Voragine di 283 milioni di crediti non riscossi da parte della giunta Manfredi
La procura della Corte dei Conti apre un'indagine sui conti comunali di Napoli
PRC e PdCI devono all'erario comunale quasi 300mila euro
Redazione di Napoli
La crisi fin
anziaria e di bilancio della giunta antipopolare Manfredi ora è sotto la lente della procura della Corte dei Conti che ha notificato, tra fine aprile e inizio maggio scorsi, a dirigenti, ex dirigenti e funzionari comunali e della società partecipata “Napoli Servizi” ben 15 inviti a dedurre, ossia a spiegare la mancata riscossione dei crediti comunali.
L’indagine della Procura contabile napoletana - guidata dai magistrati Ferruccio Capalbo e Davide Vitale - nasce da una vera e propria voragine di ben 283 milioni di euro di crediti tuttora non riscossi concernenti il patrimonio immobiliare che fa capo a Palazzo San Giacomo. Centinaia i casi di negozi nel centro storico, ma anche nelle periferie, affittati a canoni irrisori, altri di cui nel tempo si è perso il nome dell’affittuario, altri senza alcuna riscossione in atto con la ovvia conseguenza di milioni di euro fermi al palo e che non entrano nelle casse comunali. Crediti che sembrerebbero non più esigibili perché prescritti per il tempo della mancata riscossione da parte delle giunte, sia quella attuale che quelle precedenti di “centro-sinistra”.
Una voragine nella voragine, dal momento che la mole di crediti rappresenta "solo" una parte non cospicua dell'ammontare complessivo di un danno erariale relativo a decine di immobili (un buco di ben 80 milioni!). Inoltre, ironia della sorte, i crediti da riscuotere fanno capo a società quasi tutte fallite, con conseguenza disastrosa sui bilanci comunali che hanno portato spesso a far cadere le giunte passate (su tutte quella De Magistris). Vergognoso che tra i partiti debitori che hanno scovato i magistrati contabili vi siano i Democratici di Sinistra, uno dei partiti da cui nacque il PD, con 130mila euro da dare all’erario comunale, cui segue Forza Italia che deve dare circa 130mila euro, mentre Rifondazione Comunista deve 110mila euro e i Comunisti Italiani addirittura 180mila. In sostanza i dirigenti neorevisionisti e trotzkisti devono alle casse comunali quasi 300mila euro da diversi anni; inoltre mancherebbero anche gli affitti relativi ai locali dove si è insediata la Chiesa evangelica pentecostale della città.
Al di là dello scaricabarile politico sulla colpa, una delle promesse da marinaio fatte dalla giunta Manfredi nel fantomatico “Patto per Napoli” firmato alla fine del 2021 con l’allora governo Draghi, era quello del recupero dei crediti non incassati per evitare il fallimento del comune e lo scioglimento di consiglio e giunta. L’aiuto di Draghi fu quello di 1,3 miliardi di euro, con la promessa di Manfredi e compari di sanare i conti nel più breve tempo possibile e migliorare il controllo delle spese, formando una società “Napoli Obiettivo Valore”, incaricata di recuperare tasse e multe non pagate. In realtà il grosso degli avvisi di riscossione è stato inviato all’inizio del 2024 con tempi che si sono allungati e che potrebbero essere dimezzati nell’entrata in causa dei ricorsi che le masse popolari tramite i loro avvocati hanno annunciati, i più perché debiti prescritti.
Chiaramente per recuperare il gap finanziario saranno “inevitabili” l’aumento delle tasse sia comunali che dell’hinterland in qualità di città metropolitana, con aggravamento delle tasche già precarie delle masse popolari napoletane. Il che la dice lunga su come la giunta PD-M5S sta affrontando la situazione politica a Napoli con aggravio sulle masse e ricadute negative sul risanamento e la riqualificazione della città, soprattutto nei quartieri e nelle periferie sempre più abbandonate.
22 maggio 2024