Nonostante i fuorvianti slogan dei sindacati confederali
Le piazze del Primo Maggio chiedono diritti, sicurezza e lotta al governo neofascista Meloni
La Meloni e i suoi ministri lo “festeggiano” con spot elettorali e regali ai padroni
Il PMLI nelle piazze invita i lavoratori a rifarsi allo spirito e agli obiettivi originari del Primo Maggio a Catania, Napoli, Fucecchio, Empoli, Valdisieve, Mugello, Prato, Cesena, Milano, Biella
Le mille piazze d'Italia che il Primo Maggio sono state riempite da lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, studenti e disoccupati, hanno messo in primo piano la lotta contro lo sfruttamento, la lotta al precariato e alle morti sul lavoro, per l'estensione dei diritti, l'opposizione al governo reazionario e antioperaio guidato dalla ducessa Meloni.
Tutto questo nonostante Cgil-Cisl-Uil, ovvero i grandi sindacati italiani che nella maggior parte dei casi hanno organizzato le manifestazioni del Primo Maggio, abbiano volutamente ignorato la lotta contro il governo neofascista e antioperaio Meloni e indirizzato i sentimenti e la rabbia delle piazze verso obiettivi fuorvianti e contrapposti agli interessi dei lavoratori. A partire dallo slogan scelto per l'occasione: “Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”, illudendo lavoratrici e lavoratori che sia possibile trasformare l'Unione Europea imperialista, le cui caratteristiche sono proprio opposte a quelle elencate, poiché è il regno del grande capitale, della schiavitù salariata, del lavoro precario e dell'ingiustizia sociale.
I lavoratori e le masse popolari non hanno niente da guadagnare dalla UE, una organizzazione monopolistica e imperialista, dove i lavoratori e le masse popolari sono spremuti, lo “stato sociale” tagliato, i migranti respinti, i diritti e la democrazia borghese oramai ridotti all'osso, processi sempre più accelerati per sostenere la crescita della UE come una superpotenza unita e coesa capace di rivaleggiare alla pari con la Cina e gli Stati Uniti nell'agone mondiale in tutti i campi, sia a livello economico che politico e militare. Essa è irriformabile e va delegittimata anche sul piano elettorale, per questo il PMLI di fronte alle elezioni europee invita all'unico voto antimperialista: l'astensionismo.
Ma a Monfalcone
, in provincia di Gorizia, dove si è tenuto il comizio dei tre segretari confederali, questo è stato completamente ignorato. Flebili le critiche al governo Meloni, anche se con sfumature diverse tra Bombardieri, Sbarra e Landini. Oltre a denunciare i mancati interventi sul tema della sicurezza sul lavoro, messa ancor più in pericolo da provvedimenti che favoriscono subappalti, voucher e in generale contratti di lavoro precario, l'una tantum a gennaio di 100 euro lordi ad alcuni lavoratori (ribattezzato bonus befana) è stato definito dai tre segretari come una mancia elettorale. Ma le loro proposte sono deboli o sbagliate, come la detassazione alle aziende o il taglio del cuneo fiscale che inevitabilmente va a sostituire gli aumenti contrattuali diretti.
Da sottolineare come nessuno dei leader sindacali abbia pronunciato parole chiare contro le campagne razziste della sindaca di Monfalcone, la leghista Anna Maria Cisint. Ora candidata al parlamento europeo, porta avanti da tempo una violenta campagna islamofobica contro i migranti, molti dei quali bengalesi e operai impiegati nei Cantieri Navali. Chiusura di moschee, divieto di fare il bagno al mare vestite, del velo a scuola. Il tutto si è svolto sottotraccia. Sbarra e Bombardieri sono andati in comune a stringere amichevolmente la mano alla sindaca come se nulla fosse, mentre Landini non si è presentato ma, forse per mantenere l'unità con Cisl e Uil, non ha acceso la polemica, polemica a cui non ha invece rinunciato la sindaca fascioleghista, attaccando il segretario Cgil per le affermazioni, a suo dire, “ideologiche” fatte dal palco del comizio, a cui ha assistito affacciata dal terrazzo del palazzo comunale.
