Marx
Teoria |
|
La teoria non trova mai la sua
realizzazione nel popolo se non quando essa realizza i bisogni di questo popolo. Marx,
Contributo alla critica della filosofia del diritto di Hegel.
|
Costituzione |
|
Il dominio borghese come emanazione
e risultato del suffragio universale, come espressione della volontà popolare sovrana,
questo è il significato della Costituzione borghese. Marx, Le lotte di classe in
Francia dal 1848 al 1850, - Opere scelte, (Edizioni lingue Estere di Mosca), V. 2, p.256
|
Sacrificio |
|
Quando abbiamo scelto la
professione nella quale possiamo maggiormente operare per l'umanità, allora gli oneri non
possono schiacciarci, perché essi sono soltanto un sacrificio per il bene di tutti;
allora non gustiamo una gioia povera, limitata ed egoistica, ma la nostra felicità
appartiene a milioni, le nostre imprese vivono silenziosamente, ma eternamenti operanti, e
le nostre ceneri saranno bagnate dalle lacrime ardenti di milioni di uomini. Marx,
"Considerazioni di un giovane sulla scelta di una professione"(tema di licenza
liceale), 12 agosto 1835 - Opere complete, V. 1, p. 7
|
Socialismo |
|
Socialismo è la dichiarazione
della rivoluzione in permanenza, la dittatura di classe del proletariato, quale punto
di passaggio necessario per L'abolizione delle differenze di classe in generale,
per l'abolizione di tutti i rapporti di produzione su cui esse riposano, per l'abolizione
di tutte le relazioni sociali che corrispondono a questi rapporti di produzione, per il
sovvertimento di tutte le idee che germogliano da queste relazioni sociali. Marx,
Le lotte di classe in Francia, dal 1848 al 1850, Marzo 1850 - Opere complete, V. cap. III,
(Editori Riuniti), p. 126 |
Materialismo |
|
Nella produzione sociale della loro
esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro
volontà, - in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo
delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione
costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si
eleva una soprastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate
della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in
generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza
che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la
loro coscienza. A un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della
società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i
rapporti di proprietà (il che è l'equivalente giuridico di tale espressione) dentro dei
quali esse forze per l'innanzi s'erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle
forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un'epoca di rivoluzione
sociale. Con il cambiamento della base economica si sconvolge più o meno rapidamente
tutta la gigantesca soprastruttura. Quando si studiano simili sconvolgimenti, è
indispensabile distiguere sempre fra lo sconvolgimento materiale delle condizioni
economiche della produzione, - che può essere costatato con la precisione delle scienze
naturali, - e le forme giuridiche, politiche, e religiose, artistiche o filosofiche, ossia
le forme ideologiche che permettono agli uomini di concepire questo conflitto e di
combatterlo. Come non si può giudicare un uomo dall'idea che egli ha di sé stesso, così
non si può giudicare una simile epoca di sconvolgimento dalla coscienza che essa ha di
sé stessa; occorre invece spiegare questa coscienza con le contraddizioni della vita
materiale, con il conflitto esistente tra le forze produttive della società e i rapporti
di produzione. Una formazione sociale non perisce finché non si siano sviluppate tutte le
forze produttive a cui può dare corso; nuovi e superiori rapporti di produzione non
subentrano mai, prima che siano maturate in seno alla vecchia società le condizioni
materiali della loro esistenza. Ecco perché l'umanità non si propone se non quei
problemi che può risolvere, perché, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che
il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o
almeno sono in formazione.. A grandi linee, i modi di produzione asiatico, antico, feudale
e borghese moderno possono essere designati come epoche che marcano il progresso della
