Milano “Sistema Beccaria”
Torture e violenze ai ragazzi detenuti
Arrestati 13 agenti della penitenziaria, 8 sospesi e indagate due ex direttrici
Chiudere le carceri minorili

Nella mattinata dello scorso 22 aprile 13 tra agenti e assistenti della polizia penitenziaria in servizio all'istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano sono stati arrestati e nei confronti di altri otto tra assistenti, sovrintendenti e ispettori – tra i quali l’ex comandante della polizia penitenziaria al Beccaria, Francesco Ferone - è stata notificata l'ordinanza cautelare di sospensione dalle funzioni, e anche essi risultano indagati a piede libero.
Il provvedimento è stato preso su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano e su disposizione del Giudice per le indagini preliminari dello stesso Tribunale per condotte criminali che i magistrati milanesi ritengono siano stati compiuti, a vario titolo, dai ventuno indagati ai danni dei ragazzi – tutti minorenni, di età compresa tra i 14 e i 18 anni - ospiti dell'istituto penale minorile: le accuse vanno dal falso in atto pubblico ai maltrattamenti, alle lesioni, a quello gravissimo di tortura fino a un episodio di tentata violenza sessuale ai danni di un ragazzo di sedici anni.
Oltre ai 13 arrestati e agli 8 sospesi del corpo della polizia penitenziaria, sono state iscritte nel registro degli indagati due ex direttrici dell'istituto minorile milanese, Maria Vittoria Menenti, oggi a capo dell’istituto minorile di Casal del Marmo a Roma, e Cosima Buccoliero, candidata del Pd alle ultime elezioni regionali e attualmente al carcere di Monza, entrambe sottoposte a perquisizione in quanto sospettate dai magistrati titolari dell'inchiesta di non aver impedito in alcun modo, pur essendone state a conoscenza, i gravissimi delitti che venivano compiuti ai danni dei giovani detenuti.
L'indagine ha preso il via da una denuncia sporta dal garante dei detenuti di Milano, Franco Maisto, il 24 marzo del 2023, nella quale egli riportava le segnalazioni di una psicologa e della madre di un ex detenuto preoccupate per quel che accadeva all'interno del Beccaria a partire almeno dal 2021, e le indagini subito partite hanno confermato che almeno 12 ragazzi erano stati vittime di un vero e proprio “sistema consolidato ”, come si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, che era stato instaurato dagli appartenenti alla polizia penitenziaria da almeno due anni e che, secondo la stessa magistratura, aveva portato a un vero e proprio clima di terrore tra i ragazzi, che non trovavano la forza di denunciare per paura di vere e proprie rappresaglie da parte degli uomini in divisa.
Gli episodi delittuosi accertati dai magistrati inquirenti sono molteplici.
Si va dai pestaggi occasionali perpetrati nei confronti di alcuni ragazzi con pugni e calci anche in faccia in locali del carcere che erano privi di telecamere alle vere e proprie torture inferte a ragazzini di 16, 17 e 18 anni che, ascoltati dai magistrati, hanno riferito di vere e proprie spedizioni punitive che li lasciavano con costole rotte e facce insanguinate.
Sono arrivati sette assistenti – si legge in uno dei verbali di sommarie informazioni formati durante le deposizioni dei giovani - mi hanno messo le manette e mi hanno cominciato a colpire. Me le hanno messe coi polsi dietro la schiena. Io ho un problema alla spalla sinistra e mettendomele con forza mi è uscita, mi è uscita la spalla ”. “Hanno cominciato a darmele, con forza – prosegue la drammatica deposizione - il primo colpo è stato uno schiaffo, il secondo un pugno, il terzo è stato un calcio nelle parti intime e da lì ho visto tutto nero, vedevo tutto nero ”.
Un altro giovanissimo ospite narra ai magistrati che una sera, dopo essere stato picchiato a mani nude e colpito ripetutamente “con le punte degli stivali che hanno scarpe pesanti ”, si ritrovò immediatamente con “il labbro aperto e l'occhio destro nero ” e la mattina dopo con “segni sulle braccia ” e “dolori ai genitali per due settimane ” e di essere stato poi “messo in isolamento per dieci giorni in un'altra cella. Per i primi tre, senza neanche un materasso per dormire ”.
L'episodio più grave è comunque una tentata violenza sessuale ai danni di un giovane sedicenne il 7 novembre 2023: il giovane – questo è il suo racconto - dormiva nel letto quando un assistente della polizia penitenziaria entrò nella cella e tentò di violentarlo con un manganello. Alla sua reazione con calci e pugni per impedire un tale abominevole gesto – continua il racconto del giovane – il poliziotto penitenziario uscì dalla cella, ma il giorno dopo si ripresentò con altri cinque suoi colleghi che portarono via il compagno di cella e gli spruzzarono negli occhi lo spray al peperoncino, prendendolo poi a calci e pugni, ammanettandolo e, portato in una cella di isolamento, dove lo prendevano a cinghiate.
La Procura ritiene che tali abominevoli condotte non sarebbero state possibili se non con la compiacente distrazione di coloro che avrebbero dovuto vigilare sulla loro condotta, ed è questo il motivo per cui sono indagati anche il comandante della polizia penitenziaria dell'istituto e le due ex direttrici, in servizio all'epoca dei fatti.
Non è neppure descrivibile il danno che tali sciagurati azioni possono portare a un minore problematico che sta in carcere, e se già per un adulto la detenzione carceraria non ha alcun carattere rieducativo, per un minore rischia di diventare devastante se al posto dell'ascolto e della comprensione ci sono violenze e vessazioni.
Sono in molti tra i più illustri pedagogisti che vorrebbero vedere definitivamente chiuse le carceri minorili per consentire ai ragazzi che si macchiano di reati una via di recupero umana e civile da conseguire all’interno di comunità apposite al posto del carcere: noi marxisti leninisti siamo d'accordo con loro, ma il governo neofascista della Meloni ha preferito la via esattamente opposta, ossia quella di aumentare indiscriminatamente le pene ai minori per i reati e aumentare altresì le ipotesi di reclusione in carcere anziché ai domiciliari o in apposite strutture.


1 maggio 2024