Elezioni del parlamento europeo 8-9 giugno 2024
Delegittimare l'Unione europea imperialista, astenersi
L'UE è irriformabile, va distrutta. Il parlamento europeo è un orpello e al servizio dell'imperialismo europeo. Tutte le liste legittimano l'alleanza degli Stati e dei monopoli europei e fanno il loro gioco. L'astensionismo è l'unico voto antimperialista, specie ora che l'UE si prepara militarmente alla guerra mondiale imperialista
Lottiamo per l'uscita dell'Italia dall'Ue e per il socialismo
Documento del Comitato centrale del PMLI
Noi
marxisti-leninisti italiani siamo sempre stati contro l’Unione europea, intesa come l’attuale aggregazione di Stati capitalisti e imperialisti del vecchio continente. Quando ci siamo affacciati sulla scena politica italiana nel 1967 c’era la CEE, Comunità economica europea, figlia dei Trattati di Roma del 1957. Allora anche il PCI di Togliatti, seppur incamminato sulla strada revisionista kruscioviana, era sulle nostre posizioni, figlie degli insegnamenti di Lenin, attuali tutt'oggi a cent’anni dalla scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale che il 21 gennaio scorso abbiamo commemorato solennemente a Cavriago e a Napoli.
La natura imperialista dell'Unione europea
L’attualità contenuta nel testo “Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa”, apparso sul n. 44 del “Sotsial-Demokrat” del 23 agosto 1915 e nell’orientamento che Lenin fornisce è patrimonio inestimabile anche per i comunisti dei giorni nostri. Lo è soprattutto per alimentare un dibattito su quelli che sono i compiti dei sinceri comunisti italiani oggi, rispetto al nostro Paese e nei confronti dell’Unione europea imperialista. Per Lenin “In regime capitalistico, gli Stati uniti d'Europa equivalgono ad un accordo per la spartizione delle colonie. Ma in regime capitalistico non è possibile altra base, altro principio di spartizione che la forza. Il miliardario non può dividere con altri il 'reddito nazionale' di un paese capitalistico se non secondo una determinata proporzione: 'secondo il capitale' (e con un supplemento affinché il grande capitale riceva più di quel che gli spetta). Il capitalismo è la proprietà privata dei mezzi di produzione e l'anarchia della produzione. Predicare una 'giusta' divisione del reddito su una tale base è proudhonismo, ignoranza piccolo-borghese, filisteismo. Non si può dividere se non 'secondo la forza'. E la forza cambia nel corso dello sviluppo economico... Per mettere a prova la forza reale di uno Stato capitalistico non c'è altro mezzo che la guerra. La guerra non è in contraddizione con le basi della proprietà privata ma è il risultato diretto e inevitabile dello sviluppo di queste basi. In regime capitalistico non è possibile un ritmo uniforme dello sviluppo economico né delle singole aziende, né dei singoli Stati. In regime capitalistico non sono possibili altri mezzi per ristabilire di tanto in tanto l'equilibrio spezzato, all'infuori della crisi nell'industria, e della guerra nella politica… Certo, fra i capitalisti e fra le potenze sono possibili degli accordi temporanei. In tal senso sono anche possibili gli Stati Uniti d'Europa, come accordo fra i capitalisti europei... Ma a qual fine? Soltanto al fine di schiacciare tutti insieme il socialismo in Europa e per conservare tutti insieme le colonie accaparrate contro il Giappone e l'America, che sono molto lesi dall'attuale spartizione delle colonie e che, nell'ultimo cinquantennio, si sono rafforzati con rapidità incomparabilmente maggiore dell'Europa arretrata, monarchica, la quale comincia a putrefarsi per senilità. In confronto agli Stati Uniti d'America, l'Europa, nel suo insieme, rappresenta la stasi economica. Sulla base economica attuale, ossia in regime capitalistico, gli Stati Uniti d'Europa significherebbero l'organizzazione della reazione per frenare lo sviluppo più rapido dell'America. Il tempo in cui la causa della democrazia e del socialismo concerneva soltanto l'Europa, è passato senza ritorno”.