formazione economica della società. I rapporti di produzione borghesi sono l'ultima forma
antagonistica del processo di produzione dociale; antagonistica non nel senso di un
antagonismo individuale, ma di un antagonismo che sgorga dalle condizioni di vita sociali
degli individui. Ma le forze produttive che si sviluppano nel seno della società borghese
creano in pari tempo le condizioni materiali per la soluzione di questo antagonismo. Con
questa formazione sociale si chiude dunque la preistoria della società umana. Marx,
Prefazione "Per la critica dell'economia politica", Gennaio 1859 - Scritti
scelti, vol.1 (Edizioni lingue estere) Mosca 1943
|
Proletari |
|
I proletari invece, per affermarsi
personalmente, devono abolire la loro propria condizione di esistenza quale è stata fino
ad oggi, che in pari tempo è la condizione di esistenza di tutta la società fino ad
oggi, il lavoro. Essi si trovano quindi anche in antagonismo diretto con la forma nella
quale gli individui della società si sono dati finora un'espressione collettiva, lo
Stato, e devono rovesciare lo Stato per affermare la loro personalità. Marx-Engels,
L'ideologia tedesca, fra il 1845 e 1846
|
Rivoluzione |
|
Tanto per la produzione in massa di
questa coscienza comunista quanto per il successo della cosa stessa è necessario una
trasformazione in massa degli uomini, che può avvenire soltanto in un movimento pratico,
in una rivoluzione; che quindi la rivoluzione non è necessaria soltanto
perché la classe dominante non può essere abbattuta in nessun'altra
maniera, ma anche perché la classe che l'abbatte può riuscire solo in una
rivoluzione a levarsi di dosso tutto il vecchio sudiciume e a diventare capace di fondare
su basi nuove la società. Marx-Engels, L'ideologia tedesca, fra il 1845-1846 -
Opere complete, V. 5, p. 38 |
Parlamentarismo |
|
Cretinismo parlamentare,
infermità che riempie gli sfortunati che ne sono vittime della convinzione solenne che
tutto il mondo, la sua storia e il suo avvenire, sono retti e determinati dalla
maggioranza dei voti di quel particolare consesso rappresentativo che ha l'onore di
annoverarli tra i suoi membri, e che qualsiasi cosa accada fuori delle pareti di questo
edificio, - guerre, rivoluzioni, costruzioni di ferrovie, colonizzazione di intieri nuovi
continenti, scoperta dell'oro di California, canali dell'America centrale, eserciti russi,
e tutto quanto ancora può in qualsiasi modo pretendere di esercitare un'influenza sui
destini dell'umanità,- non conta nulla in confronto con gli eventi incommensurabili
legati all'importante questione, qualunque essa sia, che in quel momento occupa
l'attenzione dell'onorevole loro assemblea. Marx-Engels, Rivoluzione e
controrivoluzione in Germania., 27 luglio 1852 ? o sett 1851 ? - Opere scelte, (Edizioni
Mosca), vol. 2, p. 112
|
Engels
Federalismo |
|
Gli operai debbono opporsi a questo
piano (quello di coloro che volevano il federalismo in Germania,
nostra nota) e lavorare non soltanto per la repubblica tedesca una e
indivisibile, ma anche, entro di essa, per una decisissima centralizzazione del potere
nelle mani dello Stato. Essi non debbono lasciarsi ingannare dalle chiacchere democratiche
sulla libertà dei comuni, sul governo locale autonomo, e così via. In un paese come la
Germania, in cui occorre ancora liquidare tanti residui del medioevo, e si devono spezzare
tanti particolarismi locali e provinciali, non si deve in nessun modo tollerare che ogni
villaggio, ogni città, ogni provincia ponga un nuovo impedimento all'attività
rivoluzionaria che, in tutta la sua forza, può diffondersi soltanto dal centro. Non si
deve tollerare che si rinnovi l'attuale stato di cose in cui i tedeschi debbono battersi
di volta in volta, separatamente, in ogni città, in ogni provincia, per conseguire un
solo progresso, sempre lo stesso. E meno ancora può tollerarsi che una forma di
proprietà che è ancora più arretrata della proprietà privata moderna e si dissolve
dappertutto necessariamente in questa - la proprietà comune - e i conflitti che ne
derivano fra comuni ricchi e poveri, così come il diritto pubblico comunale, esistente a
fianco del diritto pubblico di Stato, si perpetuino attraverso una cosiddetta libera
costituzione dei comuni, con i suoi cavilli contro gli operai''.