Sbarra, accolto da una selva di fischi all'inizio del suo intervento, non ha rinunciato a giudicare positivi, anche se non sufficienti (bontà sua!) gli interventi del governo contenuti nel cosiddetto decreto Primo maggio, riproponendo il sindacato corporativo: “il tempo è maturo - queste le sue parole - per dare attuazione all'articolo 46 della Costituzione e garantire ai lavoratori il diritto di partecipare alla vita e agli utili delle imprese”. Bombardieri ha usato i soliti toni da comiziante, ma poi il suo sindacato non agisce di conseguenza. Landini ha dovuto pronunciare talune critiche, per poi andare a parare ancora una volta sulla Costituzione del 1948: “Abbiamo bisogno di intensificare la nostra lotta e la mobilitazione. Vogliamo batterci finché la nostra Costituzione sia applicata, utilizzando tutti gli strumenti democratici a disposizione, compreso il referendum”.
Una strada, quella dell'attuazione della Costituzione borghese, che il marxisti-leninisti hanno sempre combattuto perché porta il proletariato in un vicolo cieco, tarpando le ali alla lotta di classe e alla prospettiva del socialismo, puntando a singole conquiste parziali. Ma gli articoli della Costituzione che sembrano andare a favore dei lavoratori e delle masse non possono trovare attuazione pratica fermo restando il capitalismo e il potere politico, economico e istituzionale in mano alla borghesia. Concetti chiari ribaditi dal segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, in occasione del 47° anniversario della fondazione del Partito, e nell'editoriale del Primo Maggio, apparsi su il Bolscevico n°14 e 17.
Manifestare unitariamente, mantenendo ognuno la propria autonomia e le proprie posizioni, sarebbe la soluzione migliore, ma questa impostazione in favore della UE e la inconcludente opposizione al governo neofascista della Meloni, e anche a quelli precedenti, ha fatto sì che in molte città, ormai da alcuni anni, accanto alle manifestazioni organizzate da Cgil, Cisl e Uil ve ne siano altre indette dai sindacati di base e dai movimenti, come ad esempio a Milano
. Quella organizzata nel capoluogo lombardo dai Confederali è sempre tra le più partecipate d'Italia. Quest'anno quasi 10mila persone sono sfilate in città. Netto il distacco che si è percepito tra i manifestanti, con cartelli contro il governo e le sue misure antipopolari e reazionarie, il canto di Bella Ciao, e le raccomandazioni dei leader sindacali a non mettere in evidenza il genocidio dei palestinesi “per non creare tensioni” e i continui inviti a sostenere l'UE imperialista. Un altro corteo è stato organizzato dal SI.Cobas, dalle associazioni palestinesi e altri gruppi (rimandiamo alla relativa corrispondenza locale).
Corteo unitario invece a Torino
dove si temevano scontri. Ma stavolta, nonostante la presenza in forze della polizia, non si è steso il cordone verso lo spezzone di sindacati di base e centri sociali, e non ci sono stati incidenti. Al termine del comizio alcune decine di persone sono salite sul palco issando bandiere palestinesi. A Firenze
la manifestazione più importante è stata quella organizzata dal coordinamento “Ogni giorno è il Primo Maggio” e dal sindacato USB a cui ha partecipato anche il Collettivo di fabbrica ex-Gkn. Il corteo è partito da via Mariti, davanti al cantiere dove alcuni mesi fa morirono cinque operai travolti dal crollo di un solaio.
