176 mila voti sprecati
L'europarlamentare Salis rilancia la sua linea riformista su “Repubblica”
Nessun attacco al governo neofascista Meloni, all'Ue imperialista e al capitalismo. Il socialismo non è un suo obiettivo
La lotta di classe non fa parte della sua cultura e del suo orizzonte
Alle ultime elezioni europee ha ottenuto 176mila preferenze ed è stata eletta all'europarlamento. L'essere stata sbattuta e tenuta in galera per oltre un anno con accuse pretestuose, sostanzialmente soltanto per essere antifascista, in un paese, l'Ungheria, dove governa da molti anni il sovranista fascista Orban, alleato della Meloni, ha sicuramente contribuito ad attirarle il sostegno di un elettorato in larga parte giovane e anticapitalista.
Anche i marxisti-leninisti sono felici che la maestra milanese antifascista sia fuori dalle carceri ungheresi, e stanno dalla sua parte quando i fascisti in camicia nera o in doppiopetto nostrani l'attaccano per aver preso parte alle occupazioni con i movimenti per la casa. Come al solito i reazionari si appellano alla “legge” e cercano di criminalizzare chi lotta per un diritto come quello all'abitazione che la legge capitalista invece nega ai meno abbienti.
Detto questo, non si può ridurre tutto a una questione personale, tanto evidenti sono le implicazioni politiche della sua elezione. Alcuni partiti e organizzazioni che si dichiarano anticapitalisti o comunisti hanno tentato in effetti di giustificare la loro indicazione a votare la Salis, e quindi Alleanza Verdi Sinistra (AVS), con il fatto che questo era l'unico modo per tirarla fuori dal carcere, ma in realtà è stata l'ennesimo pretesto per riproporre le illusioni di una Europa diversa. Altri si sono spinti oltre, vagheggiando che la sua eventuale elezione al parlamento europeo potesse essere una novità e un “elemento di disturbo” all'interno delle istituzioni della UE.
Hanno indicato di votare la Salis e AVS Potere al Popolo, il Partito della Rifondazione, il PCL di Ferrando, i Carc, alcuni centri sociali del Piemonte, della Lombardia e della Capitale e più in generale l'arcipelago degli antagonisti. In certi casi si è tentato di specificare bene che l'indicazione di voto non implicava alcuna o parziale vicinanza alle posizioni di AVS, anche se sui forum c'è chi ha risposto: "Se è votando gente come Fratoianni e Bonelli che volete fare la rivoluzione, tanti auguri".
In particolare a spargere nuove illusioni sono stati proprio quelli che hanno dipinto la candidatura della Salis come “una sfida alle estreme destre di Orban e Meloni oltre che l’irruzione di una attivista di base nel parlamento europeo”, come ad esempio ha fatto il quotidiano trotzkista Il Manifesto
. Ma in concreto non hanno fatto altro che seminare ulteriori illusioni riformiste e parlamentariste, drenare una parte di astensionismo e aiutare AVS a superare lo sbarramento del 4%. Insomma, politicamente hanno contribuito a far entrare nell'europarlamento della Ue imperialista un raggruppamento elettorale composto da due partiti, Sinistra Italiana e Verdi, che a livello nazionale e locale fanno da ruota di scorta al PD e che senza questa “spinta” forse non ci sarebbero riusciti.
In un'intervista a la Repubblica
la Salis conferma oltretutto come il suo antifascismo non la renda immune dal riformismo, che invece sembra proprio far parte della sua formazione politica, il che non gli avrebbe impedito nemmeno di candidarsi col Pd, come confessa alla domanda del giornalista: “è vero, in carcere mi era arrivata voce di un interessamento, ma alla fine ho scelto Avs. È stata una decisione tormentata. Chiusa in cella non avevo il quadro della situazione politica italiana e non sapevo con chi confrontarmi”.
Alla domanda “Perché l’hanno votata” la Salis risponde: “In molti per la questione della mia carcerazione e per sostenere i diritti dei detenuti. Altri per la voglia di portare sulla scena politica qualcosa che provenisse dal basso, perciò manterrò i legami coi movimenti. Porterò tutte quelle esperienze con me a Bruxelles”. E quando il giornalista chiede maliziosamente: ”Come si fa a portare i movimenti nelle sedi dell’Ue?”
risponde: “Dai movimenti si capisce quali sono le urgenze sociali e nascono spinte per cambiare le cose. Lo farò attraverso proposte di legge, mozioni e gli altri strumenti degli europarlamentari. Mi batterò per la difesa dei detenuti, del lavoro precario, dei migranti per i quali ci dobbiamo assumere la responsabilità storica dei morti in mare, e del diritto alla casa”.
“Ho intenzione di impegnarmi per dare voce a chi vive sulla propria pelle le questioni sociali", ha detto appena ha saputo si essere stata eletta. Ma come si può pensare che la UE ascolti queste istanze sociali, quando stiamo parlando di una alleanza capitalista, imperialista, che sostiene i suoi monopoli nella competizione globale sulla pelle dei migranti, dei lavoratori e della masse popolari e si sta riarmando per una eventuale guerra imperialista mondiale?
In ultima analisi sono 176mila voti sprecati se la guardiamo dal punto di vista del proletariato, perché alla fine non vengono utilizzati nemmeno per una alquanto sterile denuncia della UE, anzi vanno nella direzione di far rientrare nel recinto dell'elettoralismo quella parte si elettorato antimperialista e anticapitalista, anziché spingerlo a delegittimare la UE e le istituzioni rappresentative borghesi nazionali. La Salis non si sbilancia nemmeno sul voto di approvazione del presidente della Commissione europea "Stiamo ancora valutando, cercando di reperire tutte le informazioni per avere poi un'opinione con cognizione di causa" (sic), ha detto a proposito della possibile conferma di Ursula von der Leyen.
E che dire quando risponde al giornalista che le chiede: “Il premier Orban è venuto a Roma per incontrarsi con Giorgia Meloni. Che effetto le fa?
Non mi tange, sono affari della destra. Staranno parlando di alleanze”, risponde la Salis. Non spende nemmeno una parola contro l'attuale governo neofascista, si limita a qualche critica verso Orban e il governo ungherese, ma la Meloni non viene nemmeno nominata. “Dobbiamo dedicarci al superamento delle condizioni di insicurezza con cui prosperano le destre”, ma di lottare nell'immediato per buttare giù dalla piazza questo governo e più in generale di lottare contro il capitalismo e per il socialismo non se ne parla nemmeno.
Evidentemente la lotta di classe non fa parte della sua cultura e del suo orizzonte politico e il socialismo non è un suo obiettivo, come non lo sono per tanti partiti e organizzazioni che a parole dicono di essere contro il capitalismo e poi, in un modo o nell'altro, non riescono ad abbandonare le illusioni europeiste, costituzionaliste ed elettoralistiche.
Queste dichiarazioni riformiste che coprono la Ue imperialista e lo stesso governo neofascista Meloni ci auguriamo che aprano gli occhi ai sinceri anticapitalisti, antimperialisti e antagonisti che l'hanno votata illudendosi erroneamente che, una volta eletta, la Salis potesse in qualche modo rappresentarli e dare voce alle loro lotte e battaglie.
3 luglio 2024