Marx ed Engels, Indirizzo del
Comitato centrale alla Lega del marzo 1950, opere complete, Editori
Riuniti, vol. 10, p. 286 |
Rivoluzione ininterrotta |
|
E' nostro interesse e nostro
compito rendere la rivoluzione ininterrotta, sino a che tutte le classi più o meno
possidenti non siano scacciate dal potere, sino a che il proletariato non abbia
conquistato il potere dello Stato, sino a che le associazioni dei proletari, non solo in
un paese, ma in tutti i paesi dominanti del mondo, si sia sviluppata al punto che venga
meno la concorrenza tra i proletari di questi paesi, e sino a che almeno le forze
produttive decisive non siano concentrate nelle mani dei proletari. Non può trattarsi per
noi di una trasformazione della proprietà privata, ma della sua distruzione; non del
mitigamento dei contrasti di classe, ma delle distruzioni delle classi; non del
miglioramento della società attuale, ma della fondazione di una nuova società''.
Marx ed Engels, Indirizzo del
Comitato centrale alla Lega del marzo 1850, opere complete, Editori
Riuniti, vol. 10, p. 281 |
Emancipazione |
|
I proletari invece, per affermarsi
personalmente, devono abolire la loro propria condizione di esistenza quale è stata fino
ad oggi, che in pari tempo è la condizione di esistenza di tutta la società fino ad
oggi, il lavoro. Essi si trovano quindi anche in antagonismo diretto con la forma nella
quale gli individui della società si sono dati finora un'espressione collettiva, lo
Stato, e devono rovesciare lo Stato per affermare la loro personalità. Marx-Engels,
L'ideologia tedesca, fra il 1845 e 1846 -
|
Necessità della rivoluzione |
|
Tanto per la produzione in massa di questa
coscienza comunista quanto per il successo della cosa stessa è necessario una
trasformazione in massa degli uomini, che può avvenire soltanto in un movimento pratico,
in una rivoluzione; che quindi la rivoluzione non è necessaria
soltanto perché la classe dominante non può essere abbattuta
in nessun'altra maniera, ma anche perch&é la classe che l'abbatte
può riuscire solo in una rivoluzione a levarsi di dosso tutto il vecchio sudiciume e a
diventare capace di fondare su basi nuove la società. Marx-Engels, L'ideologia
tedesca, fra il 1845-1846 - Opere complete, V. 5, p. 38
|
La forza motrice della storia |
|
Per
circa quarant'anni noi abbiamo messo in primo piano la lotta di classe, in quanto forza
motrice immediata della storia, e in particolare la lotta di classe fra la borghesia e il
proletariato, potente leva della rivoluzione sociale del nostro tempo; per questo ci è
assolutamente impossibile camminare insieme a chi cerca di radiare questa lotta di classe
del movimento. Marx-Engels, Circolare A. Bebel, W.Liebknecht, W. Bracke ed altri,
17-18 settembre 1879
|
Cretinismo parlamentare |
|
Cretinismo parlamentare, infermità
che riempie gli sfortunati che ne sono vittime della convinzione solenne che tutto il
mondo, la sua storia e il suo avvenire, sono retti e determinati dalla maggioranza dei
voti di quel particolare consèsso rappresentativo che ha l'onore di annoverarli tra i
suoi membri, e che qualsiasi cosa accada fuori delle pareti di questo edificio, - guerre,
rivoluzioni, costruzioni di ferrovie, colonizzazione di intieri nuovi continenti, scoperta
dell'oro di California, canali dell'America centrale, eserciti russi, e tutto quanto
ancora può in qualsiasi modo pretendere di esercitare un'influenza sui destini
dell'umanità,- non conta nulla in confronto con gli eventi incommensurabili legati
all'importante questione, qualunque essa sia, che in quel momento occupa l'attenzione
dell'onorevole loro assemblea. Marx-Engels, Rivoluzione e controrivoluzione in
Germania., 27 luglio 1852 ? o sett 1851 ? - Opere scelte, (Edizioni Mosca), vol. 2, p. 112
|
Lotta di classe |
|
La produzione economica e la struttura che
necessariamente ne consegue formano, in qualunque epoca storica, la base della storia
politica e intellettuale dell'epoca stessa...
