Continua il genocidio palestinese
Il nazisionista Netanyahu prepara l'invasione del Libano
L'Onu accusa i nazisionisti di crimini di guerra e crimini contro l'umanità nei territori palestinesi occupati, ignorate dai complici Biden-Netanyahu
Almeno 100 palestinesi sono stati uccisi e più di 160 feriti in due attacchi sionisti il 22 giugno a Gaza nei campi profughi di Shati e Mawasi e a Rafah e il bilancio del genocidio palestinese è salito a 37.551 morti accertati e 85.911 feriti, per la maggior parte donne e bambini. In un comunicato Hamas denunciava che i sionisti "continuano a colpire brutalmente i civili inermi di Gaza e compiono nuovi massacri nei campi di Shati, Mawasi e Rafah” invitando la comunità internazionale a intraprendere “azioni più efficaci” per fermare il genocidio. “L’occupazione e i suoi leader nazisti pagheranno il prezzo delle loro violazioni contro il nostro popolo palestinese e questi crimini non spezzeranno la volontà dei palestinesi” di resistere all'occupazione e difendere i loro diritti, ribadiva la dichiarazione.
L'immagine del 22 giugno di un civile palestinese ferito e legato sul cofano di un mezzo militare sionista a Jabriyat, presso Jenin in Cosgiordania, usato come uno scudo umano dopo l'ennesimo attacco dell'esercito occupante in caccia dei membri della resistenza ma che premeditatamente è diretto contro i civili palestinesi dava l'ultima prova in ordine di tempo dei crimini commessi dai nazisionisti, registrati e denunciati anche dall'Onu. Una denuncia che purtroppo resta tale e non ancora in grado di fermare la mano assassina dei nazisionisti, una mano libera criminale protetta dai complici imperialisti di Usa e Ue. La collaborazione sempre più stretta tra il boia nazisionista Netanyahu e il padrino imperialista americano Biden viaggia anzi a pieno regime e prepara un pericoloso allargamento della guerra con l'invasione del Libano contro le basi della formazione di Hezbollah che sostiene la resistenza palestinese. Dopo quasi nove mesi di colpi scambiati sul confine libanese si contano 27 morti in Israele e 400 in Libano, per la maggior parte civili.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken riceveva il 20 giugno a Washington due componenti del governo sionista, il ministro per gli Affari strategici Ron Dermer e il consigliere per la Sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, ai quali, secondo quanto riportato dal portavoce del dipartimento Usa, ribadiva la necessità di adottare ulteriori misure per aumentare gli aiuti umanitari a Gaza (quali sarebbero?, ndr) e per pianificare il futuro di Gaza, il suo governo e la ricostruzione. Sono i passaggi del fantomatico piano Biden del 31 maggio fatto proprio dall'Onu e sbeffeggiato da Tel Aviv che l'imperialismo americano continua a sbandierare come unica soluzione possibile, che tra l'altro taglia fuori il diretto interessato ossia il popolo palestinese. Ben più sostanziosa deve essere stata la discussione sul tema della guerra in Libano con l'americano Blinken che ripeteva per l'ennesima volta la volontà americana di evitare un'ulteriore escalation dello scontro al confine del Libano. Comunque e in ogni caso Blinken "ha ribadito l'impegno ferreo degli Stati Uniti nei confronti della sicurezza di Israele". Ecco questo è il passaggio che conta perché l'imperialismo americano non muove un passo contro i nazisionisti per fermare la loro mano criminale in Palestina e la minaccia di invadere il Libano. Anzi sostiene i loro crimini con le continue forniture di armi e l'assistenza per far funzionare lo scudo antimissile contro gli attacchi della resistenza palestinese e dei loro alleati.
Infatti, lo stesso giorno, il nuovo inviato speciale di Biden in Medio oriente Amos Hochstein in missione a Tel Aviv minacciava che se Hezbollah non avesse messo fine agli attacchi missilistici il Libano poteva diventare obiettivo di un'operazione di rappresaglia sionista "limitata", appoggiata dagli Usa. Lo schema è una replica di quello recitato tra Washington e Tel Aviv, con gli Usa che si dichiaravano contrari a un massiccio attacco sionista su Rafah e poi senza batter ciglio fornivano le bombe per una sistematica azione di demolizione un pezzo per volta della città che tuttora continua con un bilancio di vittime civili e di distruzioni di ospedali, centri di raccolta di profughi, sedi delle organizzazioni umanitarie comprese quelle dell'Onu e abitazioni; un bilancio da crimini di guerra come rilevato e denunciato dall'ennesimo rapporto di inchiesta dell'Onu.
Tra l'altro i nazisionisti hanno già usato negli attacchi in Libano le proibite armi al fosforo senza che almeno un'istituzione internazionale li abbia denunciati e sanzionati; hanno imparato dall'imperialismo americano che le ha usate impunemente almeno sulla città di Falluja per piegare la resistenza irachena all'invasione imperialista, così come hanno imparato a torturare i prigionieri, militari e soprattutto civili compresi bambini e donne, replicando gli orrori della tristemente famosa prigione Usa in Iraq a Abu Graib nella prigione di Sde Teiman, attrezzata nel deserto del Negev a una trentina di chilometri da Gaza.
