Napoli 5.000 in piazza. Superfotografato il manifesto del PMLI, accolto con calore dagli antifascisti e antisionisti. Provocatorie dichiarazioni di Manfredi contro i manifestanti
Redazione di Napoli
Una giornata di pioggia accompagnata da un insolito freddo vento di levante ha segnato il 79° della Liberazione dal nazifascismo a Napoli. Un combattivo quanto colorato corteo organizzato dai centri sociali napoletani e una forte partecipazione della comunità palestinese ha attraversato la città nel percorso “storico” che va da piazza Mancini, tocca la statua di Garibaldi per poi dirigersi verso il Rettifilo, piazza Bovio, via Guglielmo Santacroce, via Monteoliveto per concludersi nella centrale piazza del Gesù.
Migliaia, probabilmente 5 mila, sono i partecipanti che sulle note di “Bella Ciao” e “Fischia Il Vento” hanno invaso pacificamente le strade partenopee, non senza far sentire forte il coro contro il governo Meloni più volte definito fascista, incluso le volte che alcuni ragazzi scrivono, sul manifesto elettorale che la raffigura, “Meloni=fascista”. Centri sociali e comunità palestinese aprono il corteo con uno striscione significativo: “Ieri partigiani, oggi antifascisti e antisionisti con la Resistenza palestinese”; li seguono i sindacati di base, in particolar modo USB e Cobas, questi ultimi con una forte rappresentanza degli insegnanti, Potere al Popolo, Uds e Udu, il gruppo “Free Julian Assange”, Ambulatorio Popolare con uno striscione che recava scritto “Sui nostri corpi decidiamo noi! Fuori i pro-life dai consultori familiari”.
Significativa e nutrita la presenza della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI che portava in piazza il bellissimo manifesto sul 25 Aprile “Uniamoci per liberare l’Italia dal ritorno di Mussolini nelle vesti femminili, democratiche e costituzionali. Per il socialismo e il potere politico del proletariato”.
Militanti e simpatizzanti del nostro Partito si sono mossi come pesci nell’acqua e sono stati bene accolti dai manifestanti, spesso con saluti convinti e abbracci durante la manifestazione, dove anche alcuni amici del Partito si sono uniti per un bel tratto e retto la bandiera dei Maestri e del Partito. Il cartello è stato superfotografato dai diversi freelance
presenti nel corteo tra cui un operaio di Bari e una studentessa universitaria di Napoli, entusiasti per la parola d’ordine impressa nel manifesto del PMLI.
Contemporaneamente e per una mezz’ora in piazza Carità la giunta Manfredi ricordava l’Anniversario con la classica cerimonia istituzionale, ben partecipata dalle masse popolari dei quartieri di Montesanto e dei Quartieri Spagnoli che alla fine della cerimonia, scavalcando i signori del palazzo, cantavano a squarciagola “Bella Ciao”. Il governatore regionale De Luca è stato assente sia alla cerimonia di Napoli che a quella di Salerno.
Durante il corteo durissimi sono stati gli slogan antifascisti all’indirizzo del governo Meloni e l’odio antifascista verso questo nero esecutivo è giunto a deturpare qualche manifesto elettorale. Assolutamente inadeguata, di fatto provocatoria, la dichiarazione di Manfredi: “Condanno tutte le forme di intolleranza e di violenza. L’unità delle istituzioni è fondamentale soprattutto nei momenti di difficoltà. È chiaro che bisogna garantire il rispetto dei valori. Il nostro Paese ha attraversato momenti molto difficili, come quelli del terrorismo e li ha affrontati sempre con l’unità”.
Da una parte, ci preme sottolineare che la Resistenza al mostro nazifascista è stata una forma di violenza giusta contro i crimini delle milizie agli ordini di Hitler e Mussolini, pertanto non è accettabile la condanna di “tutte” le forme di violenza. Dall’altra parte Manfredi sembra tentare una equiparazione tra il terrorismo e alcune componenti più avanzate della lotta partigiana, una tesi che fa il gioco del governo neofascista e dei suoi lacchè, tanto che ha chiuso il suo intervento nel senso “dell’unità della politica”.
1 maggio 2024