Conforme a ciò, dopo il dissolversi della primitiva proprietà comune del secolo, tutta
la storia è stata una storia di lotta di classi, di lotte tra classi sfruttate e classi
sfruttatrici, tra classi dominate e classi dominanti, in diversi gradi dello sviluppo
sociale... Questa lotta ha ora raggiunto un grado in cui la classe sfruttata e oppressa
(il proletariato) non può più liberarsi dalla classe che la sfrutta e la opprime (la
borghesia) senza liberare anche ad un tempo e per sempre, tutta la società dallo
sfruttamento, dall'oppressione e dalle lotte fra le classi... Engels, Prefazione
all'edizione tedesca del 1883 del Manifesto del Partito Comunista
|
Sfruttamento |
|
Chi
sfrutta i lavoratori "non s'arresta fino a che rimane un muscolo, un nervo, una
goccia di sangue da sfruttare". Engels, La posizione della classe operaia
|
Lenin
|
Revisionisti |
|
Sul piano politico il revisionismo
ha tentato di rivedere il fondamento reale del marxismo, la dottrina della lotta di
classe. La libertà politica, la democrazia, il suffragio universale, ci è stato detto,
distruggono le basi stesse della lotta di classe e confutano la vecchia tesi del Manifesto
comunista secondo cui gli operai non hanno patria. In regime di democrazia, dove
domina la "volontà della maggioranza", non si può più considerare lo Stato
come un organo del dominio di classe e non ci si può più sottrarre all'alleanza con la
borghesia progressista, propugnatrice di riforme sociali, contro i reazionari.
E' incontestabile che queste obiezioni dei revisionisti danno vita a un sistema abbastanza
irganico di idee, cioè; al sistema già noto da un pezzo delle concezioni liberali
borghesi. I liberali hanno sempre sostenuto che il parlamentarismo borghese distrugge le
classi e la divisione in classi, perché tutti i cittadini senza distinzione hanno diritto
al voto, hanno diritto di partecipare agli affari dello Stato. Ma tutta la storia
dell'Europa nella seconda metà del XIX secolo, tutta la storia della rivoluzione russa
all'inizio del secolo XX dimostrano chiaramente quanto siano assurde queste concezioni.
Con la libertà del capitalismo "democratico" le differenze economiche non si
attenuano, ma si accentuano e si inaspriscano. Il parlamentarismo non elimina ma mette a
nudo l'essenza delle repubbliche borghesi più democratiche come organi dell'oppressione
di classe. Lenin, Marxismo e revisionismo, marzo-aprile 1908 - Opere complete, vol.
15, pp. 30-31
|
Cretinismo parlamentare |
|
Soltanto dei mascalzoni o dei
semplicioni possono credere che il proletariato debba prima conquistare la maggioranza
alle elezioni effettuate SOTTO IL GIOGO DELLA BORGHESIA, sotto IL GIOGO DELLA SCHIAVITU'
SALARIATA, e poi conquistare il potere. E'il colmo della stupidità o dell'ipocrisia; ciò
vuol dire sostituire alla lotta di classe e alla rivoluzione le elezioni fatte sotto il
vecchio regime, sotto il vecchio potere.
Il proletariato conduce la sua lotta di classe senza aspettare le elezioni per
incominciare uno sciopero, benché per il completo successo dello sciopero occorra la
simpatia della maggioranza dei lavoratori (e di conseguenza anche della maggioranza della
popolazione). Il proletariato conduce la sua lotta di classe abbattendo la borghesia,
senza aspettare nessuna votazione preliminare (organizzata dalla borghesia e che si svolga
sotto la sua oppressione), e nel farlo sa benissimo che per il successo della sua
rivoluzione, per l'abbattimento della borghesia E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIA la simpatia
della maggioranza dei lavoratori (e di conseguenza della maggioranza della popolazione).
I cretini parlamentari e i moderni Louis Blanc "esigono" assolutamente delle
elezioni, e assolutamente organizzate dalla borghesia, per determinare la simpatia della
maggioranza dei lavoratori. Ma questo è; un punto di vista di pedanti, di cadaveri o di
abili ingannatori.
La realtà viva, la storia delle vere rivoluzioni mostrano che assai spesso "la
simpatia della maggioranza dei lavoratori" non può essere dimostrata da nessuna
votazione (per non parlare delle elezioni organizzate dagli sfruttatori, con
l'"eguaglianza" tra sfruttatore e sfruttato!). Assai spesso "la simpatia
della maggioranza dei lavoratori"è dimostrata NON da votazioni, ma dallo sviluppo di
un partito, o dall'aumento del numero dei sui membri nei soviet, o dal successo di uno
sciopero che, per un qualche motivo, abbia acquistato grandissima importanza, o dal
successo della guerra civile, ecc. ecc. (...)
