Per corruzione, turbativa e false fatture
Arrestato il generale Liporace
Indagato Quinzi al vertice del dicastero diretto da Salvini
Lo scorso 4 luglio, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano e su richiesta della locale Procura della Repubblica, è stato arrestato - nell'ambito di un'indagine per corruzione, turbativa d'asta e falsa fatturazione - Oreste Liporace, generale dell'arma dei carabinieri.
Insieme a lui sono indagati a vario titolo in concorso, tra gli altri, Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Matteo Salvini, la sorella del generale Maria Grazia Liporace, gli imprenditori Ennio De Vellis, Massimiliano Fabbro, William Fabbro, Angelo Guarrancino ed Elena Giorgi, i consulenti fiscali Pierfausto Giuliani, Riccardo Bovino, Fabio Etter e Giovanni Rosaschino.
Sono state poi effettuate perquisizioni, tra l'altro, negli uffici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, negli uffici dell’avvocatura generale dello Stato, nel centro studi alta difesa, nel provveditorato generale alle opere pubbliche per Lazio, Abruzzo e Sardegna, oltre che nella casa di un alto funzionario dei servizi segreti.
Il generale – già comandante provinciale dell'arma a Padova dal 2017 al 2019, che dal 2019 fino al 2021 è stato comandante del secondo reggimento allievi, marescialli e brigadieri di Velletri e che fino all'arresto era direttore dell’istituto alti studi della difesa - è accusato di corruzione, turbativa e false fatture su un appalto da quasi 700 mila euro per servizi di pulizia della caserma, affidato fino al 2021 all'impresa Fabbro, diretta dai fratelli William e Massimiliano Fabbro, con il fondamentale aiuto offerto dall'imprenditore Ennio De Vellis.
Secondo quanto si legge nell'ordinanza di custodia cautelare, Liporace fu corrotto dai Fabbro con 22 mila euro in contanti, borse di lusso, noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico di Roma e per il Teatro alla Scala di Milano: il ruolo della sorella, secondo i magistrati milanesi, era centrale, in quanto fu lei a ricevere il denaro tra il 2020 e il 2021, sotto forma di un contratto di affitto fittiziamente a lei stessa intestato, un evento strumentale finalizzato esclusivamente alla corresponsione di denaro.
Ennio De Vellis, invece, è accusato di turbativa d’asta nell’appalto della scuola carabinieri per avere aiutato il generale e i Fabbro a trovare altre aziende che potessero partecipare alla gara, ma presentando un’offerta inferiore a quella dei Fabbro.
L'indagine milanese sta ancora approfondendo anche un traffico di influenze illecite in relazione alla promessa, non concretizzata, di far ottenere nel 2022 alle società del gruppo Fabbro appalti all'interno della Città del Vaticano e ad un convento, in territorio italiano, di frati francescani, e sta facendo chiarezza su un appalto triennale da 15 milioni di euro deliberato nel 2020 per il servizio di ristorazione presso alcune sedi della presidenza del Consiglio dei ministri che fu effettivamente ottenuto dalle società dei fratelli Fabbro.
È in relazione a quest'ultimo episodio che risulta indagato Lorenzo Quinzi – capo dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ma egli non è l'unico dirigente pubblico a finire sotto indagine, perché nella nota della Procura di Milano si legge testualmente che sono indagati a piede libero anche “altri imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici di amministrazioni centrali dello Stato”, senza dimenticare che la perquisizione presso la casa di un alto funzionario dei servizi segreti italiano potrà portare la vicenda a nuovi sviluppi.
Al centro dell'attenzione dei magistrati milanesi è l'elevatissimo tenore di vita di Liporace e della sua sorella maggiore Maria Grazia, modesta imprenditrice che fu anche insignita del titolo di cavaliere nel 2016, che usufruivano gratuitamente di vacanze in luoghi esclusivi, di biglietti per l'opera e il calcio, di articoli di lusso a spese dei Fabbro, ma gli stessi magistrati sospettano che il generale, in combutta con la sorella, il generale avesse anche altre entrate illecite, tanto da potersi permettere, quando era a Milano, di alloggiare al Bulgari, hotel a cinque stelle lusso.
Nelle carte dell'inchiesta spunta fuori anche l'assidua frequentazione di Liporace con il politologo americano Edward Luttwak, intrallazzato con i trumpiani e i servizi segreti, e con Antonello Velardi, potente personaggio del PD in Campania, già sindaco di Marcianise per due mandati.
L'altro imprenditore coinvolto, Ennio De Vellis, si è da sempre mosso in modo spregiudicato nei palazzi del potere soprattutto romani, e altrettanto spregiudicato, stavolta con il mondo ecclesiastico, si è da sempre dimostrato un altro imprenditore coinvolto nell'inchiesta, Angelo Guarracino.
Fondamentale, nel contesto criminale che faceva riferimento al generale dei carabinieri Oreste Liporace, era il ruolo dei consulenti fiscali, i quali falsificavano la contabilità delle società giustificandone le uscite fittizie, che invece erano destinate a corrompere Liporace.
17 luglio 2024