Convegno a Genova promosso da Uniti per la Costituzione, alleato di Rizzo
Putiniani di varie risme uniti contro l'Ucraina
Sostegno alle liste rossobrune per le elezioni europee, Democrazia Sovrana Popolare e Pace Terra Dignità
Elena Basile, colonna del “Fatto quotidiano”: “Per Putin l'invasione dell'Ucraina è una guerra preventiva”
Il 18 marzo un discreto assortimento di putiniani si è dato appuntamento a Palazzo Tursi a Genova per un convegno all'insegna dello slogan pacifista “Invertire la rotta per evitare la guerra”. Il convegno, infatti, era organizzato e presieduto dall'ex senatore del M5S e attuale consigliere comunale di Uniti per la Costituzione
, Mattia Crucioli, e tra gli intervenuti c'erano fior di putiniani come l'ex direttore di Rai2, Carlo Freccero, l'ex presidente della commissione Antimafia del M5S, Nicola Morra, l'ex ambasciatrice Elena Basile, editorialista assidua del “Fatto Quotidiano” putiniano, l'ex ambasciatore a Pechino e a Teheran, Alberto Bradanini, l'ex deputato del M5S e attuale candidato alle europee per Democrazia Sovrana Popolare, Pino Cabras, nonché lo street artist napoletano Jorit. Durante la manifestazione si raccoglievano firme per la lista europea di DSP e per il riconoscimento dello Stato di Palestina promosso dall'ex deputato del M5S, Alessandro Di Battista.
Tutti costoro hanno sostenuto unanimemente la necessità di porre fine al genocidio di Gaza e di portare avanti le istanze di pace, in un mondo che sta andando invece in direzione di una guerra mondiale, ma è sull'atteggiamento verso la guerra in Ucraina, la Russia e Putin che inciampano e finiscono per negare alla radice il loro pacifismo, prendendo in realtà le parti dell'imperialismo russo e del nuovo zar e cercando di giustificarli in tutti i modi, mentre attribuiscono tutti i fattori di guerra esclusivamente agli imperialismi occidentali.
Il giustificazionismo di Freccero e di Basile all'invasione russa
Carlo Freccero per esempio, intervenuto in qualità di esperto di mass media, ha negato che la guerra in Ucraina sia attribuibile all'invasione russa: “Se io avessi fatto al liceo un tema di storia e avessi spiegato la guerra in Ucraina col fatto che Putin ha invaso l'Ucraina, il professore avrebbe chiesto se sono deficiente”, ha sostenuto infatti, cercando poi di puntellare disinvoltamente la sua insostenibile tesi con la scusa della “scomparsa della storia, del pensiero complesso. Il pensiero storico è stato eliminato. Ed è stato sostituito in qualche modo con la figura de 'il nemico è cattivissimo' e questa è propaganda. Di fronte a questa cosa credo che occorra fare un po' di riflessione e capire che non si può più andare avanti così”.
Elena Basile, che ha parlato in collegamento telefonico, si è spinta ancor più in là, tentando un'assoluzione d'ufficio di Putin col sostenere che la sua “non è una democrazia liberale ma nemmeno la dittatura di Belzebù”, e che, come sostiene anche nel suo recente libro “L'Occidente e il nemico permanente”, recensito entusiasticamente da Paolo Ferrero sul quotidiano diretto da Travaglio, per la Russia l'intervento in Ucraina è una “guerra esistenziale, una guerra preventiva” a cui è stata costretta dagli Usa e dalla Nato.
A suo dire “la responsabilità maggiore” dell'attuale situazione è dell'Occidente, che “ci sta portando per la prima volta in una guerra contro le potenze nucleari come Russia e Cina” perché non accetta la nuova realtà multipolare verso cui il mondo si va evolvendo e ricorre alla potenza militare per ripristinare la supremazia economica e politica che sta perdendo. Il che è vero se si considera l'attuale scontro tra le superpotenze Usa e Cina, ma è solo una faccia della medaglia, perché l'ex ambasciatrice dimentica volutamente l'imperialismo dell'Est, che punta a sua volta a strappare con la guerra l'egemonia mondiale al declinante imperialismo dell'Ovest. Non si combattono i venti di guerra appoggiandosi a quelli dell'Est contro quelli dell'Ovest, e la pace si difende combattendo tutti gli imperialismi, poiché sono tutti senza eccezione nemici giurati dei popoli del mondo.
Da Mosca si è poi collegato Pino Cabras, l'ex parlamentare del M5S uscito dal partito di Conte nel 2021, fondatore insieme al putiniano Giulietto Chiesa della web tv Pandora
, candidato alle prossime europee nelle liste di DSP, il partito rossobruno fondato quest'anno dall'imbroglione revisionista Marco Rizzo insieme al cattolico Francesco Toscano, che imbarca anche fascisti, sovranisti e no vax.