Di fatto l'Unione europea si è smascherata davanti agli occhi dei popoli, macchiandosi degli stessi crimini imputabili all'imperialismo americano con la partecipazione di primo piano a guerre di aggressione imperialiste, contribuendo alla cancellazione del diritto internazionale, chiedendo e ottenendo più autonomia decisionale e militare all'interno della NATO. Ed ora con la messa in atto della “Bussola strategica per rafforzare la sicurezza e la difesa dell'UE nel prossimo decennio” del marzo 2022, ossia la direttiva di politica industriale e militare comune che deve portare, “con un calendario di attuazione preciso”, alla costruzione dell'esercito europeo imperialista e interventista, e le decisioni della Commissione guidata da Ursula von der Leyen e dell’ultimo Consiglio europeo con l’elmetto di Bruxelles del marzo scorso, secondo cui anche l'UE si prepara alla guerra mondiale imperialista innescata dalla Russia nazizarista di Putin incrementando l'industria bellica, rafforzando e coordinando “la preparazione militare e civile”, e chiedendo alla Banca europea per gli investimenti di finanziare l'industria bellica.
Tutte le liste la legittimano
Collegando la teoria e analisi leninista con l’attualità dell’integrazione europea ecco spiegato perché secondo noi, a queste elezioni per il rinnovo del parlamento europeo, occorre delegittimare l’Unione europea, che è e rimane imperialista. È questo il concetto di fondo che va spiegato all'elettorato. Sui piani economico, politico, istituzionale, militare e sociale l'UE non è né neutra, né superpartes. Essa è una organizzazione monopolistica e imperialistica, una superpotenza mondiale in lotta con le altre superpotenze per il dominio assoluto del globo. Ce lo ha ricordato anche Mario Draghi, che si propone di diventare il suo nuovo direttore d’orchestra, che anticipando le linee guida del suo rapporto sulla competitività europea, l’ha descritta come una fortezza impenetrabile per gli immigrati e armata fino ai denti, al cui interno il grande capitale finanziario e industriale è sempre più concentrato, lo “Stato sociale” più tagliato, i lavoratori più spremuti e le masse popolari più tosate dei loro risparmi e più private di voce e di diritti rispetto all'élite al comando, per sostenere la crescita della UE come una superpotenza unita e coesa capace di rivaleggiare alla pari con la Cina e gli Stati Uniti nell'agone mondiale in tutti i campi, sia a livello economico che politico e militare. In un contesto globale in cui la corsa agli armamenti è ormai frenetica e generalizzata e stanno aumentando esponenzialmente i fattori di guerra, anche sullo stesso continente europeo, la dottrina del banchiere massone si inserisce non certo per proporre soluzioni alternative, bensì per spingere ancor di più l'Ue verso l'economia di guerra e alimentare le sue ambizioni di superpotenza imperialista.
Essa è nata e cresciuta proprio in funzione degli interessi dei rispettivi monopoli che stanno dietro ai governi nazionali e ne dettano la linea per potersi espandere e conquistare nuovi mercati. Essa è fonte di dominio, oppressione, rapina e sfruttamento dei popoli dei 27 Stati che attualmente la compongono, ma anche di quelli dell'Est europeo e dei Balcani che non ne fanno parte e del Terzo mondo. Ha operato unicamente a beneficio del grande capitale a cui ha regalato un mercato unico, prima, e una moneta unica, l'euro, e una Banca centrale, poi, che hanno obbligato i paesi aderenti a perseguire politiche ferocemente liberiste e antipopolari.