La rivoluzione proletaria è impossibile senza la simpatia e l'appoggio dell'immensa
maggioranza dei lavoratori per la loro avanguardia, il proletariato. Ma questa simpatia,
questo appoggio non si ottengono di colpo, non sono le elezioni a deciderli, ma SI
CONQUISTANO con una lunga, difficile, dura lotta di classe. La lotta di classe del
proletariato PER la simpatia, PER l'appoggio della maggioranza dei lavoratori non si
esaurisce con la conquista del potere politico da parte del proletariato. DOPO la
conquista del potere questa lotta CONTINUA, ma in ALTRE forme. Lenin, Saluto ai
comunisti italiani, francesi e tedeschi, 10 ottobre 1919 - Opere complete, vol. 30, pp.
46-47
|
La Borsa |
|
La potenza del capitale è tutto,
la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco da marionette, di
pupazzi. Lenin, Sullo Stato., 11 luglio 1919 - Opere complete, vol. 29, p. 447
|
Concezione del mondo |
|
Tutta l'esperienza della storia
moderna e, in particolare, la lotta rivoluzionaria del proletariato di tutti i paesi,
sviluppatasi per più di cinquant'anni, dopo la pubblicazione del MANIFESTO COMUNISTA,
dimostrano inconfutabilmente che la concezione marxista del mondo è; la sola espressione
giusta degli interessi, delle opinioni e della cultura del proletariato rivoluzionario. Lenin,
Sulla cultura proletaria, 8 ottobre 1920 - Opere complete, vol. 31, pp.300-301 |
|
|
|
Dottrina marxista-leninista |
|
La dottrina di Marx è onnipotente
perché è giusta. Essa è completa e armonica, e dà agli uomini una concezione integrale
del mondo, che non può conciliarsi con alcuna superstizione, con nessuna reazione, con
nessuna difesa dell'oppressione borghese. Il marxismo è il successore legittimo di tutto
ciò che l'umanità ha creato di meglio durante il secolo XIX: la filosofia tedesca,
l'economia politica inglese e il socialismo francese. Lenin, Tre fonti e tre parti
integranti del marxismo, marzo 1913 -
|
Concezione proletaria |
|
Tutta l'esperienza della storia
moderna e, in particolare, la lotta rivoluzionaria del proletariato di tutti i paesi,
sviluppatasi per più di cinquant'anni, dopo la pubblicazione del MANIFESTO COMUNISTA,
dimostrano inconfutabilmente che la concezione marxista del mondo è la sola espressione
giusta degli interessi, delle opinioni e della cultura del proletariato rivoluzionario. Lenin,
Sulla cultura proletaria, 8 ottobre 1920 - Opere complete, vol. 31, pp.300-301 |
|
Stalin
Conciliazione |
|
Come deve agire il proletariato, su
quale strada si deve porre per attuare coscientemente il suo programma, abbattere il
capitalismo e costruire il socialismo?
La risposta è chiara: il proletariato non potrà giungere al socialismo attraverso la
conciliazione con la borghesia: esso deve porsi necessariamente sulla via della lotta, e
questa lotta dev'essere la lotta di classe, la lotta di tutto il proletariato
contro tutta la borghesia. O la borghesia col suo capitalismo, o il proletariato col suo
socialismo! Ecco su che cosa deve fondarsi l'azione del proletariato, la sua lotta di
classe. Stalin, Anarchia o socialismo, dicembre 1906 - aprrile 1907 - Opere
complete, vol. 1,
|
Rivoluzione |
|
La lotta di classe del proletariato
ha forme molteplici. E' lotta di classe, per esempio, lo sciopero, sia esso parziale o
generale. Lotta di classe sono indubbiamente il boicottaggio, il sabotaggio. Lotta di
classe sono anche le
dimostrazioni, le manifestazioni, la partecipazione agli istituti rappresentativi,
ecc.,siano parlamenti generali o amministrazioni locali. Tutte queste sono forme diverse
di una medesima lotta di classe. Non staremo qui a spiegare quale forma di lotta ha
maggior importanza per il proletariato nella sua lotta di classe; osserveremo soltanto
che, a suo tempo e a suo luogo, ognuna di esse occorre assolutamente al proletariato come
mezzo indispensabile per sviluppare la sua autocoscienza e la sua organizzazione. E per il
proletariato l'autocoscienza e l'organizzazione sono necessarie come l'aria.