Riguardo alla situazione di Gaza è uscito l'ultimo rapporto dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha) che denunciava come la crisi umanitaria nel sud della Striscia stia "rapidamente peggiorando" per decine di migliaia di sfollati stipati in un'area lungo la costa in mezzo al "calore estivo ardente" e dove "il conflitto attivo e l'illegalità" rendono quasi impossibile per gli operatori umanitari far fronte alle necessità e ai bisogni crescenti". L'agenzia Onu denunciava che nei campi per sfollati nella zona centrale e meridionale di Gaza, sotto assedio dei nazisionisti, manca l'acqua potabile e il cibo a sufficienza e ne soffrono soprattutto i bambini. Il blocco sionista del valico di Rafah con l'Egitto, praticamente distrutto dai bulldozer dell'esercito e le bombe lanciate contro i profughi in attesa dei pochi aiuti che transitano da quello di Kerem Shalom rendono chiare le responsabilità degli occupanti sionisti nella guerra di genocidio del popolo palestinese che il boia Netanyahu ha confermato voler proseguire senza limiti temporali. Le trattative di pace gestite dai complici Usa si confermano una farsa.
Un altro rapporto del 12 giugno ma pubblicato di recente della Commissione d’Inchiesta Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite (COI), istituita nel 2021 dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite con lo scopo di indagare sulle già allora diffuse violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani da parte dei sionisti nei Territori Palestinesi Occupati, ha riportato l'esito del lavoro svolto accusando il governo sionista di aver commesso “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” durante il genocidio in corso da oltre otto mesi a Gaza. Durante l’indagine, la COI ha rilevato che le autorità israeliane sono responsabili di crimini di guerra quali "l'utilizzo della fame come arma di guerra, omicidi o uccisioni deliberate, attacchi diretti intenzionalmente contro la popolazione e le strutture civili, trasferimenti forzati, violenze sessuali, torture e trattamenti inumani o crudeli, detenzioni arbitrarie e violazioni alla dignità delle persone”. Sono colpevoli di "crimini contro l’umanità di sterminio, persecuzione di genere contro uomini e ragazzi palestinesi, omicidio e trasferimento forzato”. Così come il grande numero di vittime civili e la distruzione delle infrastrutture civili a Gaza non sono neanche i tristemente famosi danni collaterali ma “l’inevitabile risultato di una strategia applicata con l’intento di causare il massimo danno", un crimine voluto e programmato con ferocia dai nazisionisti. Come lo sono i continui attacchi dell'esercito occupante alle vie utilizzate dai civili per l’evacuazione e alle cosiddette “zone sicure” dato che i comandi militari sionisti hanno “usato l’assedio armato e la fornitura di beni di prima necessità, così come l'interruzione delle forniture di acqua, cibo, elettricità, carburante e assistenza umanitaria, per ottenere vantaggi strategici e politici”. L’indagine Onu denuncia infine anche che le dichiarazioni provocatorie dei funzionari israeliani “equivalgono all’istigazione e possono costituire ulteriori gravi crimini”, aggiungendo che l’incitamento diretto e pubblico al genocidio è un crimine secondo il diritto internazionale ogni qualvolta venga perpetrato.
Le conclusioni dell'indagine COI riguardano anche la Cisgiordania occupata dove
i sionisti hanno commesso “atti di violenza sessuale, torture e trattamenti
inumani o crudeli e violazioni della dignità personale, considerati tutti
crimini di guerra” e dove il governo di Tel Aviv ha “permesso, favorito e
istigato” una serie di aggressioni da parte dei coloni contro le comunità
palestinesi.
Secondo una indagine dell'organizzazione umanitaria Euro-Med Human Rights Monitor resa nota il 23 giugno l’esercito sionista ha distrutto deliberatamente più del 75% della superficie agricola della Striscia di Gaza, rendendo la popolazione quasi del tutto dipendente dagli aiuti umanitari che i nazisionisti hanno definitivamente bloccato dagli inizi di maggio con l'offensiva su Rafah. Carestia e fame sono usati dai nazisionisti come arma di guerra e sono palesemente crimini di guerra che ancora non scuotono l'assopita Corte di giustizia dell'Aja. Sempre del 23 giugno è la denuncia dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) sul bombardamento e la conseguente distruzione di quasi il 70% delle scuole che della Striscia di Gaza ospitano gli sfollati; un ennesimo "palese disprezzo del diritto umanitario che deve finire. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco ora”, ripeteva l'agenzia. Le stesse richieste avanzate nel rapporto della Commissione di inchiesta dell'Onu che ha esortato il governo di Tel Aviv ad attuare immediatamente un cessate il fuoco, a rimuovere il blocco di Gaza, a consentire l’ingresso senza ostacoli degli aiuti umanitari, a cessare gli attacchi ai civili e alle infrastrutture e a “rispettare pienamente” le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia (CIG). Richieste ignorate dai nazisionisti che continuano a radere al suolo Gaza, a assaltare città e campi profughi palestinesi in Cisgiordania a preparare l'invasione del Libano, d'intesa con l'imperialismo Usa.
26 giugno 2024