Accomunate destra e "sinistra'' borghese
VOMITEVOLE NAZIONALISMO NEOFASCISTA

E' impressionante la mole di iniziative e manifestazioni messe in campo per dare risonanza alla "festa'' nazionalista e patriottarda del 2 giugno, di cui la parata militarista e fascista ai Fori imperiali ripristinata da tre anni a questa parte da Ciampi ha rappresentato l'evento centrale.
C'è solo l'imbarazzo della scelta: l'associazione dei Comuni d'Italia (Anci), sotto l'alto patronato della presidenza della Repubblica, ha promosso per il 2 giugno una serie di manifestazioni in numerose città, con il coinvolgimento degli studenti, concorsi a premi, distribuzione di bandierine e quant'altro. A Roma, presso il museo del Risorgimento del restaurato Vittoriano, ieri caro al regime monarco-fascista e oggi massimamente a Ciampi, il fascista Francesco Storace ha personalmente distribuito a 150 alunni i primi dei 50 mila kit "patriottici'' destinati dalla regione Lazio da lui presieduta ad altrettanti studenti delle quinte classi elementari, comprendente bandiera tricolore, cd con inno di Mameli e un libercolo sulla storia dell'inno nazionale, edito guarda caso dalla Mondadori di proprietà del neoduce Berlusconi.
Intanto sui teleschermi della Rai recentemente annessa e "raddrizzata'' dalla Casa del fascio, oltre ovviamente alla diretta sulla sfilata militare, impazzavano trasmissioni improntate a un disgustoso mix nazionalistico tra il becero e il frivolo, dove i cori sgangherati di "fratelli d'Italia'' si sprecavano, e militari reduci dalle ormai innumerevoli "missioni umanitarie'', non richieste ma imposte a suon di bombe, si gonfiavano il petto facendo la passerella tv a braccetto con la presentatrice di grido.
Si pensi inoltre al mega restauro del palazzo del Quirinale, che per l'occasione è stato inaugurato con faraonico spreco di luminarie, alla riapertura completa dell'orrendo Vittoriano, con tanto di percorso multimediale curato (a peso d'oro, si suppone) dal mago degli effetti speciali più oscarizzato e pagato del mondo, all'apertura dei giardini del Quirinale dopo la parata, per permettere a Ciampi di avere il suo "bagno di folla'', e così via.
Per non parlare poi dello sfruttamento calcolato della coincidenza con l'apertura dei mondiali di calcio, altra ghiotta occasione per ridare fiato alle trombe patriottarde e rifilare nuovamente un'alluvione televisiva di inni mamelici e sventolio di tricolori, non senza furbesche intromissioni di "forza Italia'', al già frastornato popolo italiano.
Quanto poi alla parata ai Fori imperiali c'è da dire che mai, neanche negli anni più bui del regime democristiano e della "guerra fredda'', aveva avuto un carattere così marcatamente militarista, nazionalista e neofascista, quale ha voluto a tutti i costi imprimerle Ciampi, con ben due ore di sfilata, centinaia di mezzi, migliaia di soldati di tutte le armi, sia in divise d'epoca, anche dell'esercito mussoliniano, sia dei reparti d'élite, braccio armato del rinato imperialismo, neocolonialismo ed espansionismo nostrano.
E non si pensi che a questa vomitevole orgia nazionalista abbia partecipato solo la destra. Anche la "sinistra'' borghese ha voluto essere della partita, abboccando più che volentieri all'esortazione di Ciampi a celebrare il 2 giugno come "festa di tutti gli italiani'', senza distinzioni di classe né di ideologia, ma tutti accomunati dall'adorazione del tricolore e dell'inno nazionale. Come si spiegherebbero altrimenti la disgustosa iniziativa del quotidiano fiancheggiatore dell'Ulivo, "la Repubblica'', che ha distribuito gratuitamente centinaia di migliaia di cd con l'inno di Mameli, e quella de "l'Unità'', uscita con un paginone tricolore e la distribuzione della Costituzione?
"l'Unità'', con l'editoriale per il 2 giugno del suo direttore Furio Colombo, è arrivata addirittura a definire quest'ultima "una Carta che ha liberato tutti, anche i suoi nemici. Senza questa carta, sarebbero stati condannati (sic!) a rimanere persecutori. Grazie a questa Carta noi e loro abbiamo vissuto e continuiamo a vivere in libertà e rispetto''. Semplicemente disgustoso, per non parlare della partecipazione dei leader del "centro-sinistra'', Rutelli, Fassino, Veltroni, tutti impettiti e sull'attenti, alla parata militarista dei Fori imperiali, insieme al neoduce Berlusconi (legittimandolo così come rappresentante dell'unità del paese, che difatti si è pure fatto il bagno di folla tra i suoi sostenitori) e ai fascisti, che da sempre non a caso esaltano la parata del 2 giugno come una loro festa. Invece di smascherare e denunciare il dilagante nazionalismo, patriottismo e militarismo e mettere in guardia le masse dal caderne preda, i rinnegati fanno esattamente l'opposto e si adoperano per far loro abbassare la guardia e rinunciare ai valori di classe per abbracciare quelli da sempre tipici della borghesia imperialista.
Come non vedere in tutto ciò una sapiente operazione neofascista, di cui Ciampi è il regista dichiarato e orgoglioso, volta a irretire di nuovo le masse popolari italiane nel nazionalismo, nel patriottismo e nel militarismo guerrafondaio come durante il ventennio mussoliniano? Non è certo un caso che abbia voluto incentrare la coreografia della sfilata a tre particolari corpi militari: i garibaldini, la divisione Acqui sterminata dai tedeschi a Cefalonia e la brigata Folgore alla battaglia di El Alamein, con tanto di esibizione di carri armati dell'epoca. La scelta delle camicie rosse di Garibaldi è scontata, ma le altre due hanno un preciso significato nel disegno di Ciampi: con Cefalonia vuole rivalutare l'esercito regio e ribattere sulla sua tesi che esso fu il vero motore e artefice della Resistenza, non i partigiani. Con El Alamein va ancora oltre, e intende rivalutare anche il colonialismo e l'espansionismo fascista, per recuperarlo alla storia patria e ricostituire un'unità storica dal Risorgimento all'Italia imperialista di oggi, quinta potenza mondiale.
"Sono soddisfatto - ha dichiarato infatti Ciampi dopo la sfilata - di aver ripristinato tre anni fa la rivista militare. Gli italiani si riconoscono con orgoglio nelle loro forze armate, strumento di pace e di sicurezza in un sistema operativo sempre più europeo, occidentale. E il due giugno sta diventando la festa vera di tutti gli italiani: e questo è un momento essenziale dell'opera che mi sono proposto da quando il Parlamento mi volle eleggere presidente della Repubblica ...se riguardate questi primi tre anni del mio mandato, vi accorgerete che sintetizzano le due iscrizioni in vetta al Vittoriano: `la libertà dei cittadini, l'unità della patria'. Ai Fori imperiali ho visto una grande partecipazione popolare e un forte coinvolgimento degli spettatori, sono questi gli eventi che legano una comunità''.
Questo è appunto il disegno neofascista del capo dello Stato, e non è un caso che si sia dispiegato in questa impressionante orgia nazionalista del 2 giugno 2002, organizzata dopo e in malcelata contrapposizione alle rosse ed entusiasmanti celebrazioni di massa del 25 Aprile e del 1° Maggio, precedute dai grandiosi scioperi e manifestazioni di marzo e aprile, che evidentemente hanno non poco preoccupato la borghesia in camicia nera e i suoi alfieri Ciampi e Berlusconi.

5 giugno 2002