L'UE è un inferno per la classe operaia, i lavoratori e le masse popolari e un paradiso per un pugno di pescecani capitalisti e per tutti i loro rappresentanti politici e istituzionali che ne eseguono i voleri. Lo dimostrano le decine di milioni di disoccupati, i 120 milioni di poveri e il 60% della ricchezza detenuta dal 10% della popolazione, l'attacco feroce alle conquiste economiche e sociali dei lavoratori e delle masse, con la politica di lacrime e sangue e di austerità che ha imposto ai paesi membri per fare uscire il capitalismo dalle sue crisi cicliche. Lo dimostrano l’aumento dei tassi di interesse che sta dissanguando l’economia reale, con le rate dei mutui a tasso variabile raddoppiate o triplicate, il prezzo dell’energia fuori controllo, con il capitale finanziario, le multinazionali e gli speculatori che la fanno da padroni. Tutto si combina nell’aumento dell’inflazione che si abbatte sulle sempre più precarie condizioni di vita delle masse popolari. La “revisione del Patto di stabilità”, accordo imposto dai gruppi imperialisti francesi e tedeschi a fine 2023, al netto delle chiacchiere è una nuova tagliola che aggrava il bilancio dello Stato e impone ai governi una marcia forzata per ridurre il debito pubblico, la stura a nuove politiche di lacrime, sangue e privatizzazioni. Ed ancora le disuguaglianze economiche e sociali tra le varie aree, acuite dall'ingresso dei paesi dell'Est, le disuguaglianze di sesso, la politica fascista e razzista contro gli immigrati, la responsabilità al pari degli USA e della Cina, e delle altre grandi potenze dell'inquinamento della terra e dell'aria e la negazione del diritto inalienabile dell'accesso all'acqua come bene comune dell'umanità.
Stanno venendo al pettine tutte le magagne delle direttive europee che ufficialmente servono ad affrontare l’emergenza ambientale e climatica, ma in sostanza sono un altro modo per allargare gli ambiti di speculazione per i grandi monopoli: dall’agricoltura alle ristrutturazioni immobiliari, dalla “transizione ecologica” alla politica industriale. Ne sono esempi le recenti e forti proteste degli agricoltori europei contro i sussidi dell’UE calcolati in base alla superficie coltivata, che penalizzano le piccole aziende agricole. Con 450 miliardi di euro, i sussidi all’agricoltura, che sono la voce più consistente del bilancio dell’UE, sono distribuiti in modo gravemente diseguale. Mentre a beneficiarne sono soprattutto le grandi aziende e, ad esempio, il primo 1% delle aziende beneficiarie riceve quasi un quarto di tutti i sussidi, ossia quasi 30.000€ al mese per azienda, l’intera metà inferiore delle piccole aziende agricole riceve appena 200€ al mese. Sia l'UE che i governi nazionali cercano di rigirare la frittata, e pensando alle prossime elezioni europee da nemici dei contadini, le cui condizioni economiche e di lavoro non sono mai interessate, vogliono passare per loro amici e sostenitori. Ma la lotta deve continuare perché la sostenibilità economica non si ottiene soltanto con l'allentamento di alcune restrizioni che la PAC voleva imporre. Anzi, c'è il rischio che alla fine a guadagnarci siano solo i produttori di fertilizzanti e fitofarmaci. Tornare a un'agricoltura più sostenibile e meno inquinante deve essere un obiettivo urgente e che non ammette deroghe, ossia accogliere le rivendicazioni dei contadini salvaguardando l’ambiente. Così come l’abolizione di quanto rimane della libera concorrenza e favorire il monopolio con la direttiva Bolkestein, che taglia le gambe a milioni di piccoli imprenditori, ambulanti, partite Iva.
Il volto antidemocratico dell’Unione europea lo abbiamo visto anche recentemente con i divieti delle manifestazioni a favore della Resistenza e del popolo palestinesi in tante capitali europee, o con l’antifascista Ilaria Salis in catene da oltre un anno nelle carceri di Budapest del fascista amico della ducessa Meloni Orban.
Le istituzioni dell'Unione europea non sono altro che la sovrastruttura del sistema economico capitalista europeo di cui ne difendono gli interessi. Sul piano politico esse contano relativamente in quanto il potere politico è concentrato nelle mani del Consiglio dei capi di Stato e di governo.
“La potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco da marionette, di pupazzi
”, diceva Lenin, e se ciò è vero su scala nazionale lo è più che mai nell’europarlamento.
