Mentre continuano i bombardamenti nazizaristi russi su obiettivi civili in tutto il paese
La Resistenza ucraina sfonda ancora nel Kursk arrestando la controffensiva russa
Il parlamento europeo autorizza gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso delle armi occidentali sul territorio russo
Zelensky lavora al “Piano della Vittoria”

Superati i due anni e mezzo dall’aggressione nazizarista russa dell’Ucraina, che è bene ricordarlo nelle intenzioni del nuovo zar del Cremlino e criminale di guerra Putin avrebbe dovuto in una settimana portare alla caduta del governo di Kiev e la sua sostituzione con uno fantoccio di Mosca, continuano i quotidiani criminali bombardamenti russi che provocano tanti morti e distruzioni in tutta l’Ucraina, così come continua l’eroica Resistenza del popolo ucraino saldamente al fianco dell’esercito e del governo del Paese che la conducono sul campo.
Sul piano strettamente militare dal 21 settembre le truppe di invasione russe continuano a guadagnare terreno nel Donetsk, minacciando l'importante centro logistico di Pokrovsk, che potrebbe poi aprire la strada ad un'avanzata verso i bastioni di Sloviansk e Kramatorsk. Mentre il 17 settembre come riportato dal sito ucraino “Rbc” "Le forze ucraine hanno sfondato una nuova sezione del confine russo nella regione di Kursk. Questa volta a ovest dei territori sotto controllo in direzione dell'insediamento di Vesele, nel distretto di Glushkiv". Il sito ucraino poi cita “Forbes”, secondo cui "quella che inizialmente sembrava una svolta breve e superficiale si è trasformata in qualcosa di molto più pericoloso per il controllo russo nella regione di Kursk. I carri armati ucraini, dice “Forbes”, sono entrati a Vasele già da giorni. Vesele, nota il sito di news ucraino, "si trova nelle retrovie del gruppo russo, che dalla settimana scorsa avanza in direzione di Snagosti e della testa di ponte ucraina nella regione di Kursk. Da Vesely a Hlushkovo, dove si trovano i pontoni dell'esercito russo, la strada è di circa 7,5 km".
La controffensiva russa volta a riconquistare le zone della regione di Kursk sotto il controllo ucraino dal 6 agosto scorso è stata fermata. Lo ha detto il 18 settembre all'Agenzia “France Presse” il portavoce del comando regionale ucraino, precisando che in questa zona si trovano "diverse migliaia" di civili russi. I russi "hanno tentato di attaccare dai fianchi ma sono stati fermati, la situazione si è stabilizzata e oggi è tutto sotto controllo", ha detto il portavoce Oleksii Dmitrashkivski.
Le forze ucraine avevano lanciato un attacco a sorpresa il 6 agosto nella regione di confine russa di Kursk, dove hanno occupato diverse centinaia di km quadrati e decine di città. L'esercito russo ha annunciato il 12 settembre di aver riconquistato terreno lanciando una controffensiva nella regione. "Hanno ottenuto alcuni piccoli successi, ma questo successo ora è diventato per loro un virtuale accerchiamento", ha detto Dmitrashkivski. Il portavoce ha inoltre affermato che "diverse migliaia" di civili russi sono rimasti nel territorio controllato dall'Ucraina.
Sul terreno diplomatico tiene invece banco il cosiddetto “Piano della Vittoria” del presidente ucraino Zelensky. Un piano che dovrebbe essere presentato ad ottobre. Il 18 settembre nel suo discorso serale Zelensky ha affermato che "Tutte le disposizioni, tutti i principali punti, gli allegati necessari con i dettagli del Piano sono stati definiti. Tutto è stato elaborato. La cosa più importante ora è la determinazione ad attuarlo. Non c'è e non può esserci alcuna alternativa alla pace, nessun congelamento della guerra o altre manipolazioni che portino semplicemente l'aggressione russa a un'altra fase - ha aggiunto - abbiamo bisogno di una sicurezza affidabile e duratura per l'Ucraina e, per estensione, per tutta l'Europa. È questo a cui stiamo lavorando. Questo sarà l'inizio e la base per parlare in qualsiasi formato con la Russia". "Abbiamo dichiarato – ha aggiunto Zelensky - che siamo pronti a vedere la Russia al secondo vertice di pace, perché tutti i nostri alleati, compresi quelli più vicini che sono dalla nostra parte e sempre contrari all'aggressione russa, hanno tutti detto che la Russia dovrebbe essere presente al secondo vertice - ha spiegato - Perché è la Russia a combattere contro l'Ucraina".
Dal canto suo il ministero degli Esteri russo ha escluso la partecipazione della Russia ai "vertici di pace" sull'Ucraina. La portavoce del ministero Maria Zakharova ha reagito negativamente alla dichiarazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sull'organizzazione di un secondo vertice quest'anno con la partecipazione di rappresentanti russi. "I rappresentanti della Russia non hanno partecipato a nessun incontro" di questo genere e "non vi parteciperanno", ha detto Zakharova citata da Interfax. "Il cosiddetto secondo vertice persegue lo stesso obiettivo: far passare la 'formula Zelensky' assolutamente impraticabile come unica base per risolvere il conflitto, ottenere il sostegno della maggioranza mondiale e, per conto di quest'ultima, presentare alla Russia un ultimatum sulla capitolazione", ha aggiunto. "Ma non rifiutiamo una soluzione politica e diplomatica della crisi, siamo pronti a discutere proposte davvero serie che tengano conto della situazione sul terreno, delle realtà geopolitiche emergenti e della corrispondente iniziativa formulata dal presidente Vladimir Putin il 14 giugno". "Senza la Russia e tenendo conto dei suoi interessi, è impossibile raggiungere una soluzione equa e sostenibile", ha concluso Zakharova.
