I neofascisti respingono le mozioni di sfiducia a Salvini e Santachè
Le opposizioni di “centro-sinistra” escano dal legalitarismo e dal garantismo se vogliono veramente far cadere il governo
Abbattere dalla piazza il governo neofascista Meloni
La Camera dei deputati ha bocciato entrambe le mozioni di sfiducia presentate contro il vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini e la ministra del turismo Daniela Santanchè.
Il 3 aprile scorso con 129 sì e 211 no è stata bocciata la mozione di sfiducia contro Salvini presentata da Azione, Pd, M5S, Alleanza Verdi Sinistre +Europa che aveva come contenuto i “rapporti di collaborazione con il partito di Putin, Russia Unita, mai rinnegati e per gli elogi mai smentiti al presidente russo", riguardante la nota simpatia e gli accordi tra Salvini e la Lega da una parte e il nuovo Zar Putin dall'altra, risalenti al 2017, ai tempi della destabilizzazione russa del Donbass, ottenuta da parte di Putin pagando fior di fascisti e mercenari, propedeutica poi all'invasione dell'intera Ucraina nel 2022.
L'accordo non è mai venuto meno, anzi è stato rinnovato persino in tempo di guerra, rafforzato poi da tutta una serie di vergognose dichiarazioni del fascioleghista Salvini su Navalny e sulle elezioni presidenziali russe che hanno dimostrato ampiamente gli stretti accordi dei leghisti con il Cremlino.
La mozione aveva quindi l'obiettivo di rimarcare la differenza tra le posizioni ufficiali in politica estera italiana, filoimperialismo dell'Ovest e in appoggio all'Ucraina, con quelle di Salvini e della Lega, sperando di determinare almeno una crepa nella maggioranza o di ridimensionare Salvini.
Ma il caporione leghista non si è neanche presentato al dibattito e la mozione è stata ampiamente respinta, con la beffa per il M5S di essere accusato da più parti di ipocrisia, perché le posizioni di Conte su Putin sono assai vicine a quelle della Lega, com'è noto. Ormai il sostegno a Putin tra correnti ed esponenti dei partiti borghesi è talmente profondo e trasversale che va da alcuni falso comunisti sino ai veri fascisti, passando per la Lega, che possono quindi determinarsi contraddizioni tra putiniani stessi, come in questo caso, con la Lega al governo e il M5S all'opposizione (le due forze politiche erano al governo insieme al tempo del Conte 1, chissà come avrebbero reagito allora alle aggressioni imperialiste di Putin?).
Il giorno successivo, 4 aprile, la Camera ha bocciato la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro la ministra del Turismo, Daniela Santanchè di FdI, con 213 no contro 121 sì.
Un risultato previsto anche dallo stesso primo firmatario del testo, il capogruppo del M5S Francesco Silvestri: “La maggioranza a breve salverà la ministra”, dice nel suo intervento in Aula.
La mozione è stata presentata per rimuovere la ministra in seguito ai pesanti indizi riguardanti il suo operato al vertice delle sue società, Visibilia in primis
, che la vedono accusata di truffa ai danni dell'Inps per alcuni dipendenti messi in cassa integrazione a zero ore ai tempi del Covid e pagati dallo Stato con gli aiuti pubblici varati dal governo Conte 2, ma che – secondo gli inquirenti – hanno continuato a lavorare.
Le accuse riguardano anche alcuni bilanci che sarebbero palesemente stati falsati. In totale sarebbero state ingiustamente ottenute 20.117 ore di cassa integrazione per un totale di 126.468 euro, chiesti e ottenuti dall’Inps dal maggio 2020 al febbraio 2022 per sette dipendenti di Visibila Editore e sei di Visibila Concessionaria, i quali in realtà avrebbero continuato a lavorare regolarmente. All'epoca dei fatti la Santanchè era Amministratore delegato, carica che ha poi lasciato al compagno Dimitri Kunz D’Asburgo, che l’ha succeduta in Visibilia Editore, mentre Paolo Giuseppe Concordia è subentrato in qualità di collaboratore esterno delle due società con funzione di gestione del personale.
La Procura di Milano ha concluso le indagini e probabilmente rinvierà a giudizio la "pitonessa", cosa che potrebbe poi portare la Meloni a dimissionarla.