Praticare l'astensionismo strategico
Il PMLI rifiuta l'UE per principio e quindi non possiamo legittimarla presentandoci con nostre liste. Di fronte alle elezioni europee non si può ricorrere a un astensionismo tattico come per le elezioni nazionali ma strategico, poiché il nocciolo della questione rimane la scelta a favore o contro l'UE e non quella di dove collocarsi politicamente ed elettoralmente all'interno di essa. Per questo invitiamo le elettrici e gli elettori ad astenersi (disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco).
L'astensionismo è un voto pesante, che colpisce al cuore l'UE, la delegittima, le fa venire meno il consenso delle masse, la isola, la mette completamente a nudo di fronte all'opinione pubblica europea e mondiale e ne smaschera il disegno economico, politico, istituzionale e militare. L'astensionismo è un voto in difesa dell'indipendenza economica, finanziaria, politica e militare nazionale dell'Italia. L'astensionismo è l'unico voto antimperialista, specie ora che l'UE si prepara militarmente alla guerra mondiale imperialista. Questi i motivi di fondo per cui occorre delegittimare l'Europa imperialista, votandole contro con l'astensione, mentre strategicamente occorre battersi politicamente e attivamente per il suo scioglimento, la sua distruzione, iniziando a tirarne fuori l'Italia.
L'UE è irriformabile. Le sue istituzioni sono e resteranno antidemocratiche e nemiche dei popoli. Il parlamento europeo non toglie nulla al carattere imperialista dell'Ue e non può far nulla, anche se lo volesse, per cambiarlo e mutarne l'indirizzo. È solo un orpello per dare l'illusione che esiste una istituzione rappresentativa dei popoli europei. Non dispone infatti di poteri di indirizzo politico e di iniziativa legislativa. Approva il bilancio, escluso però quando si tratta di adottare le “disposizioni relative al sistema”. È e rimarrà una sovrastruttura di questa alleanza imperialista composta da politicanti borghesi gratificati con stipendi da nababbo, privilegi a non finire, viaggi di piacere e assenteismo legalizzato, che fanno inorridire e gridano vendetta di fronte alla povertà e alla miseria in cui sono condannati strati sempre più larghi della popolazione europea, causate dalla crisi economica e finanziaria del capitalismo.
Tutte le vie elettorali e parlamentari per cambiarlo sono precluse e senza sbocco, compresa quella di spostare al suo interno i rapporti di forza aumentando la rappresentanza dei partiti della "sinistra" borghese. Dal 1979, anno della prima elezione dei suoi membri a suffragio universale, le alternanze delle maggioranze ci sono state, eccome, eppure la natura dell'UE non è mai mutata.
Il parlamento di Strasburgo è un orpello
L'orpello parlamentare di Strasburgo non solo continua a non contare niente nell'orientare politica e natura dell'Unione europea, non solo continua ad avere meno poteri dei parlamenti nazionali, ma addirittura mostra un volto ancor più antidemocratico, anticomunista e imperialista rispetto al recente passato. Prova ne sono il suo Regolamento, in vigore dal 2004, secondo il quale un partito politico a livello europeo potrà avervi accesso e ricevere i relativi finanziamenti a condizione di rispettare nel suo programma e nella sua azione i principi antidemocratici, liberisti e imperialisti dell'UE, e la risoluzione del 2019 che equipara fascismo e comunismo e i regimi nazi-fascisti con i governi socialisti in modo criminale e antistorico.
Alla luce di ciò è evidente come il parlamento europeo non sarà più riformabile non solo in senso rivoluzionario e di classe ma neanche sul piano democratico borghese e progressista.