Sempre nella stessa giornata il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, sul canale YouTube di RBC-Ucraina ha affermato che "Ad essere sincero, capisco che di tanto in tanto ci saranno tali ondate nei media occidentali", ha detto Podolyak riferendosi alle richieste a Kiev di sedersi a un tavolo negoziale con Mosca. "Perché queste stesse persone sono giocatori di scacchi, dico con ironia. Perché sono tutti seduti su una grande scacchiera ma si trovano a 10mila chilometri dalla guerra, non si rendono conto di cosa sia la Russia", ha aggiunto Podolyak, secondo cui non c'è alcuna pressione sull'Ucraina in questo senso. Secondo il consigliere di Zelensky durante 2 anni e mezzo di guerra su vasta scala, la Russia "non è stata in grado di dimostrare ciò di cui tutti gli altri avevano paura. Le previsioni sulla rapida occupazione dell'Ucraina non si sono avverate e il nemico sicuramente non sarà in grado di realizzarlo". Inoltre, l'Occidente capisce che l'Ucraina sta combattendo efficacemente anche con risorse limitate, e quindi una pressione su Kiev sarebbe strana, ha aggiunto. Secondo Podolyak "qualsiasi congelamento della guerra non farà altro che preservare il sistema politico in Russia e il nemico non farà altro che accelerare l'escalation, rafforzare il proprio esercito, cercare opportunità di risorse e investire attivamente nella propaganda per influenzare la società occidentale affinchè smetta di schierarsi dalla parte dell'Ucraina".
Il 19 settembre è arrivata la risoluzione, non vincolante, del parlamento europeo di Strasburgo, con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti sul sostegno all'Ucraina che al paragrafo 8 "invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso delle armi occidentali consegnate all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo". Il Parlamento di Strasburgo sottolinea che le forniture insufficienti di munizioni e le restrizioni sul loro uso rischiano di annullare l'impatto degli sforzi compiuti finora e deplora la diminuzione del volume degli aiuti militari bilaterali all'Ucraina da parte dei Paesi dell'Ue.
Il 21 settembre è tornato sul tema il presidente Zelensky, elogiando la risoluzione del parlamento europeo ma rammaricandosi di chi ha negato il permesso a utilizzare le armi concesse per colpire obiettivi in territorio russo. "Abbiamo armi a lungo raggio – ha dichiarato il presidente ucraino durante un incontro con i giornalisti - . Ma non nella quantità di cui abbiamo bisogno, diciamo così. Ma, tuttavia, abbiamo questo pacchetto: Storm Shadow, Atamcs e Scalp. Ma né l'America né la Gran Bretagna ci hanno dato il permesso sull'uso di queste armi sul territorio della Russia, per qualsiasi scopo e a qualsiasi distanza. Non abbiamo utilizzato armi a lungo raggio sul territorio della Federazione Russa". Autorizzazione negata tra gli altri anche da Germania, Spagna e Italia.
"Ciò che chiede il Parlamento europeo conduce verso una guerra mondiale con armi nucleari": lo ha dichiarato per contro il 19 settembre il presidente della Duma russa, Viaceslav Volodin, ripreso dalla Tass , commentando l'approvazione da parte dell'Eurocamera del paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all'Ucraina. Volodin ha dichiarato che in caso di attacchi ucraini in profondità in Russia con armi occidentali, la Russia darà "una risposta dura usando armi più potenti".
Nell'attuale situazione internazionale, che vede un pericolosissimo aumento dei pericoli di guerra mondiale imperialista, il limite all’uso offensivo delle armi occidentali e della NATO fornite all’Ucraina, ribadiamo che trova il consenso dei marxisti-leninisti italiani. Il PMLI sa perfettamente che Kiev conduce una stoica, coraggiosa e impari guerra di difesa del territorio nazionale, del popolo e dello Stato ucraino. E capiamo perfettamente il presidente Zelensky che ha chiesto direttamente agli alleati occidentali di revocare la restrizione, sostenendo che essa è diventata obsoleta a causa delle dinamiche mutevoli del campo di battaglia. Per cui non possiamo certo impedire all'Ucraina di bombardare le basi militari da cui partono gli attacchi russi. Tuttavia, considerando le ripetute minacce di Putin di ricorrere alle armi nucleari, temiamo che se le armi fornite all’Ucraina fossero utilizzate per colpire in profondità la Russia, la guerra si potrebbe intensificare ed estendere in Europa, colpendo altri paesi fino all’attivazione della famigerata difesa collettiva della NATO. Ossia la terza guerra mondiale, una guerra mondiale tra l’imperialismo dell’Ovest e quello dell’Est.

25 settembre 2024