L'esaltazione di Putin da parte di Cabras e Jorit
Cabras si è profuso in una sperticata difesa ed esaltazione delle recenti consultazioni presidenziali farsa in Russia e dell'elezione “plebiscitaria” di Putin, dicendo di aver “visitato decine e decine di seggi rendendomi conto personalmente del livello autentico di partecipazione”, e che i media occidentali “hanno raccontato uno scenario completamente falso”, come quello della presenza di poliziotti e militari nei seggi. Ed emulando Salvini ha aggiunto che queste elezioni sono state “l'espressione popolare genuina e volontaria” di 100 milioni di russi che l'Occidente non vuole riconoscere. Secondo l'ex presidente della delegazione italiana nella Commissione di Collaborazione Italia-Cina fra parlamento italiano e Congresso nazionale del popolo cinese, oggi “in questo passaggio storico incredibile” del mondo in rapida trasformazione, ci troveremmo con una Russia che “avrà tutti i suoi difetti, ma è un mondo più dinamico e che sta parlando in modo anche più libero”, e con un'“Europa ucrainizzata” che si attarda a ricompattare il vecchio mondo.
Anche Jorit, reduce dal selfie di Sochi con Putin, e che sta facendo da testimonial alla lista europea di Santoro, Pace Terra Dignità, è intervenuto per perorare un dialogo tra l'Occidente e il nuovo zar “per impedire a tutti costi la guerra”, sostenendo di essere andato in Russia “per demostrificare Putin”: “Siamo vicino al baratro. L'Occidente è sempre stato colonialista e non ha la caratura morale per porsi alla guida del mondo. Bisogna impedire a tutti i costi la guerra e dobbiamo dialogare. Non serve dipingere Putin come un mostro”, si è giustificato.
Il ruolo di Crucioli e altri ex parlamentari per le liste rossobrune
Il giorno dopo Mattia Crucioli ha tirato le fila di tutti questi interventi in un'intervista alla rete ligure primocanale.it
, in cui ha riassunto e ribadito tutte le posizioni filoputiniane espresse dagli intervenuti sotto le vesti della diplomazia e del pacifismo. La guerra in Ucraina, ha detto infatti, può finire solo “sulla base di un compromesso, anche territoriale. Quindi con la rinuncia da parte dell'Ucraina di una parte... (qui stava per dire “del suo territorio”, ma si è corretto) sostanzialmente dello stato di fatto, cioè del Donbass e delle repubbliche che si sono proclamate autonome e che oggi fanno parte a tutti gli effetti della Russia”. La stessa posizione di papa Bergoglio, insomma, che dice “tutte le guerre che noi abbiamo vissuto finiscono con un accordo”, per chiedere in sostanza all'Ucraina, in nome della pace, di arrendersi riconoscendo lo stato di fatto delle conquiste territoriali russe.
Crucioli, al pari di Cabras, è un esemplare tipico della galassia rossobruna. Espulso anch'egli dal M5S nel febbraio del 2021 per non aver votato la fiducia a Draghi, e dopo aver continuato la legislatura da indipendente facendo e disfacendo vari gruppi parlamentari tra cui L'Alternativa c'è e Costituzione Ambiente Lavoro insieme al PC di Rizzo, alle amministrative del 2022 ha presentato la sua candidatura a sindaco di Genova con la lista Uniti per la Costituzione,
che includeva ex M5S di Alternativa, i sovranisti di Italexit, Ancora Italia di Francesco Toscano, Riconquistare l'Italia di Stefano D'Andrea e lo stesso PC del falso comunista Rizzo; lista che raccolse il 3,56% dei voti permettendogli di diventare consigliere comunale. E il 24 aprile del 2023, insieme ai suoi ex colleghi parlamentari Emanuele Dessì (PC), Rosario Petrocelli (che il 25 aprile 2022 aveva mostrato in un tweet la “Z” simbolo dell'invasione russa dell'Ucraina, ciò che gli costò la destituzione dalla presidenza della Commissione Esteri del Senato e l'espulsione dal M5S), e Igor Camilli, leader del partito rossobruno Patria Socialista, ha fondato il partito sedicente “di sinistra” ma in realtà filoputiniano, NOI (Nuovo Ordine Internazionalista).
Non sorprende allora che Crucioli, come Salvini, legittimi la rielezione “popolare” farsa di Putin, attaccandosi alla scusa che i candidati che non erano stati ammessi non erano riusciti a raccogliere le firme necessarie, e che comunque “ciascun popolo dovrebbe guardare in casa propria”. Tant'è che alla domanda se condivideva le parole del leader fascioleghista, ha dovuto ammettere che “nei termini che ho detto prima, sì. Ogni popolo deve valutare le proprie elezioni. Noi cosa ne sappiamo se quelle elezioni erano farlocche”? Per poi nascondere l'imbarazzo sentenziando che per lui faceva fede la testimonianza diretta di Cabras, piuttosto che quanto riportato dai media occidentali e russi.
Elementi come lui, Cabras, Dessì, Petroccelli, che vengono dal parlamento e altre istituzioni politiche, rappresentano un importante completamento e sostegno alle liste rossobrune putiniane in Italia, già forti di giornalisti, professori, politici e intellettuali, specie se poi qualcuno di loro riuscisse ad ottenere un seggio al parlamento europeo. Una prospettiva su cui Putin conta molto, lui che già ha molti consensi tra i partiti sovranisti, neofascisti e neonazisti (vedi Lega, Rassemblement Nationale, AFD ecc.), per rafforzare anche il fianco “sinistro” dei suoi sostenitori rossobruni in Europa, particolarmente attivi in Italia e in Germania.
27 marzo 2024