La Corte di Appello di Roma respinge la richiesta della Fiat di sospendere la sentenza che la condanna
Vittoria della Fiom alla Fiat di Pomigliano
145 lavoratori iscritti alla CGIL licenziati devono essere riassunti

La buona notizia, così è stata definita dalla FIOM, è arrivata alla vigilia di Ferragosto. La Corte di Roma ha respinto come "non ammissibile" il ricorso della Fiat che chiedeva la sospensione dell'esecutività dell'obbligo di assumere 145 lavoratori iscritti alla FIOM in base alla sentenza del Tribunale emessa il 21 giugno scorso. Sentenza che accoglieva le motivazioni dei meccanici della CGIL che accusavano il Lingotto e il suo capo il nuovo Valletta, Sergio Marchionne, di discriminazione antisindacale nelle riassunzioni alla Fiat di Pomigliano, ribattezzata fabbrica Italia Pomigliano: su 1893 lavoratori rientrati al lavoro, nessuno con tessera FIOM. Per la Fiat si tratta dell'ennesima sconfitta sul piano giuridico.
Soddisfatto il commento del segretario generale FIOM, Maurizio Landini: "viene confermato che le discriminazioni ci sono - ha affermato - e vanno rimosse e si conferma non solo che la Fiat ha fatto discriminazione a Pomigliano ma anche che le debba rimuovere riassumendo 145 nostri iscritti. A questo punto è necessario che la Fiat - ha aggiunto - dia corso alle riassunzioni, altrimenti saremmo di fronte all'ennesima violazione e credo che a quel punto sia le forze politiche che il governo non potrebbero continuare a stare zitti".
Dalle prime reazioni però non sembra proprio che il vertice della Fiat voglia andare in questa direzione. Con la solita arroganza e protervia padronale ha considerato il dispositivo della Corte d'Appello una sentenza "semplicemente tecnica". E ha avuto il coraggio di aggiungere, mentendo, che: "proprio sulla base di questa pronuncia rimane confermata la possibilità di chiedere nuovamente un provvedimento di sospensione qualora nei prossimi giorni la Fiom dovesse decidere di attivare strumentalmente iniziative di esecuzione prima dell'imminente decisione della Corte romana" fissata per il 9 ottobre prossimo per decidere sul ricorso del Lingotto contro la sentenza di primo grado.
Immediata la replica della FIOM. "Se la Fiat proseguirà con il suo comportamento ostruzionistico nei confronti di una sentenza - ha detto Giorgio Airaudo, responsabile nazionale del settore auto - che la condanna per discriminazione, chiederemo l'esecuzione della sentenza , per la quale ci siamo già attivati". "Se c'è una discriminazione va sanata - ha insistito Airaudo - la Fiat è i ritardo con le riassunzioni, ma le deve fare ... Può rallentare l'efficacia della sentenza e ricorrere in appello, ma poi dovrà eseguire la sentenza perché Fiat deve rispettare la legge" come tutti gli altri.

5 settembre 2012