Ma si deve anche notare che, per il proletariato, tutte queste forme di lotta sono
soltanto mezzi preparatori, che nessuna di queste forme è isolatamente il mezzo decisivo,
grazie al quale il proletariato riuscirà a distruggere il capitalismo. Non si può
distruggere il capitalismo soltanto con lo sciopero generale: lo sciopero generale può
preparare solamente alcune condizioni per la distruzione del capitalismo. Non si può
neppure pensare che il proletariato possa abbattere il capitalismo solamente con la sua
partecipazione al parlamento: col parlamentarismo si possono soltanto preparare alcune
condizioni per l'abbattimento del capitalismo.
Qual è il mezzo decisivo, grazie al quale il proletariato abbatterà
l'ordinamento capitalistico?
Tale mezzo è la rivoluzione socialista.
Gli scioperi, il boicottaggio, il parlamentarismo, la manifestazione, la dimostrazione:
tutte queste forme di lotta sono buone come mezzi che preparano e organizzano il
proletariato. Ma nessuno di questi mezzi è atto a distruggere l'ineguaglianza
esistente. E' necessario concentrare tutti questi mezzi in un mezzo principale e decisivo,
è necessario che il proletariato insorga e conduca un attacco decisivo contro la
borghesia, per distruggere dalle fondamenta il capitalismo. Questo mezzo
principale e decisivo è presisamente la rivoluzione socialista. Stalin, Anarchia o
socialismo, dicembre 1906 - aprile 1907 - Opere complete, vol. 1, pp. 387-388
|
Materialismo |
|
Il materialismo dialettico è la
concezione del mondo del partito
marxista-leninista. Si chiama materialismo dialettico perché il suo modo di considerare i
fenomeni della natura, il suo metodo per investigare e per conoscere i fenomeni della
natura è dialettico, mentre la sua interpretazione, la sua concezione di questi
fenomeni, la sua teoria, è materialistica.
Il materialismo storico estende i principi del materialismo dialettico allo studio della
vita sociale, li applica ai fenomeni della vita sociale, allo studio della società, allo
studio della storia della società. Stalin, Materialismo dialettico e materialismo
storico in "Questioni del leninismo", settembre 1938 - Edizioni Rinascita, p.645
|
Guerra |
|
E' nostro compito mettere in
guardia tutti i paesi dell'Europa contro la minaccia di una nuova guerra, aumentare la
vigilanza degli operai e dei soldati dei paesi capitalistici e preparare, preparare
instancabilmente le masse a far fronte, con tutti i
mezzi che offre la lotta rivoluzionaria, a qualunque tentativo dei governi borghesi di
organizzare una nuova guerra. E' nostro compito inchiodare alla gogna tutti quegli
esponenti del movimento operaio che "ritengono" la minaccia di una nuova guerra
"un'invenzione", che cullano gli operai con menzogne pacifiste e chiudono gli
occhi davanti al fatto che la borghesia sta preparando una nuova guerra perché vogliono
che la guerra colga gli operai alla sprovvista. Stalin, "Note sui temi
d'attualità", 28 luglio 1927 - Opere complete, V. 9, p. 364
|
Dominio di classe |
|
Non si può considerare la
rivoluzione socialista come un colpo improvviso e di breve durata; essa è una lunga lotta
delle masse proletarie che sconfiggeranno la borghesia e conquisteranno le sue posizioni.
E poiché la vittoria del proletariato sarà al tempo stesso dominio sulla borghesia
vinta, poiché, durante lo scontro delle classi, la sconfitta di una
classe significa il dominio dell'altra, la prima fase della rivoluzione socialista sarà
il dominio politico del proletariato sulla borghesia.
La dittatura socialista del proletariato, la conquista del potere da
parte del proletariato: ecco come deve incominciare la rivoluzione socialista. Stalin,
Anarchia o socialismo, dicembre 1906 aprile 1907 - Opere complete, vol. 1, pp.388-389
|
Dittatura del proletariato |
|
Dittatura socialista del proletariato,
la conquista del potere da parte del proletariato: ecco come deve incominciare la
rivoluzione socialista.
