Impedita l’affissione dei manifesti regolarmente prenotata
Il comune di Firenze censura il PMLI sull’80° della Liberazione dal nazifascismo
La giunta della piddina Funaro prende le difese del governo neofascista Meloni. Interpellanza del consigliere Palagi in Palazzo Vecchio
Redazione di Firenze
Come ogni anno nei primi giorni di luglio, il Comitato provinciale di Firenze del PMLI ha prenotato alcune decine di spazi al servizio comunale a pagamento di pubbliche affissioni per far conoscere alla popolazione il manifesto che ricorda e celebra l’Anniversario della Liberazione di Firenze dal nazifascismo.
Una data importante per la Resistenza italiana e per la Firenze antifascista, legata tuttora a doppio filo alle gesta eroiche dei partigiani e delle partigiane, e al “suono della Martinella”. All’alba dell’11 Agosto del 1944, infatti, i ribelli delle Brigate Garibaldi attraversarono l’Arno, mentre in tutta la città venivano affissi manifesti che proclamavano l’insurrezione, annunciata proprio dal suono della Martinella, la storica campana di Palazzo Vecchio che nel Medioevo chiamava il popolo a raccolta in caso di gravi emergenze.
Gli antifascisti conoscono bene la natura neofascista del governo Meloni, le sue politiche razziste e antipopolari, la repressione che i suoi organismi polizieschi attua nei confronti di chi non si allinea ed osa ribellarsi, studenti, operai o ambientalisti che siano. Un governo che “merita” appieno di essere rappresentato con indosso la camicia nera, che peraltro non rinnega assolutamente. E anche se la rinnegasse a parole nulla cambierebbe - perché conta la pratica - Meloni e i suoi gerarchi non sono nemmeno scalfiti dall’idea di dichiararsi antifascisti, semplicemente perché non lo sono.
Il PMLI fin dall'insediamento di questo nero governo ha denunciato pubblicamente e senza mezzi termini la sua natura neofascista; altri lo hanno capito dopo, altri ci arriveranno per l’evidenza dei fatti. E altri ancora lo difendono coprendoci di insulti e cercando di zittirci. “
Ed è sempre così
- sosteneva Mao -
quando i comunisti cominciano a pestare sul serio i calli della borghesia, ecco che gli strilli dei servi arrivano al cielo nel tentativo di proteggere i loro padroni”.
Questo è proprio ciò che è successo a Firenze, quando l’Ufficio competente ha comunicato al PMLI, peraltro appena un giorno prima della data di uscita già prenotata, che i funzionari comunali avevano imposto il blocco all’affissione del manifesto perché contenente “estremi per il reato di diffamazione in forma aggravata e di offesa recata ad un corpo politico” e “condotte illecite potenzialmente integranti fattispecie di rilievo penale”. Bersaglio dei funzionari che fanno capo alla neoinsediata giunta comunale diretta dalla piddina Sara Funaro era il fotomontaggio di Meloni con indosso una divisa della RSI, utilizzato peraltro innumerevoli volte nelle piazze di tutta Italia e sulle colonne del giornale del nostro Partito “Il Bolscevico”. Prima ancora dunque che protestasse Meloni, ci ha pensato Funaro a coprire la ducessa, censurandoci e impedendo l’uscita dei manifesti antifascisti del PMLI.
Un fatto gravissimo, palesemente anticostituzionale, poiché un organismo tecnico non solo si è rifiutato di effettuare un servizio pubblico a pagamento (salato, oltretutto) ma si è anche arrogato il diritto di cancellare la libertà di parola e di propaganda sentenziando in una materia che tutt'al più spetterebbe alla magistratura e alla Corte costituzionale.
Dopo l’invio del comunicato stampa che pubblichiamo di seguito, la notizia di questa inammissibile censura politica è stata rilanciata da numerose testate on-line, fra le quali “Ok Firenze”, “Firenze Today”, “Repubblica Firenze” e “FirenzEdintorni”, e sia in versione on-line che cartacea da “La Nazione”. Numerosi gli attestati di solidarietà che sono arrivati al Comitato provinciale ed ai nostri compagni fiorentiini.
