreto che non bisogna mai avere una visione idealista del Partito. In questo momento siamo alle prese con una contraddizione in seno al popolo riguardante la linea organizzativa del Partito e esorto i compagni coinvolti a riflettere attentamente sugli errori commessi e per i quali sono stati criticati all'unico fine di correggersi.
La critica e l'autocritica sono la linfa vitale grazie alle quali il militante si rafforza insieme all'istanza a cui appartiene. Lo dico per i compagni di nuova militanza e per coloro che, di più antica militanza, ancora non ne hanno appreso il meccanismo. Non bisogna lasciarsi mai condurre sul tema della critica dai personalismi, dai legami affettivi e da quelli giusti ed ovvi di rispetto che abbiamo nei confronti dei nostri compagni, dei nostri dirigenti. Perché vedete compagni, è giusto porsi il problema di non ferire le suscettibilità, ma questo non ci deve mai portare all'estremo di non dire, tacere e lasciar passare. In questo caso cadremmo nell'idealismo e nel liberalismo e faremmo il male politico nostro, del compagno che deve essere corretto e di tutto il Partito. Dobbiamo ragionare sul fatto che il vero meccanismo dell'unità dei compagni e delle Istanze risiede nella critica e nell'autocritica sincera.
Tutti i compagni siciliani devono, inoltre, imparare a confrontarsi giornalmente con le questioni riguardanti il centralismo democratico che è l'elemento organizzativo fondamentale del PMLI, che consente di fare vivere allo stesso tempo la democrazia e la massima disciplina e unità del Partito, il più largo spazio alle istanze di base e intermedie e la direzione nazionale del Partito e impedisce la nascita di ogni tendenza individualistica e frazionistica, ogni tentativo di creare delle correnti e dei regni indipendenti di potere.
Il concetto di fondo del centralismo democratico è che dopo che il Congresso ha deciso, e in sua assenza il Comitato centrale, l'Ufficio politico e il Segretario generale, tutti quanti, istanze e singoli militanti, sottostiano alle loro decisioni e le applichino fedelmente, anche se individualmente o come singola istanza la pensano diversamente. Il singolo è sottomesso alla propria istanza e tutti i militanti e tutte le istanze al Congresso e al Comitato centrale.
Il centralismo democratico non può essere violato in alcun modo, nemmeno per le questioni più banali organizzative e amministrative.
La militanza marxista-leninista è un altro elemento fondamentale e peculiare che caratterizza il nostro Partito. I membri del PMLI non sono dei semplici iscritti, ma dei militanti, dei soldati rossi correttamente centralizzati, disciplinati, organizzati, uniti e solidali tra di loro. Sono inconcepibili i militanti che stanno con le mani in mano, che non fanno nulla o quasi.

Uso dei moderni strumenti tecnologici per la propaganda
Più volte ci siamo trovati a trattare nelle riunioni regionali o in colloqui individuali la questione dell'uso corretto sul fronte politico dello strumento di Facebook (FB)e dei social network che i compagni siciliani non hanno chiaro, agendo in completa anarchia, spesso violando il centralismo democratico e la struttura organizzativa del Partito.
Su questo argomento, come su altri, il primo passo è la corretta centralizzazione, rispettando le circolari del Centro e le decisioni della propria istanza. Si può utilizzare FB a livello di Istanza entro precisi limiti e solo a fini di propaganda, ma bisogna stare attenti a due questioni essenziali:
1) ll rispetto delle competenze.
2) la vigilanza rivoluzionaria
La vigilanza rivoluzionaria è un insieme di norme generali e particolari atte a proteggere l'incolumità del Partito e dei compagni dalla repressione neofascista e dalle ritorsioni di ogni tipo su tutti i fronti politico, professionale, familiare.