A Napoli
due le iniziative che hanno caratterizzato il Primo Maggio. Quella organizzata da Cgil, Cisl e Uil in piazza Municipio, piuttosto dismessa. Più vivace e composto da molti giovani il corteo a cui hanno partecipato alcuni sindacati di base, i disoccupati del Movimento 7 novembre e altre organizzazioni. L'imponente e intimidatorio schieramento di polizia e la pioggia battente non hanno fermato i manifestanti che sono giunti fin sotto la sede di Confindustria. Qui alcuni attivisti hanno lanciato dei palloncini di vernice rossa verso il portone (corrispondenza locale a parte). Anche a Roma
la manifestazione principale è stata organizzata da sindacati di base e movimenti nel quartiere di Torpignattara. Nella capitale Cgil-Cisl-Uil hanno organizzato il consueto “concertone”. All'insegna della musica anche l'”Uno Maggio libero e pensante” di Taranto (vedere articolo a parte).
Migliaia di persone nonostante il vento e la pioggia anche a Portella della Ginestra
, in provincia di Palermo, dove 77 anni fa si consumò la prima strage di stato dell'era repubblicana, quando i sicari del bandito Giuliano uccisero 12 persone per mettere a tacere il movimento di lotta di contadini e lavoratori contro il latifondo e per la distribuzione della terra. Erano presenti anche i leader di PD e 5Stelle Schlein e Conte, che hanno rilasciato dichiarazioni d'intenti nella lotta alla precarietà, ai salari bassi e all'accoglienza dei migranti ma i loro partiti si sono sempre mossi in direzione contraria, Conte addirittura ha presieduto un governo con Salvini. La Schlein ha persino glissato sui referendum della Cgil contro il Jobs Act.
Per quanto riguarda le istituzioni, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto il suo discorso di rito da una azienda in Calabria, mentre il governo ha cercato di prendersi la scena per propagandare le sue falsità per raccogliere consensi in vista delle elezioni europee e amministrative. Come lo scorso hanno, ha varato alcuni provvedimenti che hanno preso il nome di “decreto Primo maggio” per il lavoro. Ma per il lavoratori non contiene niente, se non un bonus di 60 euro netti, ma solo per chi ha figli e guadagna meno di 28mila euro lordi all'anno. Più che un bonus appare come una piccola elemosina (una tantum) per ogni bambino, mentre concede una raffica di sussidi e sgravi ai padroni. Oltretutto vedremo dove prenderanno i soldi per questa mancetta, visto che ancora non sono stati applicati i provvedimenti dello scorso anno, tra cui alcune agevolazioni legate all'assegno d'Inclusione che dal primo gennaio ha sostituito il reddito di cittadinanza.
La Meloni non ha poi saputo rinunciare a quello che gli riesce meglio, fare propaganda raccontando un Paese che non esiste. Non si è spinta a fare un messaggio in televisione per non essere accusata di sequestrare l'informazione, ha lasciato a quell'apologeta del fascismo e capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Tommaso Foti questo ruolo, lei ha scelto i social.
Da qui ha pontificato sull'aumento dell'occupazione, sul miglioramento dell'economia e di fantomatiche misure in favore dei lavoratori, rasentando il ridicolo a fronte al record di quai 6 milioni di italiani in povertà assoluta raggiunto nel 2023.
Il PMLI, dove presente, ha partecipato attivamente e in prima fila a questa giornata di lotta (la cronaca negli articoli locali). Nelle piazze di Catania, Napoli, Fucecchio, Empoli, Valdisieve, Mugello, Prato, Cesena, Milano, Biella, i marxisti-leninisti hanno richiamato la necessità di celebrare il Primo Maggio con lo spirito e gli obiettivi originari, ossia quello di lotta contro lo sfruttamento, per i diritti, contro i vari governi borghesi, ma tenendo bene a mente che gli obiettivi storici del proletariato sono la conquista del potere politico e il socialismo. Se non si abbatte il capitalismo, che può avvenire solo per via rivoluzionaria colla conquista del potere politico del proletariato, rovesciando dal potere economico e politico la borghesia, in Italia e negli altri paesi non si potranno mai cambiare radicalmente le cose.
8 maggio 2024