Riuscito pienamente il Pride a Milano
In 350 mila scendono in piazza rivendicando i diritti per LGBTQIA+
Diffuse con successo centinaia di copie del volantino del PMLI contro il governo Meloni
Redazione di Milano
Sabato 29 giugno un lungo corteo di oltre 350 mila manifestanti ha attraversato le vie di Milano, come ogni anno nell'ultimo weekend di giugno, per ottenere il riconoscimento dei diritti per LGBTQIA+ e di tutte le minoranze, in ricordo degli storici scontri di Stonewall avvenuti nel 1969. Dopo il concentramento in via Vittorio Pisani, davanti alla Stazione centrale, il corteo è partito da piazza Repubblica, lungo Viale Liberazione per arrivare all'Arco della Pace.
Lo spirito gioioso che caratterizza da sempre il Pride non deve far pensare a una semplice festa perché è sempre accompagnato dalla consapevolezza che si tratta di un importante atto politico, una manifestazione di orgoglio per riuscire a ottenere tutti i diritti che a lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersessuali e asessuali (LGBTQIA+) non vengono riconosciuti.
In apertura del corteo quest'anno, per sottolineare quanto sia divenuta sempre più importante e di attualità la questione ambientale, non c'era un tradizionale carro ma, a seguito di un progetto ideato dall'Arcigay Milano al quale ha collaborato la comunità ciclistica milanese, un gruppo di cargo bike.
Numerosi erano i cartelli contro il governo neofascista Meloni ed era anche ben visibile un cartonato che ritraeva avvolto in una bandiera arcobaleno il presidente della regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, che oltre ad aver rifiutato di concedere il patrocinio alla manifestazione ha respinto una mozione dove si chiedeva una presenza istituzionale nel corteo; tanti anche i cartelli contro il generale Roberto Vannacci, neo eletto deputato al parlamento europeo sempre nelle liste della Lega razzista e omofoba di Matteo Salvini, che in ripetute dichiarazioni ha detto di ritenere gli omosessuali persone “non normali”.
Per denunciare la chiesa cattolica, da sempre omofoba, manifestanti vestiti da cardinale con rosso porpora sventolavano bandiere del Vaticano con sopra l’assurda e inaccettabile parola "frociaggine", quella utilizzata da papa Bergoglio in relazione alla presenza di omosessuali nei seminari.
Uno degli slogan era "Cessate il fuoco a Gaza" utilizzando anche il termine genocidio per descrivere il massacro che il nazisionista Netanyahu sta compiendo nella Striscia ma, nonostante alcune organizzazioni abbiano sollevato polemiche rinunciando per questo ad aderire alla manifestazione, era presente nel corteo un cartello con la scritta "Jews are Welcome" (Gli ebrei sono benvenuti) con lettere color arcobaleno che a nessuno è venuto assolutamente in mente di contestare, a dimostrazione di come le attuali manifestazioni in sostegno della Palestina non hanno niente a che vedere con l'antisemitismo e riguardano solo il sionismo a differenza di quanto sostengono i mezzi di informazione borghesi del regime neofascista.
Al concentramento erano presenti militanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI che hanno diffuso con grande successo centinaia di copie di un volantino dal titolo “Uniamoci e lottiamo contro il governo neofascista Meloni” e che attraverso i QR code consentivano il collegamento al sito del Partito anche per la lettura dell'articolo “L'Italia non firma la dichiarazione europea sui diritti LGBTQIA+” oltre che all'importante Documento del CC del PMLI del 21 marzo 2016 “I diritti e le battaglie LGBT, il matrimonio e la 'maternità surrogata'”.
I marxisti-leninisti incoraggiano il movimento LGBTQIA+ a continuare la sua battaglia fino in fondo, fino a quando tutte le rivendicazioni non saranno state realizzate. La fine delle discriminazioni e la parità di diritti si inserisce nella lotta generale e strategica contro il capitalismo, per il socialismo.
10 luglio 2024