Ma ciò significa che finché la borghesia non è completamente vinta, finché
non le sarà confiscata la ricchezza, il proletariato deve necessariamente avere a propria
disposizione la forza armata, deve necessariamente avere una "guardia
proletaria",
mediante la quale respingerà gli attacchi controrivoluzionari della borghesia morente,
proprio come avvenne per il proletariato parigino durante la Comune.
La dittatura socialista del proletariato è necessaria perché grazie ad essa, il
proletariato possa espropriare la borghesia, confiscare a tutta la borghesia la terra, i
boschi, le fabbriche e le officine, le macchine, le ferrovie, ecc.
L'espropriazione della borghesia: ecco a che cosa deve condurre la rivoluzione socialista.
Questo è il mezzo principale e decisivo grazie al quale il proletariato abbatterà
l'ordinamento capitalistico moderno. Stalin, Anarchia o socialismo, dicembre 1906
aprile 1907 - Opere complete, vol. 1, p. 389
|
Idee e teorie |
|
Le idee e le teorie sociali possono
essere di vario tipo. Vi sono idee e teorie vecchie, che hanno fatto il loro tempo e
servono gl'interessi delle forze sociali in declino. La loro funzione sta nel fatto che
esse frenano lo sviluppo della società, il suo progresso. Vi sono idee e teorie nuove,
d'avanguardia, che servono gl'interessi delle forze d'avanguardia della società. La loro
funzione sta nel fatto che esse agevolano lo sviluppo della società, e il suo progresso;
esse acquistano inoltre tanto maggiore importanza, quanto più riflettono fedelmente le
esigenze dello sviluppo della vita materiale della società.
Le idee e le teorie sociali nuove sorgono solo quando lo sviluppo della vita materiale
della società pone di fronte alla società compiti nuovi. Ma, sorte che siano, diventano
una forza estremamente importante, che agevola l'adempimento dei nuovi compiti posti dallo
sviluppo della vita materiale della società, che agevola il progresso della società. Ed
è proprio allora che si rivela la grandissima importanza della funzione organizzatrice,
mobilitatrice e trasformatrice delle idee nuove, delle nuove teorie, delle nuove
concezioni, delle nuove istituzioni politiche. Certo, se delle idee e teorie sociali nuove
sorgono, ciò avviene appunto perché esse sono necessarie alla società, perché senza la
loro azione organizzatrice, mobilitatrice e trasformatrice, è impossibile
la soluzione dei problemi urgenti posti dallo sviluppo della vita materiale della
società. Suscitate dai nuovi compiti posti dallo sviluppo della vita materiale della
società, le idee e le teorie sociali nuove si aprono il cammino, diventano patrimonio
delle masse popolari, le mobilitano, le organizzano contro le forze morenti della
società, e facilitano, in tal modo, l'abbattimento di queste forze, che intralciano lo
sviluppo della vita materiale della società.
Così avviene che le idee e le teorie sociali, le istituzioni politiche, suscitate dai
compiti urgenti posti dallo sviluppo della vita materiale della società, dallo sviluppo
dell'essere sociale, agiscano, a loro volta sull'essere sociale, sulla vita materiale
della società, creando le condizioni necessarie per condurre a termine la soluzione dei
compiti urgenti posti dalla vita materiale della società e per rendere possibile il suo
sviluppo ulteriore.