Tutte le liste che parteciperanno anche a questa tornata elettorale legittimano l'alleanza degli Stati e dei monopoli europei e fanno il loro gioco. Per i partiti borghesi è d’obbligo essere a favore dell’UE sia a livello europeo, con gli apparentati ai gruppi dei popolari della von der Leyen, liberali o del socialismo europeo di Scholz, populisti o demagoghi, che si tratti dei neonazisti dell’AfD in Germania o dei neofascisti del Rassemblement National in Francia, di Konfederacia in Polonia o altri, sia a livello nazionale, come avviene per tutto l’arco parlamentare da Fratelli d’Italia, alla Lega, dal PD al M5S. Ma continuiamo a non capire la sinistra, in particolare quella di opposizione e di classe, compresa e soprattutto quella che si definisce comunista. In realtà ipocrita ed opportunista è proprio la loro partecipazione, fortemente voluta dai poltronari elettoralisti gruppi dirigenti, che di fatto supportano e consolidano quella stessa Europa che dicono di voler abbattere. C'è poco da fare, quando la borghesia chiama alle elezioni, puntuale viene fuori la natura elettoralista, parlamentarista, riformista e costituzionalista degli imbroglioni politici anche se travestiti da comunisti. Ci chiediamo perché, se davvero l’intento finale non è meramente elettorale ma quello di smascherare l’UE imperialista, essi non si pongano in opposizione a questo organismo e, come fa il PMLI, utilizzino la campagna elettorale non per raccogliere voti per ottenere qualche poltrona nell'europarlamento, ma andando in piazza per screditarne l’autorità agli occhi delle masse, per staccarle idealmente e praticamente da essa invitandole a rifiutarla disertando quelle stesse elezioni che di fatto continueranno a legittimarla?
Un ennesimo tentativo per far digerire all'elettorato di sinistra la UE e per imbrigliarlo in una nuova organizzazione riformista e parlamentarista, visto il fallimento e la perdita di credibilità di quelle precedenti e ancora formalmente esistenti, è la lista “Pace, Terra e Dignità” promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle, a cui hanno aderito Rifondazione comunista insieme ad un crogiolo di putiniani italiani. Questa volta cavalcando l’onda pacifista per questi imbroglioni è necessario alle prossime elezioni europee di giugno l’affermarsi di “un segnale di pace”, quello lanciato da Santoro che per mettere subito le cose in chiaro ha avvertito che “Non vogliamo fare un partito della sinistra o rifondare nulla, noi vogliamo dichiarare guerra alla guerra. Dunque chi verrà eletto in questa lista deve rispondere a questo compito e tornare ai partiti di appartenenza”. La Pace viene elevata da costoro a principio metafisico universale e stella polare della nuova politica. Pace tra le potenze imperialiste vecchie e nuove oggi in lotta fra loro per la spartizione del mondo (Stati Uniti, Cina e Russia). Pace tra Stati coloniali e popoli oppressi, passando per “la condanna della strage del 7 ottobre e il diritto degli israeliani a vivere in pace e in sicurezza
”. Pace persino per la NATO, che dovrebbe tornare alla “natura esclusivamente difensiva
” sancita dal Vertice di Roma del 1991. Papa Francesco – sovrano assoluto, come ogni Papa, di una monarchia sacerdotale – è non a caso il riferimento ideologico della lista per cui Santoro insiste nel dire che la lista non è alternativa al PD e al M5S, che la sua è solamente una perorazione pacifista con cui influenzare le altre forze politiche.
Lottiamo per l'uscita dell'Italia dall'Ue e per il socialismo
Il punto focale dunque è capire che solo il socialismo è in grado di realizzare l'Europa dei popoli, di abbattere tutte le barriere siano esse fisiche o economiche. È questa la proposta che rinnoviamo all'elettorato. Battersi per l'Europa socialista rimane un dovere per la classe operaia, le masse lavoratrici e popolari, le ragazze e i ragazzi rivoluzionari e per chiunque si professi antimperialista e aspiri ad un'Europa senza più sfruttati e sfruttatori. Noi faremo fino in fondo la nostra parte perché un giorno venga instaurata la Repubblica socialista d'Europa. Ma sarà impossibile passare pacificamente e elettoralmente a questa nuova Europa se non si realizzerà prima il socialismo nei singoli paesi dell'UE, a cominciare dall'Italia.
Fuori l’Italia dalla UE. Solo così, svincolandosi da ogni vincolo associativo, compreso quello militare, che rischia di coinvolgerci in nuove guerre imperialistiche, l'Italia riacquisterebbe la sovranità e l'indipendenza nazionale, almeno in riferimento alla UE. Ciò creerebbe migliori condizioni per lo sviluppo della lotta di classe contro il capitalismo, per il socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato.
Il Comitato centrale del PMLI
Firenze, 25 Aprile 2024