Il fatto era talmente grave e intollerabile che Dimitri Palagi, candidato sindaco alle recenti elezioni per la lista Sinistra progetto Comune e ora consigliere comunale in Palazzo Vecchio, personalmente ringraziato dal compagno Erne Guidi, incaricato del PMLI nei rapporti con gli altri partiti, in data 5 agosto ha presentato una interrogazione al Consiglio comunale dal titolo “Antifascismo, manifesti e PMLI, mancano le risposte politiche”, nel quale ricorda i due ODG approvati dalla scorsa legislatura in tema di antifascismo, chiede chiarimenti a sindaca e giunta sulla censura dei manifesti, e si domanda perché “non abbiano voluto esprimersi nel merito dell’impegno verso la chiusura delle sedi dell’estrema destra presenti sul territorio comunale, nonostante il Consiglio si sia espresso in tal senso in più occasioni”. Funaro e la sua giunta se ne fregano mussoliniamente e hanno lasciato quest'interrogazione sinora senza risposta.
Per coprire il governo Meloni, Funaro non ha esitato a censurare politicamente il PMLI, e con esso tutti gli antifascisti. Uno spregio non solo al nostro Partito e agli antifascisti tutti, ma soprattutto alla Resistenza stessa. Dopo una vicenda del genere, unita all’inconsistenza con la quale il Comune sostiene di combattere i neofascisti che in città sono tollerati, difesi e coperti, come dimostra anche la presenza ufficiale di sedi di Casaggì e Casapound, ci domandiamo con quale coraggio la sindaca abbia potuto suonare, il giorno dell’ottantesimo Anniversario della Liberazione, la Martinella simbolo di un’intera città che trovò una libertà così voluta, agognata e combattuta per decenni, grondante ancora il sangue di tantissimi partigiani e partigiane, staffette, antifasciste e antifascisti della prima ora?. Che faccia tosta! Per noi nulla cambia; continueremo con tutte le nostre forze a denunciare la natura neofascista del governo Meloni che deve essere abbattuto con la piazza prima che faccia ulteriori danni, e anche coloro che lo legittimano e lo coprono all'interno delle istituzioni borghesi, come in questo caso la giunta fiorentina Funaro. Che vergogna che sia proprio il PD fiorentino il più solerte difensore della ducessa Meloni.
Dopo decenni di regolare pubblicazione, i manifesti del PMLI che celebrano la Liberazione di Firenze dal nazifascismo avvenuta l’11 Agosto del 1944, non saranno affissi per le strade della città del Giglio. È il comune di Firenze che ha negato il diritto ad affiggere, seppur dietro pagamento, ed è Sara Funaro che aveva tanto decantato in campagna elettorale “apertura e democrazia”, a divenire di fatto il sindaco che vieta l’uscita di un nostro manifesto che celebra la Resistenza, per la prima volta nella storia della città.
Appare paradossale la motivazione sostenuta dagli organismi tecnici, secondo la quale il piccolo fotomontaggio che ritrae la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in divisa da gerarca fascista integrerebbe “gli estremi del reato di diffamazione in forma aggravata e di offesa recata ad un corpo politico”, quando la stessa Meloni non ha mai preso le distanze neppure formali dal PNF e da Mussolini, ospitando nello stesso tempo fra le file del suo partito gran parte dell’estrema destra neofascista.
La fiamma tricolore nel simbolo di FdI è un chiaro richiamo al fascismo, così come le politiche sociali, fiscali, nazionaliste ed estere, e la repressione che regolarmente attua nei confronti di lavoratori, lavoratrici, studentesse e studenti mostra che quello di governo in Italia è esso stesso un partito neofascista, così come lo è il suo gruppo dirigente.
Seppur la stretta governativa antidemocratica sia evidente, il Comune di Firenze con questo atto risponde direttamente alla domanda che avevamo posto nel testo del manifesto proposto. Funaro infatti, anziché chiudere i covi neofascisti a Firenze e negare gli spazi a qualsiasi organizzazione di stampo fascista, xenofoba, razzista ed omofoba, si preoccupa di censurare il PMLI impedendo l’affissione di un manifesto antifascista che onora i partigiani e che mostra alle masse popolari una evidente realtà delle cose, facendo il gioco del governo più a destra della storia del nostro Paese.
Naturalmente i manifesti di per sé non sono che un piccolo problema; quello vero e sostanziale è invece di carattere democratico, perché i tentativi di tappare la bocca a chi vuole smascherare la pericolosità di questo governo sono spalleggiati e portati avanti anche dalle amministrazioni che si definiscono “antifasciste” ma che in realtà eseguono senza batter ciglio i desiderata dell’esecutivo e dei suoi apparati polizieschi e legali.
Un governo che loro stessi dovrebbero cercare di far cadere il più presto possibile prima che faccia altri danni alle masse popolari del nostro Paese.
Partito marxista-leninista italiano
Comitato provinciale di Firenze
Firenze, 1 agosto 2024