Indagate anche le due società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Per le Fiamme Gialle dalle conversazioni tra gli indagati viene a galla la loro “consapevolezza” dello schema “illecito” adottato. Come scritto da "Il Fatto Quotidiano" già a luglio dello scorso anno le ammissioni erano note da tempo. Compresa quella di pagare lo stipendio intero, benché formalmente decurtato, ricorrendo a finti rimborsi spese chilometrici durante la prima ondata della pandemia nel quale tutta Italia era ferma per il lockdown
. Santanchè, presidente di Visibilia Editore, il 20 aprile 2020 aveva fatto deliberare al consiglio di amministrazione “di mantenere invariato l’organico, ma di ricorrere allo strumento della cassa integrazione in deroga, con diversi regimi per il personale, dal 2 marzo 2020 e per le successive nove settimane, per equilibrare, parzialmente, l’assenza degli incassi storici”. Come evidenziato da Bottiglione nella causa avviata al tribunale di Roma contro la sua ex azienda, Visibilia Editore avrebbe anche compilato, a sua insaputa, le autocertificazioni Inps e avrebbe consegnato con ritardi di mesi le buste paga. Secondo il giornale di Travaglio tra l'altro nei vari "question time" di questi anni sulle vicende la Santanchè avrebbe mentito al Senato almeno due volte nella ricostruzione dei fatti.
La maggioranza ha deciso per ora di salvare l'imbarazzante ministra, protetta dal suo compare d'affari e di partito, il camerata presidente del Senato Ignazio Benito Maria La Russa, ricevendo l'astensione sulla vicenda dei deputati di +Europa e il voto a favore della Santanchè dei renziani di Italia Viva. Questi ultimi con un intervento vergognoso in aula del deputato ex Pd Roberto Giachetti hanno risollevato il solito refrain
neofascista e berlusconianao della "magistratura che perseguita i politici" tra i quali: "Matteo Renzi, Oliverio in Calabria, Piero Fassino e persino da morto Silvio Berlusconi". (ma per favore!)
Insomma per ora la nera maggioranza che sostiene il governo neofascista Meloni tiene, anche se restano sul terreno le contraddizioni tra i putiniani incalliti come Salvini e chi è più vicino alle posizioni dell'imperialismo dell'Ovest, ma soprattutto tra la Lega e la Meloni in lotta da mesi (come si è visto in Sardegna dove i litigi tra i due alleati hanno finito per far perdere la Regione alla destra e far vincere il candidato di "centro-sinistra", Alessandra Todde, sia pure per una manciata di voti) con la Lega in caduta libera che rischia persino di essere superata da quel che ne rimane di Fi del defunto pregiudicato di Arcore e fondatore del regime neofascista Berlusconi.
Per adesso è tutto rimandato a dopo le Europee di giugno, con alcune voci che parlano di rimpasto di almeno 7 ministri, per effetto anche di un calo di popolarità sempre più evidente di Meloni e di Fdi. Nel merito le due mozioni bocciate sono da considerarsi tardive ma giuste, il punto è un altro però: esse appaiono puramente strumentali in chiave elettorale, non sembra esserci una reale volontà delle "opposizioni" (di cartone) di voler fare cadere il governo o anche solo di metterlo in difficoltà.
Non abbiamo sentito una sola parola da parte delle forze della "sinistra" borghese circa il carattere neofascista del governo (per non parlare del silenzio eversivo di Mattarella), nemmeno in riferimento alle manganellate, alla definitiva sottomissione della magistratura al governo secondo i piani della P2 (con l'eccezione di qualche voce isolata), all'enorme aumento della povertà a fronte della quale il governo ha risposto con valanghe di quattrini pubblici alle imprese che non si sono poi tradotti in nulla di buono per i più bisognosi, per non parlare della riscrittura della storia in chiave antiResistenziale e anticomunista.
D'altra parte le mozioni di sfiducia individuali contro questo o quel ministro non possono dare una patente di antifascismo borghese in una situazione terribile come quella italiana, con un popolo che vive sotto il tallone mussoliniano di questo governo e questo regime, anche perché sono solo contro un singolo ministro e quindi in sostanza legittimano l'intero governo a rimanere in carica.
Ma soprattutto il punto è che se si vuole essere considerati antifascisti coerenti e conseguenti e antimeloniani, occorre uscire dal legaritarismo e dal garantismo e lottare con il PMLI in un ampio fronte unito antifascista per abbattere da sinistra e dalla piazza questo nero governo e questo regime, prima che faccia ulteriori terribili danni al popolo italiano, come trascinarlo in un nuovo terrificante conflitto mondiale imperialista, il quale, se dovesse scoppiare davvero, ci vedrebbe invitare le masse alla guerra civile per impedire la partecipazione del nostro martoriato Paese.
10 aprile 2024