Presidio antifascista del Comitato 25 Aprile Prato
No alla commemorazione dei repubblichini
Applaudito intervento di Panzarella a nome del PMLI
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” di Prato
La sera del 7 settembre in Piazza Delle Carceri il Comitato 25 Aprile Prato, nell'ambito delle celebrazioni per l'80° della Liberazione della città e dell'eccidio dei 29 partigiani trucidati dai nazifascisti a Figline di Prato, ha organizzato un presidio antifascista “per la preservazione della Memoria” e per denunciare pubblicamente i tentativi da parte dei neofascisti pratesi di riabilitare e commemorare il manipolo di spie e collaborazionisti repubblichini giustiziati dai partigiani il 7 settembre 1944 al castello dell'Imperatore prospicente Piazza Delle Carceri.
Al presidio hanno preso parte fra gli altri Collettivo Di Fabbrica-Lavoratori ex Gkn Firenze, Sudd cobas Prato Firenze, Non Una di Meno Prato, Associazione Gambiani a Prato, Coordinamento per la Palestina-Prato, Prc Prato Città, Circolo Carlo Giuliani, Alternativa per i Beni Comuni Prato e @osservatorio ambientale Prato.
C’era il PMLI. Il compagno Franco Panzarella ha svolto un applauditissimo intervento a nome della Cellula “G. Stalin” di Prato al termine del quale alcuni lavoratori della ex Gkn si sono complimentati con il compagno per il “bellissimo intervento” e si sono raccomandati di “ringraziare il Partito per il grande sostegno alla nostra lotta”.
Altri complimenti il compagno li ha ricevuti dall'ex presidente dell'Assemblea generale della Camera del Lavoro di Prato, Leandro Innocenti, il quale ha fra l'altro detto: “sono più di trent'anni che vi seguo e vi ammiro per la vostra determinazione, non sempre ho condiviso il vostro punto di vista, ma oggi vi do pienamente ragione su tutto”.
Ecco le parole pronunciate in piazza dal compagno Franco Panzarella.
“A nome della Cellula ‘G. Stalin’ di Prato del PMLI rivolgo un caloroso saluto a tutte le compagne e i compagni, alle antifasciste e gli antifascisti, che con grande spirito di sacrificio e attaccamento ai valori della Resistenza sono qui presenti per denunciare pubblicamente l'ennesimo oltraggio dei neofascisti pratesi alla memoria di chi ha dato la vita per liberare l'Italia dall'oppressione nazifascista celebrando l'anniversario del cosiddetto ‘eccidio del castello’.
Proprio in questa piazza, il 23 marzo 2019 in occasione della grande manifestazione antifascista organizzata dalla CGIL, Anpi provinciale, Partiti e associazioni antifasciste per impedire che qui a Prato, medaglia d'argento per la Resistenza, si festeggiassero i 100 anni della fondazione del Partito nazionale fascista, l'allora sindaco e tutta l'amministrazione a maggioranza PD si impegnarono solennemente a tenere viva la memoria e i valori della Reistenza e promisero di vietare ai neofascisti gli spazi pubblici e di non concedere nessuna agibilità politica e democratica a chi fa apologia del fascismo nella nostra città.
Sono passati cinque anni ma nulla è stato fatto. Auspichiamo che la nuova giunta comunale e la sindaca Ilaria Bugetti del PD si decidano finalmente a chiudere immediatamente tutti i covi dei neofascisti a Prato, negare gli spazi pubblici a qualsiasi organizzazione di stampo fascista, xenofoba, razzista e omofoba e salvaguardare, curare e valorizzare i luoghi della Resistenza e della memoria in città e in tutta la provincia.
Le pagine della nostra storia sono rosse e indelebili perché sono state scritte con il sangue dei partigiani e delle partigiane, con le deportazioni, i rastrellamenti; con l'esecuzione sommaria dei 29 giovani partigiani pratesi, ai quali ieri sera abbiamo reso solenne omaggio a Figline, e con il sacrificio delle centinaia di migliaia di civili inermi: donne, uomini, vecchi e bambini, trucidati dai nazisti e dai loro servi repubblichini.
Perciò noi non abbiamo ‘errori da riconoscere’ e non abbiamo ‘pagine oscure e dimenticate su cui riflettere’ come auspicano Erica Mazzetti e Rita Pieri, rispettivamente deputata e capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale a Prato. Sono loro che invece hanno tanto da vergognarsi nel chiedere la riabilitazione e la commemorazione delle spie e dei collaborazionisti repubblichini condannati e giustiziati dai partigiani il 7 settembre 1944 proprio in questa piazza!
Dalle istituzioni noi pretendiamo che non venga concessa alcuna agibilità politica e democratica a chi fa apologia del fascismo nella nostra città impedendo fin da subito la provocatoria commemorazione che ogni anno i neofascisti pratesi organizzano impunemente il 7 settembre per ricordare il cosiddetto ‘eccidio del castello’.
Noi non permetteremo mai che il giorno della Liberazione venga trasformato in una ‘giornata di pacificazione nazionale’ fra fascisti e antifascisti, in una ricorrenza istituzionale da liquidare con un consiglio comunale straordinario o peggio ancora in una parata militarista e patriottarda dove si esalta La canzone del Piave
della prima guerra mondiale imperialista e si mette al bando l'inno della Resistenza Bella ciao
mentre il vescovo benedice ‘tutti i caduti’ senza distinzione fra chi ha lottato ed è morto per la libertà e chi invece si è schierato al fianco dei criminali nazisti e si è macchiato di crimini immani.
Abbiamo una memoria e una storia che non sono condivisibili con i fascisti di ieri e i neofascisti di oggi e perciò tocca a noi, compagne e compagni, antifasciste e antifascisti, il grande onore di difendere con le unghie e con i denti la memoria della Resistenza da chi cerca di istituzionalizzarla sotto il tricolore e l'inno di Mameli, e riscattare l'onore dei partigiani da chi cerca di infangarlo, allo scopo di riabilitare i fascisti e cancellare per sempre la pregiudiziale antifascista.
Per farlo però, dobbiamo dare ancora più forza al fronte unito antifascista e chiedere con maggiore insistenza la piena applicazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione e le leggi Scelba e Mancino che vietano e puniscono la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista. Così come dobbiamo chiedere l'abolizione del ‘Giorno del ricordo’ e la celebrazione dei cosiddetti ‘martiri delle foibe’.
Essere antifascisti, onorare al meglio la memoria di chi non ha esitato a dare la vita per liberare l'Italia e ispirarsi ai valori e allo spirito della Resistenza, oggi più che mai significa opporsi in maniera netta e intransigente al governo nofascista Meloni e lottare per il socialismo e il potere politico del proletariato.
Uniti ieri contro il fascismo; uniti oggi contro il ritorno di Mussolini al potere nelle vesti femminili, democratiche e costituzionali della ducessa Meloni.
Viva la Resistenza!
Viva la Liberazione di Prato!”
18 settembre 2024