E' a questo proposito che Marx dice: "La teoria diventa una forza materiale non
appena conquista le masse". Stalin, Materialismo dialettico e materialismo
storico, settembre 1938 - Questioni del leninismo (Edizioni Rinascita, 1952), pp.658-659
|
Mao
Classi |
|
Nella società divisa in classi,
ogni individuo vive come membro di una determinata classe e ogni pensiero, senza
eccezione, porta un'impronta di classe. Mao Zedong, Sulla pratica, luglio 1937 -
Opere scelte, vol. 1, p. 314
|
Rivoluzione |
|
Nella società divisa in classi, le
rivoluzioni e le guerre rivoluzionarie sono inevitabili, che senza di esse è impossibile
compiere un salto nello sviluppo della società, è impossibile rovesciare le classi
dominanti reazionarie e permettere quindi al popolo di prendere il potere. I comunisti
devono denunciare la propaganda menzognera dei reazionari, i quali affermano per esempio
che la rivoluzione sociale non è necessaria, né realizzabile; i comunisti devono
attenersi fermamente alla teoria marxista-leninista della rivoluzione sociale per aiutare
il popolo a comprendere che la rivoluzione sociale non solo è assolutamente necessaria ma
anche pienamente possibile, e che la storia di tutta l'umanità e la vittoria ottenuta
nell'Unione Sovietica confermano questa verità scientifica. Mao Zedong, Sulla
contraddizione, agosto 1937 - Opere scelte, vol. 1, p. 362
|
Fucile |
|
Ogni comunista deve comprendere
questa verità: "Il potere politico nasce dalla canna del fucile". Mao
Zedong, Problemi della guerra e della strategia, 6 novembre 1938 - Opere scelte, vol. 2,
p. 233
|
Ribellarsi |
|
"E' giusto ribellarsi
contro i reazionari". Per millenni si è sempre preteso che è giusto opprimere
e sfruttare e che è sbagliato ribellarsi. Ma è apparso il marxismo che ha rovesciato
questo vecchio verdetto. Questo è uno dei suoi grandi meriti. Nel corso della sua lotta
il proletariato è giunto a questa verità e Marx allora l'ha eretta a principio. Guidati
da questo principio si resiste, si lotta e si forma il socialismo. Mao Zedong,
Discorso alla grande riunione della popolazione di tutti i ceti di Yenan in onore del 60°
Anniversario della nascita di Stalin, 21 dicembre 1939 - I Quaderni, N.11, novembre 1969,
(Edizioni Oriente) |
Proletariato |
|
La classe operaia è la classe più
lungimirante, disinteressata, la classe dallo spirito rivoluzionario più conseguente.
Tutta la storia della rivoluzione dimostra che senza la direzione della classe operaia la
rivoluzione fallisce, mentre con la direzione della classe operaia trionfa. Nell'epoca
dell'imperialismo, nessuna altra classe in nessun paese può condurre alla vittoria una
vera rivoluzione. Mao Zedong, La dittatura democratica popolare, 30 giugno 1949 -
Opere scelte, vol. 4.
|
Socialismo |
|
Il sistema socialista finirà col
sostituirsi al sistema capitalista; è una legge obiettiva, indipendente dalla volontà
dell'uomo. Per quanto i reazionari si sforzino di fermare la ruota della storia, prima o
poi la rivoluzione scoppierà e sarà inevitabilmente vittoriosa. Mao Zedong,
Intervento alla riunione del Soviet supremo dell'Urss per la celebrazione del 40°
Anniversario della Grande rivoluzione socialista d'Ottobre, 6 novembre 1957 - Libretto
rosso, p. 25
|
Minoranza |
|
All'inizio la verità non è nelle
mani della maggioranza, ma tra quelle di una minoranza. Marx e Engels erano dalla parte
della verità ma all'inizio essi erano in minoranza. Anche Lenin è stato a lungo in
minoranza. Abbiamo avuto questo tipo di esperienza nel nostro Partito... Nella storia, le
dottrine degli specialisti di scienze naturali come Copernico, Galileo, e Darwin non furono
riconosciute per molto tempo dalla maggioranza della gente, ma, anzi, considerate errate.
Al loro tempo, erano nella minoranza. Quando fu fondato nel 1921, il nostro partito aveva
solo poche decine di membri; erano quindi una minoranza, ma queste poche decine di persone
incarnavano la verità e il destino della Cina. Mao Zedong, Discorso a una
Conferenza di lavoro allargata Convocata dal Comitato Centrale del Partito comunista
cinese, 30 gennaio 1962 |
Giovani |
|
Il mondo è vostro, come è nostro,
ma in ultima analisi è vostro. Voi giovani, pieni di vigore e vitalità, siete nel fiore
della vita, come il sole alle otto o alle nove del mattino. Le nostre speranze sono
riposte in voi... IL mondo vi appartiene. Mao Zedong, Incontro con i cinesi che
studiano o frequentano corsi di specializzazione a Mosca, 17 novembre 1957 - Libretto
rosso, Citazioni dalle Opere del Presidente Mao Zedong, p.302
Per
conoscere meglio le opere dei 5 maestri richiedi le nostre
Pubblicazioni
|
|