Un anno dalla strage sui binari nel Torinese
Presidio di lotta e solidarietà in ricordo dei 5 operai morti sul lavoro a Brandizzo
Sentita partecipazione tra cui quella del PMLI
Dal corrispondente dell’Organizzazione di Biella del PMLI
Si è svolto il 31 agosto davanti alla stazione ferroviaria di Brandizzo (Torino) il presidio in ricordo dei cinque operai uccisi sul lavoro un anno fa lavorando sui binari, vittime di un sistema barbaro e disumano: il capitalismo. Questo sistema, che pone come unico obiettivo la massimizzazione dei profitti di un ristretto gruppo di capitalisti, sacrifica senza scrupoli la salute e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori.
Il presidio non è stato solo un momento di cordoglio, ma anche un’occasione di lotta contro il governo della ducetta Meloni che, con l'approvazione dell'inefficace “Decreto Lavoro 2023”, non ha scalfito minimamente la logica di riduzione dei tempi di controllo e verifica degli impianti e delle reti ferroviarie né ha migliorato la sicurezza del trasporto ferroviario in generale.
La strage di Brandizzo, in cui persero la vita Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli, Giuseppe Sorvillo, 43 anni, di Brandizzo, Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Vercelli, Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso e Kevin Laganà, 22 anni, di Vercelli, è stata causata dalle condizioni imposte dal modo di produzione capitalistico. Questo modello di produzione, concentrato esclusivamente sul profitto, provoca ogni giorno in Italia la morte di quasi quattro lavoratrici e lavoratori. Durante il presidio di Brandizzo è stato lanciato un forte e chiaro grido "Basta!", rivendicando azioni concrete per cambiare questa situazione. Richiesta l’assunzione immediata di migliaia di nuovi ispettori del lavoro, l’abolizione del preavviso di chiamata per i controlli ispettivi nelle aziende, no ai salari al ribasso e alla compromissione della sicurezza sul lavoro.
Hanno partecipato al presidio i sindacati di base dei ferrovieri Cobas e CUB Trasporti, oltre a rappresentanti di Medicina Democratica, nonché delegati di redazione della storica rivista dei ferrovieri “Ancora in marcia!”, fondata nel 1908. Il caporedattore della rivista ha sottolineato: "Le cause materiali della strage sono apparse chiare fin dal primo momento, mentre il contesto organizzativo in cui esse sono maturate presenta lati oscuri che hanno origine nel modello organizzativo adottato da RFI per le lavorazioni, specialmente nei tempi e nelle regole di esecuzione dei lavori in appalto e subappalto". Anche le Federazioni biellesi del Partito della Rifondazione Comunista (PRC), del Partito Comunista Italiano (PCI) e l’Organizzazione biellese del Partito marxista-leninista italiano (PMLI) hanno dato il loro supporto alla manifestazione. Numerose delegazioni studentesche, tra cui quelle di “Cambiare Rotta” e di OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa) di Torino, nonché del Fronte della Gioventù Comunista (FGC), hanno partecipato per esprimere la loro solidarietà e per denunciare un sistema che non garantisce un futuro sicuro e dignitoso ai giovani.
Al termine di questa significativa iniziativa di lotta gli organizzatori hanno invitato tutti i presenti a unirsi per una foto di gruppo sotto la scritta "Brandizzo" posta davanti alla stazione ferroviaria, luogo della tragedia. Questo gesto simbolico è stato compiuto di fronte al monumento dedicato ai cinque operai caduti, a simboleggiare l'impegno collettivo e la volontà di non dimenticare, ma soprattutto di continuare a lottare per un cambiamento radicale. La battaglia per un sistema economico e sociale più giusto, che metta al centro la dignità umana e la sicurezza sul lavoro, prosegue con determinazione. È il momento di intensificare la lotta contro il capitalismo e di costruire un'alternativa socialista che garantisca la sicurezza e la giustizia per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori.
4 settembre 2024