“Città 30 subito”. “Stop al Codice della strage”
Proteste di ciclisti e pedoni in diverse città contro il nuovo Codice della strada
La riforma del Codice della strada - fortemente voluta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, attualmente in discussione in Parlamento – che in modo truffaldino, secondo le testuali parole del ministro in questione vorrebbe “salvare vite
”, è stata fortemente criticata, oltre che da numerosi sindaci in ogni parte d'Italia, da un gruppo di associazioni (Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada) che hanno dato vita alla piattaforma #città30subito, la quale ha organizzato una serie di manifestazioni e si propone di organizzarne altre, se il testo della riforma non verrà modificato.
Il disegno di legge approvato alla Camera il 19 marzo – e in attesa dell'approvazione del Senato – prevede due parti, la prima delle quali va a modificare direttamente il Codice della strada vigente con interventi immediatamente applicabili, mentre la seconda delega il governo a redigere un nuovo Codice della strada, con un’indicazione generale di principi ispiratori.
Nel complesso, in base alla riforma si inaspriscono pene e sanzioni, ma si potranno aumentare i limiti di velocità, frenare l’uso degli autovelox, togliere la possibilità ai comuni di creare zone a traffico limitato e piste ciclabili nelle città.
In particolare, la riforma renderebbe i controlli più difficili per velocità, sosta abusiva e guida distratta, limiterebbe la possibilità per i comuni di installare e usare gli autovelox fissi, mobili e in movimento per far rispettare i limiti di velocità, ed eliminerebbe la possibilità di controllare e sanzionare con telecamere e senza contestazione immediata le infrazioni in materia di sosta e di segnaletica in generale. Inoltre renderebbe le strade ciclabili meno sicure, perché verrebbe tolta la possibilità di renderle visibili anche con segnaletica orizzontale, verrebbe cancellato l’obbligo per gli automobilisti di dare la precedenza ai ciclisti e annullato anche l’obbligo di sorpasso ad almeno una distanza di 1,5 metri dai ciclisti.
La diminuzione della velocità a 30 km all'ora nei centri abitati è una misura largamente adottata in moltissimi Paesi perché si è dimostrata una misura decisiva per diminuire gli incidenti e soprattutto le morti stradali. Eppure il fascioleghista Salvini, mussolinianamente, se ne frega.
La preoccupazione di una stragrande parte della popolazione e degli amministratori locali è pienamente giustificata dal timore di aggravamento, se la riforma verrà attuata, di una situazione già catastrofica per ciò che riguarda le conseguenze degli incidenti stradali sulle strade italiane: nel 2022 sul territorio nazionale si sono verificati 165.889 collisioni stradali (454 al giorno) che hanno comportato 223.475 feriti (612 al giorno) e 3.159 vittime (9 al giorno), con 53 morti in strada per milione di abitanti contro i 26 del Regno Unito, i 34 della Germania e i 36 della Spagna.
Per impedire che il disegno di legge improntato a tali folli principi venga definitivamente approvato la piattaforma “Città 30 subito” ha organizzato dal 9 al 12 marzo in varie città italiane una serie di manifestazioni con lo slogan “Stop al Codice della strage
” alle quali hanno aderito associazioni, enti locali, attivisti, ciclisti, pedoni, automobilisti e conduttori di veicoli pesanti (autobus, pullman, camion), perché la stragrande maggioranza dei guidatori sono ovviamente interessati ad evitare incidenti a causa delle conseguenze penali e civili connesse ad essi.
Manifestazioni, tutte molto partecipate, si sono svolte il 9 marzo a Napoli, Firenze, Bari, Cagliari, Pesaro, Fano, Trento, Treviso, Padova, Reggio Emilia, Modena, Alessandria, Udine, Pordenone, Teramo, Aosta, Ascoli Piceno, Lodi, Bresso e Chieri.
Il 10 marzo è stata la volta di Roma, Milano, Trieste, Monza, Lecce, Jesi, Olbia e Pomigliano d'Arco, l'11 marzo a Genova, Parma e Lecco, il 12 marzo a Torino, Bologna, Perugia, Ferrara e Varese, infine l'ultima manifestazione si è svolta il 13 marzo a Domodossola.
La piattaforma Città30subito ha già annunciato future iniziative dello stesso tenore per costringere il Senato - al quale è approdato il disegno di legge che, voluto da Salvini, rischierebbe di provocare una strage sulle strade italiane qualora fosse sciaguratamente approvato – a modificare il testo.
20 marzo 2024