Provocatoria e aberrante iniziativa legislativa
L'UDC Volontè vuol vietare l'apologia del comunismo

La notizia è stata relegata in un paio di colonnine nelle pagine interne, e nemmeno di tutti i quotidiani, evidentemente per non suscitare una reazione troppo forte e controproducente, ma invece è di una gravità assoluta e senza precedenti: il capogruppo dell'UDC alla Camera, Luca Volontè, ha annunciato che sta raccogliendo adesioni tra i deputati di tutti gli schieramenti ad una proposta di legge di riforma costituzionale "per inserire il divieto di apologia del comunismo insieme al reato già previsto per il fascismo".
"Chiederemo una rapida calendarizzazione della proposta che vieti ogni apologia comunista. Siamo un Paese vergogna, è necessaria una operazione verità sui 100 milioni di morti irrisi dai comunisti al governo", ha spiegato l'esponente centrista ripescando le menzogne truculente del "libro nero del comunismo" tanto care a Berlusconi e a tutti i professionisti dell'anticomunismo di cui il regime neofascista è ormai inflazionato. Dopodiché, evocando oscuri scenari di nuove cacce alle streghe, l'ex democristiano nostalgico di Scelba ha aggiunto: "Bertinotti col suo viaggio a Budapest ha aperto una riflessione che non ha trovato seguito nelle posizioni delle segreterie dei partiti comunisti radicali. Staneremo uno per uno i fedeli amici di Lenin e dei suoi gulag".
È interessante questa argomentazione dell'emulo di Torquemada che si serve di Bertinotti per fustigare il suo stesso partito, il PRC, insieme all'altro della "sinistra radicale", il PdCI: evidentemente Volontè ha già assolto il trotzkista gandhiano dal "reato di comunismo" e lo considera anzi arruolato d'ufficio nella sua crociata, il che la dice lunga sulla conversione anticomunista ormai completata dal guardiano della Camera, anche agli occhi dei suoi (ex) avversari.
La proposta di legge neofascista dei centristi non è comunque da sottovalutare come un'iniziativa anacronistica e quasi un po' bislacca, come la si è voluta far passare stando allo scarso risalto sui media e al silenzio assordante della "sinistra" di regime. Molte delle iniziative anticomuniste più nere e sciagurate della destra di questi ultimi anni sono cominciate così, e poi col tempo, favorite dal clima di revisionismo storico dilagante e con la complicità degli zelanti rinnegati del comunismo, hanno portato a leggi infami come il "giorno del ricordo" delle foibe e degli "esuli giuliano-dalmati", a intitolare vie e piazze a gerarchi fascisti, a criminalizzare martiri partigiani come Bruno Fanciullacci per l'esecuzione del filosofo del fascismo Gentile, e altre nefandezze del genere.
È significativo, d'altronde, che non si sia levata una sola voce di condanna dall'interno del Partito democratico, che con i centristi continua anzi a ricercare tranquillamente intese nel quadro dello spostamento del suo asse politico dalla "sinistra" al centro dello schieramento parlamentare. Quando invece una volta tanto, paradossalmente, è stato un altro ex DC, il segretario della Democrazia Cristiana per le autonomie Rotondi, a prendere le distanze dall'iniziativa di Volontè dichiarando che "il comunismo italiano non ci ha negato la libertà, ma ce l'ha portata col sangue dei partigiani".

7 novembre 2007