La Corte dell'Aja chiede l'arresto del capo dell'esercito russo e dell'ex ministro della Difesa
L'accusa: “Sono dei criminali di guerra”. Zelensky: “Ogni criminale coinvolto nella pianificazione e nell'esecuzione degli attacchi in Ucraina deve sapere che sarà fatta giustizia. Speriamo di vederli dietro le sbarre”
Con una decisione presa il 24 giugno, ma resa pubblica soltanto il giorno dopo, la Corte penale internazionale con sede all’Aja in Olanda, ha emesso mandati di arresto nei confronti del capo dell’esercito russo Valery Vasilyevich Gerasimov e dell’ex ministro della Difesa di Mosca Sergei Kuzhugetovich Shoigu, ora segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale, rimpiazzato da Andrey Belousov. I due uomini del nuovo zar del Cremlino Putin sono accusati di "crimini di guerra" e "crimini contro l'umanità" per i danni provocati alla popolazione civile in Ucraina con i bombardamenti missilistici contro infrastrutture elettriche condotti dall'ottobre del 2022 al marzo del 2023. Per il presidente ucraino Zelensky "Ogni criminale coinvolto nella pianificazione e nell'esecuzione" degli attacchi in Ucraina "deve sapere che sarà fatta giustizia. Speriamo di vederli dietro le sbarre … La decisione indica che la giustizia per i crimini russi contro gli ucraini è inevitabile" e che "nessun grado militare o nessun gabinetto può proteggere i criminali russi dalle loro responsabilità", ha aggiunto spiegando di aspettare "ulteriori mandati di arresto".
In particolare, in base a quanto si legge nel comunicato della Corte dell’Aia, i due nazizaristi russi “sono ritenuti responsabili del crimine di guerra di aver diretto attacchi contro civili e del crimine di guerra di aver causato danni accidentali eccessivi a civili o danni a oggetti civili, nonché del crimine contro l’umanità di aver commesso atti inumani, ai sensi dell'articolo 7, paragrafo 1, lettera k), dello Statuto di Roma. Vi sono ragionevoli motivi per ritenere che essi siano individualmente responsabili dei suddetti crimini per aver commesso gli atti congiuntamente e/o tramite altri, aver ordinato la commissione dei crimini, e per non aver esercitato un adeguato controllo sulle forze sotto il loro comando”.
Il testo menziona gli attacchi missilistici effettuati dalle forze armate russe contro l’infrastruttura elettrica ucraina nel lasso di tempo [almeno] compreso tra il 10 ottobre 2022 al 9 marzo 2023. “Durante questo lasso di tempo, le forze armate russe hanno effettuato un gran numero di attacchi contro numerose centrali e sottostazioni elettriche in diverse località dell’Ucraina”. Secondo i giudici della Cpi i presunti attacchi sarebbero stati diretti contro obiettivi civili, e anche in relazione a quelle installazioni che potevano essere considerate obiettivi militari all’epoca dei fatti, i danni e gli incidenti civili previsti sarebbero stati chiaramente eccessivi rispetto al vantaggio militare previsto.
Non è la prima volta che la Corte penale internazionale emette un mandato contro esponenti della leadership russa. Lo stesso presidente Putin, assieme alla commissaria presidenziale per i diritti dei bambini in Russia Maria Lvova-Belova, sono stati condannati dal tribunale nel marzo dello scorso anno per la deportazione di bambini ucraini in territorio russo. Analoga condanna era stata espressa per Viktor Sokolov, ex comandante della flotta russa del Mar Nero e Sergei Kobylash, comandante dell’aviazione di Mosca, sempre per i criminali bombardamenti contro le centrali elettriche dell’Ucraina.
I due mandati d'arresto, si legge ancora nella sentenza, sono stati emessi come mandati segreti. Tuttavia, “consapevole che risultano in corso comportamenti simili a quello oggetto dei mandati di arresto, che costituiscono violazioni del diritto internazionale umanitario”, la sezione ha ritenuto che la conoscenza pubblica dei mandati possa contribuire a prevenirne altri. Dunque ne ha autorizzato la divulgazione. La principale funzione del diritto internazionale, scandisce la Corte nel comunicato stampa, è proteggere i civili dalla violenza armata.
3 luglio 2024