Bisogna applicarle in maniera scrupolosa ad ogni momento della nostra vita. Talvolta su FB militanti o simpatizzanti espongono a tutti i loro rapporti con il Partito. Ma ci siamo dimenticati completamentete le norme basilari di vigilanza contenute persino nello Statuto? Qual è, vi chiedo, compagni, il meccanismo in base al quale nella nostra vita reale dobbiamo essere vigilanti, proteggere noi stessi, il Partito, la nostra attività professionale, le nostre persone care, e poi su facebook dove dovremmo intensificare queste norme, si mette tutto in piazza, facendo dei danni oggettivi a se stessi, al Partito e alla causa. Invito tutti i compagni presenti a titolo personale sui social network a eliminare dai loro profili ogni rifermento al Partito e alla propria attività politica, come bandiere del PMLI, foto proprie e dei compagni in azione, immagini dei Maestri ecc. e ad usare solo per questioni personali tali pagine di discussione, lasciando alle Istanze che lo decidano il compito di intervenire sui social network politicamente.
Una Circolare della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI, il 22 settembre 2009 ha chiarito in maniera definitiva i criteri di come va usato internet. A quella Circolare dobbiamo attenerci. Lasciate che ve la legga in modo che se ne possa discutere: "Care compagne, cari compagni, siamo stati informati che alcuni militanti e simpatizzanti del PMLI fanno largo uso di Facebook. La cosa va disciplinata a livello delle rispettive istanze. Così com'è non va assolutamente bene, perché sono stati infranti il centralismo democratico e la vigilanza rivoluzionaria.
Addirittura dei compagni hanno pubblicato la propria foto e messo allo scoperto le proprie amicizie e relazioni, come se non vivessimo in pieno regime neofascista. Non ci si rende conto, per pubblicizzare se stessi, che potremmo "saltare" tutti. Se non oggi, quando farà comodo al governo e alle istituzioni in camicia nera. A parole lo sappiamo tutti, ma nei fatti, non solo i compagni più giovani di militanza ma anche quelli più anziani, alcuni di noi agiscono come se fossimo in piena libertà e democrazia. Invitiamo pertanto i compagni che sono stati ghermiti, per individualismo o per altro, da Facebook a rientrare nei ranghi, rispettare le norme organizzative e di vigilanza rivoluzionaria e concentrarsi sui compiti principali di Partito. In ogni caso deve essere l'istanza di appartenenza che deve stabilire se e come utilizzare anche Facebook per propagandare il PMLI (e non se stessi). Internet è uno strumento di comunicazione a doppio taglio. Dobbiamo usarlo con intelligenza politica evitando di essere usati e dati in pasto alla classe dominante borghese, al suo governo e alle sue istituzioni.
Usare tutto ciò che può essere usato in internet per far conoscere il Partito e far trionfare la causa, ma privilegiando sempre il megafono alla tastiera, e comunque sotto la direzione del Partito. A parte il chattare personale, che non coinvolge il Partito e non mette in vetrina i militanti, i simpatizzanti e gli amici del Partito.
Vigiliamo compagne e compagni, su noi stessi e sugli altri compagni, per autotutelarci dai colpi dei nemici di classe e per far bene la lotta di classe in maniera coordinata e disciplinata".
Teniamo comunque a mente tutti gli interventi che sinora ci sono stati sul tema, tra cui l'intervento del Segretario generale in sede di 5° Congresso, quanto detto sul tema nel documento sui giovani approvato dal CC il 4 aprile e le Circolari del Centro. Seguendo la linea del Partito non sbaglieremo.
Care compagne e compagni,
adesso apriamo la discussione. Ognuno di voi è invitato a discutere e votare questo Rapporto e spero che si tratti di una discussione proficua che ci possa dare la spinta per intensificare gli sforzi per il radicamento in Sicilia a partire dal prossimo anno politico!
W il lavoro di radicamento in Sicilia!
Lavoriamo per dare un corpo da Gigante Rosso al Partito in Sicilia per partecipare all'impresa eroica della conquista dell'Italia unita, rossa e socialista!
W il PMLI!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

7 settembre 2011