Piantate delle tende davanti alla Prefettura
Ancora in piazza per il diritto alla casa a Forlì
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Forlì
Dopo la manifestazione che si è svolta lo scorso 13 aprile (articolo pubblicato sul n° 18 de “Il Bolscevico”) per protestare contro la cronica mancanza di alloggi, gli affitti in nero, gli alti prezzi di locazione, e le discriminazioni razziali a causa delle quali spesso vengono negati gli affitti anche a lavoratori in grado di pagare, Forlì Città Aperta e Udu Forlì sono tornati a manifestare sabato 1° giugno piantando delle tende in Piazza Ordelaffi, davanti alla Prefettura, “per ribadire che Forlì deve provvedere alla crisi abitativa, deve mettere in atto misure per spingere i privati a rendere disponibili gli alloggi sfitti e deve occuparsi seriamente di edilizia popolare e sociale”.
Ricordando la precedente iniziativa, il Coordinamento per il Diritto all’Abitare, costituito da varie associazioni del territorio e dalla popolazione, denuncia: "Nemmeno dopo la manifestazione del 13 aprile, l’Amministrazione comunale uscente ha percepito l’urgenza del problema della casa. In questi ultimi anni, chiunque abbia cercato casa a Forlì si sarà accorto di quanto sia diventato difficile trovarne una. Chi perché studente, e dunque con una disponibilità economica ridotta rispetto ai prezzi del mercato, chi perché lavoratore in una città in cui una grande maggioranza dei proprietari affitta solo agli studenti; ci sono poi le persone migranti, che da ancora più tempo faticano a trovare casa a causa di pregiudizi e discriminazioni agitate in base al colore della loro pelle… Le cause alla radice di questo problema sembrano essere molteplici: ci sono alloggi di edilizia popolare che non possono essere assegnati perché mancano i fondi per ristrutturarli, con una lista d’attesa che ammonta a 700 nuclei familiari in condizioni di disagio abitativo. Ci sono studentati che offrono un numero di posti letto irrisorio rispetto alla popolazione studentesca del Campus di Forlì, che nell’ultimo anno accademico è stato il campus romagnolo con il più alto tasso di crescita degli iscritti.
Ma non è soltanto una questione di alloggi mancanti: si stima infatti che siano più di un migliaio gli immobili privati lasciati sfitti in città, e questo fa sì che ci si trovi in un paradossale stato di cose in cui in cui ci sono case senza persone e persone senza casa. Nonostante le pressioni delle associazioni e della società civile, l’Amministrazione uscente continua a non occuparsi del problema casa, ostinandosi a gonfiare il campus universitario senza un piano abitativo concreto e senza considerare la popolazione lavoratrice", e rilanciando la lotta per la casa: “Le lotte vanno unite, fino a quando la casa verrà riconosciuta non più come uno strumento di profitto, ma come un diritto!”.
26 giugno 2024